68. Sei proprio scemo

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68.

Dobbiamo parlare" disse James, di fianco a Núha, seduto sul pontile. Stavano lì, in attesa che la barca fosse preparata per uscire.

Núha lo interruppe "So cosa vuoi dirmi. Siamo partiti troppo alla svelta.
È vero. Non mi aspetto niente da te, non ti preoccupare James, va bene così.

Ti ho detto che ho paura di perderti, perché devi partire, ma non riesco a stare senza di te, finché sarai qui. Anche se te ne andrai e ti dimenticherai di me. Adesso sei in questo luogo tranquillo e mi vuoi bene.
Ma l'America è grande, quando sarai là, tutto ti sembrerà insignificante, qui.

Incontrerai altre donne, tutto sarà diverso.
Non tornerai da me, ne sono sicura, ma preferisco soffrire, che rinunciare a un rapporto umano, oltre che d'amore, importante.
Anche una goccia di te, è un dono prezioso, per me.

Quindi, non fare promesse, non serve. Ci sei tu, qui, ora. Questo conta. E sei tutta la mia gioia."

James l'aveva ascoltata serissimo. Rimase un momento in silenzio, guardandola.
Lei chiese "Quando partirai?"

"Non prima di un mese, ma, anch'io ho qualcosa da dirti...

Non mi piace molto quello che mi hai appena spiegato.
...Sono solo una piacevole parentesi per te?..
Sembra che non ti importi di non vedermi più, dopo.

A parte tante belle parole, mi sembra che il discorso sia, 'non posso fare a meno di te, adesso. Godiamocela, ma dopo, chi se ne frega."

A Núha si fermò il cuore.

'Già. In un sol giorno, uno solo, è successo quasi tutto' si disse 'e stiamo per passare la notte in barca.
Ma gli ho detto di non preoccuparsi, anche se non è una cosa duratura, che va bene così..'

Voleva spiegargli, il proprio discorso, era obiettivamente mal interpretabile, e le circostanze, peggi
Ma un'angoscia violenta la stava attaccando.

Di colpo, le salirono lacrime inaspettate agli occhi, le si chiuse la gola, qualcosa le tolse l'aria.

Lei diede un forte strappo al suo corpo, sforzandolo ad alzarsi.
Le stava succedendo qualcosa di incontrollabile e brutto. Ma non capiva cos'era.

Senza singhiozzi, un mare di lacrime le invase gli occhi, involontariamente eruttava sul suo viso, come se lei fosse un automa.

Si girò immediatamente, perché lui non se ne accorgesse. Doveva scappare, il malore la invadeva e non riusciva a contenerlo.
Non voleva che lui la vedesse così.
Gli diede le spalle, a voce roca disse "Scusa, ho un impegno urgente" e scattò via, all'impazzata corse velocissima.

Lui non se l'aspettava, era seduto, non fu abbastanza pronto "Ma, dove vai? Che succede? Non hai la macchina, è buio! Ti accompagno, aspetta." Urlò. La rincorse ma era già sparita nel buio.

Núha conosceva benissimo quel luogo, si nascose subito alla prima fronda di campagna, sapeva quali scorciatoie prendere. Trovò il passaggio per il sentiero invisibile, che portava dentro casa sua, non era vicina, doveva camminare un poco.

Cercò di andare svelta, ma vedeva tutto contorto. Fece i sentieri a tappe. Accasciandosi a volte. Pensando di non riuscire a rialzarsi, o di sbagliare strada, non era lucida.

Riuscì a raggiungere casa, vide la porta posteriore e cadde a terra. Rimase un poco seduta, fuori, cercando la forza per alzarsi. Poi finalmente entrò.
Sperava ci fosse la cameriera, le stava succedendo qualcosa che non comprendeva, e stava sempre peggio.

La donna non c'era. Pensò di andare da zia Hanjé, aprì la porta principale, che dava sulla strada asfaltata, ma si trovò davanti James, che l'aveva cercata un po' e poi aveva preso la macchina e aveva pensato di cercarla a casa sua.

Fu di nuovo un urto emotivo violento, un lampo bianco e sparì tutto. Si mise a tremare, e diventò pallidissima, catatonica, come in trans.

