27. Ci penserò

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27.

Núha cacciò i suoi pensieri.
Suo padre le disse "Domani porto Wib in un allevamento, finchè non trovo un amico che la voglia.
Pensa se c'è qualcuno a cui vuoi affidarla."

"Ci penserò. Ma quindi la condanni. Dopo che mi ha salvato, la mandi via, a morire di nostalgia, senza di me.

Claude si inquietò, ma imbarazzato, non ebbe la risposta pronta.
Núha, stizzita, velocissima, prese la cartella e Wib al guinzaglio.
"Vado un momento da Katy, devo restituirle due libri. Ciao."

Invece si diresse altrove.
Arrivò da zia Hanjé. "Buongiorno Belle. La zia è in casa?"
"Sì, in giardino. Cosa le è successo Núha? Fa impressione"

"Niente, giocavo sui sassi, sono scivolata" disse, dirigendosi svelta da Hanjé.

"Ciao piccola, sei già uscita dall'ospedale? Ma non dovresti andare in giro!"

"Non vado in giro, sono venuta ad abitare da te, se mi vuoi.
Papà vuole che io faccia finta di niente. Baci e abbracci alla mamma e io dovrei essere contenta di cacciare di casa la mia Wib.

Non ci stò. Wib resterà per sempre con me, non posso fare a meno di lei.

E poi, cosa farò se la mamma impazzisce ancora? Come potrò dormire di notte? Mi lascia in pasto alla mamma senza vergogna, senza cautela. Gli importa solo di cosa vuole lei.
Possiamo abitare da te, io e Wib?"

L'orribile terrore, che non aveva ancora sfogato, uscì tutto d'un colpo.

Rimase in piedi. Le sopracciglia aggrottate, immobile, il viso di ghiaccio, in silenzio, grossi goccioloni scendevano dalle palpebre abbassate.

Aspettava risposta. Hanjé era in silenzio.

Wib le baciò una mano. Lei le fece un piccolo segnale sulla testa, con le dita, e uscirono dalla stanza.

Hanjé era rimasta attonita, ascoltando senza parlare, non riuscì a dire niente.
Sentì i singhiozzi soffocati di lei nel corridoio. La seguì un attimo dopo, ma non la trovò in casa. Se n'era andata.

Mandò fuori Belle a cercarla di corsa, ma non la trovò.
Telefonò preoccupata a casa di Claude. Rispose Nin.

"Nin per favore, vieni subito da me. Núha è scappata, non vuole stare lì, da Claude.
E' venuta qui chiedendomi di poter vivere con me. Ma è uscita senza che io riuscissi a darle risposta.
Spero che torni, e deve trovarti qui. L'hai cresciuta tu, solo tu sai come placare la sua angoscia, parlarle. Come risollevarla. Intanto vedrò se riesco a trovarla."

Núha si diresse a casa di Katy. Le consegnò i libri avuti in prestito e se ne andò.

Intanto Hanjé telefonò all'insegnante Valja "Buongiorno devo chiederle un favore urgente. Núha è appena scappata di casa, come prevedeva lei.

Per fortuna è scappata da me. Ma per un equivoco, se ne è andata. Magari si rifugerà da qualche compagna di scuola. Può fare un giro di telefonate e sentire se qualcuno l'ha vista?

"Senz'altro". Rispose Valja.
'Che brutta storia, povera Núha' pensò mentre componeva un numero di telefono.

Seppe che era stata da Katy e lo comunicò ad Hanjé.

Hanjé telefonò a casa di Claude, pensando di inviare Nin in macchina, a cercare Núha nei dintorni della casa di Katy.

Ma Nin era già per strada, per andare a casa di Hanjé, come lei le aveva chiesto.

Per fortuna, però, le rispose John, che disse "Sò dove abita Katy e anche le altre compagne di scuola. Vado io a cercarla, in bicicletta."

John era stato da un amico in montagna per vari giorni. Era appena arrivato, non sapeva niente di tutti i guai che c'erano stati. Sapeva solo che era scappata di casa, bisognava ritrovare subito sua sorella.

Núha stava camminando, poi si sedette su una panchina, vicino a casa di Kaèl. Tutto girava, era stato troppo presto per andare in giro, si stava sentendo male.

Wib si accorse del suo malessere e cominciò ad agitarsi, vide John arrivare in bici, ma era lontano. Corse veloce verso di lui, abbaiando.
Lui la vide e pedalò a mille.

Urlò "Brava Wib! Dov'è Núha?"
A tutta birra la raggiunse.

Sua sorella era seduta, con la testa ciondoloni. Lui scattò verso casa di Kaèl e gli chiese di aiutarlo a portare la sorella, un momento, da lui.

"Núha, Núha!" La chiamarono contemporaneamente. Lei sollevò il viso.

"Mammamia! Che disastro!" disse Kaèl, afferrandola e sollevandola.
"Guarda, ha anche dei punti in testa" osservò John.

"È senz'altro mia madre, che l'ha ridotta così. Faceva i lividi anche a me. Adesso non ci riesce più e allora, se si arrabbia al punto giusto, tocca a Núha."

"E anche a Tom?"
"Non molto, solo schiaffi, più che altro sgridate, perché penso sia il suo preferito. Dice sempre che le assomiglia."

"E tuo padre non fa niente?"

"È sempre al lavoro, a malapena sa che esistiamo e poi non gli sono mai piaciuti i bambini, ha preferito lasciarci in mano a mamma"

"Mamma? Non mi sembra molto materna."

Mentre Kaèl e la madre di lui soccorrevano Núha, John telefonò ad Hanjé, che gli mandò immediatamente Nin in macchina.

Nin arrivò, controllò Núha e telefonò al dottore, che le disse di non preoccuparsi troppo, di metterla in macchina e portarla da Hanjé. Sarebbe arrivato lui, immediatamente.

"No John, portami a casa, forse zia Hanjé non mi vuole da lei." disse Núha

"È proprio zia Hanjé, che mi ha mandato a prenderti, starai bene da lei, e con me", fece Nin sorridendo, accarezzandola.

"Fra qualche giorno ho le interrogazioni, devo andarci"
"Sentiamo cosa dice il dottore" osservò Nin.

"No, ci vado lo stesso, devo correre veloce verso il futuro."

Helòr - l'Oro di Hellok Where stories live. Discover now