80. Non voglio saperlo

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80.

Lui la tenne avviluppata nella sua aura per un po'.
"Stai bene, adesso, qui con me? Sono abbastanza adorabile, mi sembra, da come hai reagito ai miei baci."

"Non voglio saperlo. Non posso stare qui, con te.
Portami a casa"

"Va bene."

Dopo un po' di strada, Núha non si orientò più.
"Ma dove andiamo?"
"A casa mia"

"No, cosa ti salta in mente? Non ho nessuna intenzione di fare l"amore con te. Ti spacco le ossa, fermati!"
"Non preoccuparti. Voglio solo stare tranquillo con te, conoscerti meglio, parlare. Solo noi due, in pace, voglio sapere molte cose e voglio che tu mi conosca meglio."

"In senso biblico? No grazie"

Lui fece una gran risata "Pungi sempre..ma no biblico no..però..forse.."
E si girò a guardarla, divertito

Poi fece una sterzata, dietro la curva frenò.
Eccoci."
Balzò giù dalla macchina "Davvero mi spaccheresti le ossa?"

Lei era furibonda. Scese, si avvicinò a lui.
Rúnhr la ammirava, morbida, fluida, il passo elastico, snella come un ghepardo.
Gli arrivò vicinissima.

E gli assestò un pugno nello stomaco, da paura.
"Prepotente, riportami a casa."

Lui era un po' dolorante. "Vedi che ho ragione? Sei viva!"
Si mise a ridere "Tiri anche di box! Ma adesso me la paghi."

Avanzò.
Lei scappò verso la macchina e si tenne alla larga.
Per lei era troppo atletico, grande, raccolse un po' di grinta.

"Avanti, risali in macchina" disse " riportami a casa, o te la sequestro e ti pianto qui, a piedi."

Lui le fece un sorriso angelico, mise la mano in tasca e fece dondolare le chiavi.

"D'accordo" disse perfido, "sei una dura..eh? Va bene, e allora facciamo sul serio. Prima mi hai vigliaccamente preso di sorpresa."

Núha cominciava a preoccuparsi, doveva allontanarsi, andare a casa. Prese coraggio, forse riusciva a rubargli le chiavi.
Mentre lei avanzava, arrabbiatissima, ma ancheggiando per tentarlo, lui arretrava. Poi si fermò di colpo, mise le mani e la chiave, in tasca.
"Sono qua, cosa vuoi farmi? Non ce la farai"

"Non mi conosci"
"Voglio solo che parliamo, finché ci pare, con calma. Vuoi almeno ascoltarmi?"

"No. Anche prima volevi solo parlare. Piantala, ti ho detto che non può funzionare"

"Sì che può funzionare. Dipende solo da me.
Ti ho visto come mi guardavi da Mark, ti ho visto sobbalzare quando non te l'aspettavi e ti fissavo.
E soprattutto so cosa provavi, quando ti baciavo, solo poco fa"
"Ma no, mi hai preso di sorpresa, ero confusa"

"Io non ero confuso, sono un uomo, non un ragazzino. So capire e sentire come reagisce una donna"
"Va bene, ma non significa niente, è una reazione femminile normale.

"Bugiarda, ti preoccupi. Hai detto che non vuoi infilarmi in una situazione difficile, che ti sentiresti colpevole.
Altro che istinto, reazione istintiva sessuale. Tu ti preoccupi per me!

È sentimento, vorresti stare con me, ma sei preoccupata 'per me'.
Quindi tutto dipende 'solo da me'.
E io ho già scelto.
Non ti lascio andare.
Adesso vieni dentro, smettiamo di giocare"

"No, non voglio. Vai al dia..vv...." Si interruppe bruscamente.

Stava per sentirsi male, si sentiva svenire. Filò di colpo, a fatica, in casa e si accasciò sul divano, pallida.
Lui si spaventò.

"Scusa Rúnhr. Adesso prendo una medicina, non preoccuparti, è lo sforzo della serata, del pugno e l'agitazione.