James fu rapido, la sollevò, la portò in casa. "Uno shock post traumatico?" Ne aveva già visti altri, era simile. La mise sul letto e telefonò a Andrew.

Lui arrivò di corsa "Aiutami a portarla da me, in macchina, qui è sola, è uno shock retroattivo, credo" disse James.

La portò al porto, nel suo appartamento. Le fece inghiottire un leggero rilassante, la mise sul letto e l'abbracciò cullandola. Lei gli si rannicchiò addosso, con gli occhi sbarrati, ma ciechi. Dopo un po' si addormentò.

Andrew aveva telefonato a suo padre, dottore del paese.

"Sì è stato uno shock, troppo forte, che ha richiamato nel suo subconscio, qualche trauma. La reazione è piuttosto decisa."

Il dottore la conosceva bene e sapeva molte cose di lei. "Pare proprio uno shock post traumatico.

Devi sapere che Núha, in effetti, ha fatto qualche mese di ospedale per un'aggressione. Non è passato molto tempo.
Ma potrebbe anche essere in relazione con altre brutte esperienze. Ha avuto un misterioso incidente, molto violento, in precedenza. Comunque, si sta riprendendo, in parte.
Dalle ancora metà di questa medicina. Fatemi sapere domani."

In effetti era uno shock..

Núha aveva reagito al dispiacere di sentire quel giudizio, sottinteso nelle parole di James. Quel dolore emotivo molto forte, ne aveva richiamati altri, a cui non aveva mai dato sfogo, ben stratificati laggiù in fondo.
Però non ne era conscia.

Il magma siderale, di dolore, ribolliva ora nel suo animo, in orrendi corrosivi flash sognava
>>...suo padre che la teneva per il collo, con quello sguardo contorto....
.. .la pizza con Robert...
..James, un nuovo amore, un pericolo mortale, le disse la sua mente....Non ora non qui. Prima devi andare lontano.....
......Il viso di suo padre riapparve. Fu una coltellata fatale..una cascata di dolore la sommerse..
..Vide anche il viso di John, che urlava......ti ho odiato appena sei nata...e l'immagine di sua madre...e di un'orrenda strega , che la picchiava da piccola......e un immane dolore, lontano, lontano.....lontano....
...........E Kaèl, che se ne volava via....
..E il Pan Hye.....James...James..dov'era James?..
.James se ne va....Va via...
..un nuovo dolore.....Kaél.....James...Sono solo un'avventura per te.....??
...una facile..facile..facile....tutto in un giorno, in un giorno....
..Anche una goccia di te è un dono....prezioso.....prezioso......
...C'è un limite al dolore???.....C'è?.....C'è??...>>

In salotto James chiese a Andrew "Sai qualcosa di questa aggressione?"

Andrew, più giovane, smilzo, con una capigliatura da pazzo, occhi di brace e un piglio briccone, lo guardò pensieroso.

"No, niente di preciso. Ma qualcuno sussurra sia stato un fratello. E in precedenza lei aveva già fatto una brutta caduta, molto sospetta.
Il fidanzato, che lei aveva, mi ha detto, prima di partire per l'Ostrinde, che era preoccupato per lei, che era già stata picchiata, molto violentemente.
Che non era vero, come dicevano i suoi, che era caduta. Ho intuito che si trattasse, forse, della madre.
Núha è estremamente riservata, ma alcune cose, dalla servitù, sono trapelate.

La famiglia è molto ricca, eppure lei non esce mai. Solo scuola.
Qui al lago è quasi normale, ma altrimenti è molto, molto riservata. È una ragazza che soffre, credo. Non si confida con nessuno, però.
Ma, tu potresti aver detto qualcosa che l'ha scossa? Cosa?"

"Non lo so. Lei mi ha fatto uno strano discorso"
"Quale?'
James glielo riferì.

"Ma non hai capito quanto amore c'era in quel discorso?"
"Non so..è stato troppo strano"

"Non ti aspettavi, che una goccia di te, fosse per lei cosí preziosa?
Non l'hai capito?

È meglio che lasci perdere. Non è donna per te. È troppo per te. Sei proprio scemo."

Helòr - l'Oro di Hellok Where stories live. Discover now