147. Videochiamata

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147.

Niente le faceva male più di dover parlare del passato e di Rùnhr.

Lui le aveva mandato già un messaggio, per sentirsi, ma lei voleva aspettare. Era troppo agitata.

Passarono quindici giorni, ma non riusciva a pensarci.

Dopo un mese, lui la chiamò, la sera, in videochiamata. Lei non rispose. Tremava già, all'idea di sentirlo, vederlo era impossibile. Pericoloso. Ed era sola.

Sentiva come tragica e inconcepibile la sua emotività. Ma le sarebbe bastato uno sguardo di traverso, un accenno di disaccordo, e un'angoscia nera l'avrebbe catturata, una depressione deforme le bruciava la testa con pensieri pericolosi.

Lui le mandò un messaggio chat 'Sò che sei al computer. Ho bisogno di parlarti, rispondimi per cortesia'.

Lo chiamò, ma non in video chiamata. 'Chiamami solo in chat, non in videochiamata'

'Perché? Voglio vedere come stai'

'Non ti riguarda più. Dimmi alla svelta cosa vuoi'

'Devo spiegarti un po' di cose'

'Rúnhr, davvero, non voglio spiegazioni, nè storie, nè scuse. Non ti preoccupare, va bene così'

'Sì? Va tutto bene?
Vuoi farmi arrabbiare? Credi che io non sappia perché non vuoi vedermi? Proprio perché ti fa star male. E se ti fa star male, vuol dire che sono emozioni per me, a creare il disagio, sentimenti, intendo, e quindi, non è affatto finita, come hai scritto tu. Solo io posso rimediare e ho delle cose importanti da dirti'

'Se sai che sto male, lasciami in pace, allora'

'Va bene, non voglio forzarti. Ti spiegherò in un lungo messaggio. Ma prometti di leggerlo'
'Ok'

Il messaggio arrivò, ma non era affatto quel che si aspettava.
'Ciao, ti chiedo un po'di pazienza, ma non riesco a mettere insieme un messaggio che non sia un pasticcio.
Per cortesia, dedicami un briciolo di tempo e vieni in video. Se vuoi, sono già in linea.'

Núha si sentì già impallidire, ma non si poteva nemmeno proseguire così. C'erano alcune cose che andavano sistemate parlando. Bisognava sbrigarsi, o la tensione sarebbe ancor più aumentata.

'Coraggio, ce la fai, premi quel tasto, vai!' si disse.

Mandò la chiamata "Ciao.."
Gli occhi di ghiaccio la trovarono impreparata.
Il contraccolpo fu vetriolo. Come una miccia, la crisi emotiva si innescò. Reagì con rabbia verso se stessa
'Ora stai qui e resisti a tutti i costi, o non guarirai mai' si impose.

Rúnhr la guardò, senza rispondere al saluto, per qualche secondo.
"Grazie" disse, e di nuovo la osservò senza parlare.
TI trovo bene" gli disse sorridendo "avevi bisogno di dirmi delle cose importanti?"

"Sì..sei strana, e cordiale...Mm..bene. E sfuggente...già sul piede di guerra..."

"Sono qui, dovevi parlarmi?" stirò un sorriso.

"Preferirei vederti piangere, almeno saresti sincera"

"Non vuoi litigare vero?"

"Per ora no. Dunque, ti racconto cose nuove. Quando te ne sei scappata, sono andato da un dottore"

"Come mai?" disse lei, di scatto, con un filo di ansia trattenuta.

Lui sorrise, nel vedere la sua preoccupazione forare l'autocontrollo.

Pensò 'Bene, sei sconvolta, perfida traditrice...e mi ami..lo sapevo...Bene gattina...'

"Dunque, da quando è morta mia madre, mi è successo di non star bene"
"Cos'hai? Hai visto un dottore?"

Helòr - l'Oro di Hellok Where stories live. Discover now