Sono troppo debole ancora. Mi spiace, non voglio dare fastidio, ci penso io, passa subito."
Era sempre molto imbarazzata, dalle sue fragilità. Non voleva mai aiuto.
Lui sparì un momento e arrivò con una cioccolata. Le mise un braccio attorno alle spalle.

"Senti", disse lei "a proposito di quello che hai detto, ci penserò, ma riportami indietro"

"No, ci ho già pensato io abbastanza, per entrambi. Vuoi solo scappare, di nuovo, non provarci.
Adesso raccontami di te"
"Non ho niente di bello da raccontare e sono molto stanca.
Scusa. Non dipende da te, ma devo andare a casa"

"Ti aspettano?"
Lei si mise a ridere "Ma no! I miei parenti non sono gente affettuosa"
"Nessuno si preoccupa di te?"
"Non come intendi tu. Sono gente particolare. Me ne ero andata via da loro, poi d'improvviso mi sono ammalata e sono stata spedita a casa, senza nemmeno accorgermene, dopo l'operazione"

"E allora perché non rimani? Puoi rimanere qui, se vuoi. Ho solo un letto matrimoniale. Vuoi che dorma sul divano? O vuoi proprio tornare a casa tua?"

"Sono sfinita. Egoisticamente non vorrei fare la fatica di tornare a casa. Ma qui ci sei tu e non sei raccomandabile"
"Anch'io non ho voglia di fare strada, per riaccompagnarti. Se prometto di comportarmi bene, rimani?"

"Ah, che bella storia le tue promesse!"
Lui la guardò ridendo "Le mie promesse sono state una bella storia, allora?"

"Ma sei infernale. No! Non intendevo questo."Lui la tirò piano verso di sé, la baciò dolcissimamente "Intendevi questo?"

Lei sospirò "Se sto qui, prometti di non circuirmi continuamente e stare tranquillo?
Nooo....ma cosa mi fai dire? Che idiota sono..No,voglio andarmene"

"Con l'ambulanza? Non essere sciocca. A casa nessuno ti terrebbe d'occhio e sei sfinita. Qui ci sono io. Rimani"

"Non ho fiato per andarmene, ma non mi fido di te."
Si alzò, barcollò leggermente, girava tutto.

Lui fu svelto, la tirò per un polso di nuovo sul divano.
"Cosa fai? Sei matta? Non arrivi a casa. Sei debole, non devi muoverti, per stasera.

Va bene, testona! Hai detto tranquillo. Ma significa che non posso nemmeno tenerti abbracciata?"

"Mm..Solo abbracciata però. Se fai un passo in là, ti uccido"
"Ok, abbracciata."

Non fu proprio solo abbracciata, ma lui non si spinse troppo in là.
Era fantastico, le diede una sferzata di energia e desiderio che placarono qualunque pensiero. Era in una nuova dimensione, in pace, placata.

Al mattino lui era allegrissimo. Le portò la cioccolata, la baciò.
Lei si rabbuiò. Vederlo così allegro la fece sentire colpevole.

Sapeva cosa era un distacco. E lei doveva lasciarlo, perchè si facesse un futuro felice.
'Stupida, egoista. Stupida, stupida, stupida!!! Lo condanni alla sofferenza' si disse.

Doveva chiudere subito. Era ancora in tempo.
Rúnhr l'accompagnò a casa.

Ma in seguito lei non si fece più trovare, per molto tempo. Aveva portato un biglietto a Donyll, da consegnargli.

--..Sei una persona meravigliosa, Rúnhr, ma non possiamo più vederci.
Ho fatto un errore enorme, non esiste futuro e tu meriti una ragazza sana, simpatica, che ti dia dei bambini, un giorno.
È stato bellissimo stare con te, non dipende quindi da te, ma da me.
Io non so nemmeno esattamente cosa provo, è tutto strano, angoscioso.

Una carezza dolcissima. Scusami, ma è meglio così... --

Helòr - l'Oro di Hellok Where stories live. Discover now