6. Orrore

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6.

"Poi un urlo spaventoso squassò la stanza.
Lirl urlava, urlava, urlava.. urlavaaa..in modo agghiacciante...
Corsi dentro.

Sul fondo, c'era una specie di tenda e un'altra stanza piena di immagini sacre, belle bacheche in vetro.

Raggiunsi la bimba e mi inchiodai sconvolta.

Urlai anch'io, dallo spavento e dall'orrore, ma afferrai subito Lirl e la portai via..lontano, lontano..bisognava portarla via, via!"

"Cosa era successo?" chiese il dottore.

Leandra ansimava, le gote bagnate di lacrime, oppressa dall'impeto emotivo.

"Nessuno si era accorto di niente" riprese, "dovevo tenerla lontana da quella strega e trovare una soluzione. Ma fu complicato, Lirl stava malissimo, delirava e subentrò la febbre, per lo spavento e la debolezza"

"Sì ma cosa era successo? Spavento per cosa?" Incalzò il dottore.
Leandra scoppiò in singhiozzi, ancora persa, senza sentire cosa le diceva il dottore.

"Non è possibile fare una cosa così perfida a una bambina! Oddio, non può un essere così spregevole..Non può essere!"

Il dottore la scosse e poi la abbracciò "Va bene, va bene, adesso calmati..calma.

Lirl è di là, in salvo. La proteggo io, è tutto finito, te lo prometto. Ma quietati, fammi capire il perché di tutto questo.
Da brava, siediti. Bevi un sorso d'acqua, cerca di rilassarti. Appena te la senti spiegaci cosa è successo in quella stanza."

Leandra ci mise un poco a respingere i singhiozzi.

"Bene, così va meglio" disse il dottore, "vuoi andare avanti? Te la senti?"
"Sì." Leandra fece un lungo sospiro e proseguì.

"È successo che la superiora sapeva che la mamma di Lirl suonava il piano e ha architettato un trucco brutale."
Singhiozzò di nuovo, ma poi si riprese e proseguì.

"La stanza era abbastanza grande, con preziosi oggetti sacri in teche di cristallo.
Lirl, ammirandole, se ne trovò ad un certo punto, di fronte, due grandi, grandi.

Poste proprio a livello dei suoi occhi, messe in bella vista.
Erano i pezzi più importanti dell'esposizione...E..."

A Leandra mancò il fiato, sbarrò gli occhi, non riusciva a parlare.
Trattenne un principio di singhiozzo, ma proseguì.

"Poi........Santo cielo, che orrore!...Che ORRORE!...Dottore!...NO!..." Si interruppe, confusa dalla violenza della visione.

"Coraggio, un bel sospiro, parla lentamente, staccati un po' dall'emozione"

"Va bene" disse Leandra. "Due..oddio.!..Hemm..Due....due ca..cadaveri mummificati".
Fu scossa da un brivido "..Di..due suore fondatrici, esposti in due bacheche di vetro, per devozione, a ricordare alle sorelle che siamo polvere e ritorneremo polvere," finì tutto d'un fiato.
Poi crollò sulla sedia.

"Mio Dio!" suor Cherubina si fece il segno della croce "non è possibile, povera piccola anima. Oh, povera Lirl, anche questo!
Diletta è una perfida creatura, la pagherà. E ancor più, perché ha compiuto un sacrilegio, usando le sacre spoglie delle 'beate' fondatrici, per fini così malvagi.
Attentare alla mente di una bambina. È mostruoso. Su di lei cadrà la spada del signore, che dio abbia pietà di lei."

Leandra si alzò di soprassalto.
"Io no. Io non posso avere pietà di un essere così nefando. Non si può perdonare che abbia cercato di far impazzire una creatura innocente.

IO ho soccorso la bimba. IO ho visto una vertigine fatale nei suoi occhi attirarla giù, per giorni e ho tentato in tutti i modi di non lasciarla scivolare, dove ormai stava andando.
E IO non permetterò che si perdoni..mai!Poteva..poteva..essere il mio fratellino." Riprese a singhiozzare.

Cherubina l'afferrò.."Coraggio Leandra, abbracciami e fai un lungo sospiro. Poi dicci, come è arrivata alla torre e perché"

"Questo lo ignoro. Io sono stata al capezzale di Lirl alcuni giorni, di nascosto, dopo quell'orrore. Non volevo che suor Diletta la trovasse. Per il momento non doveva sapere che io l'avevo soccorsa, ma doveva credere che la bambina si fosse allontanata, senza incontrare le mummie delle fondatrici.

Era utile lasciarle pensare che il trucco non fosse riuscito, che la bambina non avesse passeggiato nella stanza, trovando i cadaveri mummificati, ma se ne fosse semplicemente andata e stesse bene.

Di certo quell'essere indegno, starà già pensando a un altro piano.

A me serviva tempo per curare la piccola e per trovare qualcuno in convento a cui dire tutto. Ma io ero lì solo da poco, non sapevo ancora chi era legato alla superiora e chi no. Non potevo rischiare di rivolgermi alla persona sbagliata e fare peggio."

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