44. Non so dove, non so quanto

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44.

Lirl era sconvolta dal comportamento ambiguo di Claude, suo marito, che aveva strumentalizzato lei e maltrattato psicologicamente il loro primogenito John.

Sapeva di essere pericolosa, di avere fatto torti molto seri ai propri figli. Ma stava cercando di guarire, mentre lui la pilotava come un pupazzo, per i propri fini, dimostrando di non stimarla.

Doveva allontanarsi da lui. Cercare quel minimo di buono che c'era in lei, coltivarlo, svilupparlo. Da sola.
Claude era ormai negativo, forse un nemico.

Quella notte non dormì.
ll mattino Lirl telefonò a sua sorella Hanjé.

"Ciao".
"Ciao, come va, siete arrivati? Il posto è bello?"

"Non so, non sono partita. Non farmi domande. Telefono solo per non farvi preoccupare"

"Cosa è successo?"
"Chiedilo a Claude, ti spiegherà lui, se ne ha il coraggio"

"Dimmelo tu"

"Non ce la faccio, ma non è niente di preoccupante. Sto bene, fisicamente.

Devi avvertirlo che io sono partita. Lui pensa che io sia da te.
Digli che starò via, non so dove, non so quanto.
Che non si preoccupi, quando me la sentirò tornerò."

"Dove andrai?"
"Da qualche parte, ma ti telefonerò tutti i giorni, per sapere come state. Dí a Núha che il dottore sostiene che ho bisogno di stare un po' da sola. Che è la terapia."

"Cosa ha combinato Claude?"

"Una cosa schifosa, che mi ha detto John. Non riesco a parlarne, ciao, un bacio a tutti."

Hanjé posò la cornetta, preoccupata. La tata Nin vide subito che c'era un problema.

"Cattive notizie?"

"Pessime, Lirl se n'è andata da sola.
È successo qualcosa con Claude, qualcosa che le ha riferito suo figlio John"

"John?.. Già! .... "

"Sai qualcosa?"

"Immagino qualcosa, ma non spetta a me impicciarmi e complicare le cose.
So solo che c'è stato un problema fra Lirl e John. E Lirl ha chiesto a me se sapevo qualcosa. Le ho detto che doveva insistere e chiarire con John, non chiedere a me, evidentemente cosí è stato"

"Tu sai, dimmelo!"

"Non posso, troppo delicato. Ho già fatto involontariamente un guaio, anche se la verità sarebbe saltata fuori comunque. Chieda a Claude e vediamo cosa dice. Io potrei sbagliarmi. In fondo, non so niente di preciso, solo ipotesi mie."

Claude non era riuscito a partire in vacanza.
Dopo pochi chilometri era tornato indietro, in città.
Non riusciva ad allontanarsi da Lirl.
Lui l'aveva fatta grossa. La lite con sua moglie era stata notevole.

Un magnete lo risucchiava indietro, contro la sua volontà, verso la pazza e favolosa donna che aveva sposato.
Cercò di dormire e al mattino andò al lago. Lirl aveva detto che andava dai suoi figli. Dalla sorella, al lago, quindi.

Entró proprio mentre sua cognata Hanjé prendeva in mano la cornetta per chiamarlo.

"Buongiorno belle signore. Lirl si è già alzata?"

"In volo. Sí... "
Claude rimase di sasso, per lo sgarbo della risposta.

Hanjé partì all'attacco, irritata.

"Cosa diamine ha fatto a mia sorella Lirl, perché se ne andasse.. 'non so dove, non so quanto?'
Così mi ha avvisato di dirle, Lirl, per telefono.
Glielo sto comunicando, come mi ha chiesto. Adesso lei mi spieghi perché succede questo."

"Non so proprio che dirle. Ha fatto la pazza appena uscita dalla porta della clinica.
Non credo sia una novità.
Vedrò se riesco a trovarla. Appena so qualcosa le telefono."

E scappò. Non riusciva a fare i conti con se stesso.

"Bene, siamo nel vuoto" disse Hanjé .
"No, telefoni a Beth, la zia di John. Lui è ancora da lei. Fra due giorni parte per il collegio.

"Collegio?!!.. Cosa diamine dici Nin? Cosa sta succedendo? Raccontami subito tutto."
No, dopo. È urgente che Lirl parli subito con John. Capirà tutto.

Adesso bisogna rimediare almeno al rapporto di lui e Lirl.
E tranquillizzare lei, prima che faccia stupidaggini.
Gli spieghi cosa succede e chieda a lui se ha un'idea del perché.
Lui sa.

Gli dica che la mamma se n'è andata, perché è furibonda con Claude, a proposito di qualcosa che riguarda lui, John.
Gli dica immediatamente questo. Non serve altro.
Si fidi. Ma subito, telefoni subito. Io le spiegherò dopo."

Hanjé telefonò a John.

"Come?" disse John "la mamma se n'è andata? Perché?"

"È furibonda con tuo padre Claude.
Ha saputo qualcosa che riguarda te. Sono preoccupata, tu puoi aiutarmi a capirne qualcosa?"

"È scappata via da papà?"

"Sí John, e lui non mi dice perché. Ho bisogno di sapere, devo capire come aiutare Lirl, quando mi telefona.
È fragile, potrebbe fare qualche sciocchezza"

"Ho capito..Ma allora, lei non c'entra niente!
È stato solo papà, a nascondermi di aver trovato, in una sua borsa, i soldi che lui mi accusava di aver rubato.

Quindi lui ha lasciato credere a tutti, di avermi avvisato e chiesto scusa, invece non era vero.
Povera mamma, non sapeva niente, e io l'ho accusata di essere d'accordo con lui, nel farmi questo sgarbo.

Poi ti spiego bene zia, ma la cosa importante, per calmarla, adesso, appena la senti, è dirle che hai parlato con me.

Dille di telefonarmi se vuole, e che sò che lei non c'entra niente. Di stare tranquilla per questo, e di tornare a casa.
Dille che le mando un bacio. Credo che questo la tranquillizzerà. Adesso ti spiego tutto......Dunque, è andata cosí...."

Conosciuta la sporca faccenda, Hanjé scaraventò la cornetta sul suo sostegno. Si coprí il viso con le mani. Spiegò brevemente a Nin quel che aveva saputo.

"Una famiglia distrutta, frantumata, per colpa di due incapaci!" urlò.

Non ne posso più. Un problema dietro l'altro. Ho anch'io una famiglia da seguire e la sto trascurando."

"Nessuno nasce con la patente di genitore, " disse Nin "forse impareranno qualcosa da tutto questo"

"Comunque mister Claude farà i conti anche con me"

"Pensiamo a Lirl e John, adesso. Almeno loro potranno raccattare i pezzi. Come le è sembrato John?" chiese Nin.
"Sollevato, contento. Non vedo l'ora di dirlo a Lirl."

Quando lo seppe, Lirl rimase muta.

"Lirl? Tornerai a casa ora?" chiese Hanjé.

"No, telefonerò a John. Sono contenta che sappia la verità. Sono 'molto' contenta.
Grazie Hanjé, esco da un incubo. Ma non sono in grado di tornare a casa

Potrei far del male a Claude. Sono ormai troppo lontano, dalla mia vita.
Non la riconosco più, non la voglio più. Vorrei non tornare più".

"E i tuoi figli?"

"Tom e John non hanno più bisogno di me. Ritorneranno dal collegio già adulti.
Núha, l'ho persa"

"Capisco. Ma dovrai rifletterci bene.
Stai tranquilla ancora per un poco.
Ma se non vorrai tornare, tu e Claude dovrete trovare una soluzione. Io non potrò sostituirti ancora per molto. Sta nascendo il mio secondo nipotino e il primo ha solo un anno.
Ti porterò via anche Nin. I tuoi figli non ne hanno più bisogno. Avvertirò domani Claude"

"Sí, capisco. Ci sentiamo domani."

Helòr - l'Oro di Hellok Where stories live. Discover now