60. Ragnatele

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60.

John era troppo agitato. Anche perché Núha dava segni di un vago risveglio.
Aveva sperato che morisse, o non fosse in grado di testimoniare.

Magari!

Se ne stette in giro un po'. Poi andò in ospedale, visitò Núha, finse affetto.
C'era zia Hanjé.
Diede un bacio in fronte a sua sorella.

"Se rimani tu, un po', io vado a casa" disse la zia.
"Va bene."

Rimasto solo, osservò Núha.
Come lui era molto cresciuta e cambiata. Si era fatta una bella donna.

Entrò un medico, gli disse che stava per arrivare il gruppo dei colleghi del giro di controllo, col primario.

"Va bene, vado via subito."

Si avvicinò a Núha, le diede un bacio e disse sarcastico "Ciao guerriero."
Lei ebbe un sussulto.
"Cosa le succede?" chiese al dottore.

"Ha riconosciuto la sua voce, ormai si sta svegliando. Fra non molto sarà pienamente cosciente."

Una rabbia furente lo assalì.
'Allora si sta davvero svegliando, accidenti! Racconterà cosa è successo!
Non puoi farmi questo !'

Tornò alla macchina, diede un cazzotto alla portiera.

"Maledetta stupida! Perché non crepi?"

Lo disse d'istinto, ma sentirlo ad alta voce lo scosse.
Capì che si stava trasformano in un modo esecrabile, ma soprattutto che era imprudente. Questo lo calmò.
Doveva stare più attento.

Non sapeva ancora che il numero di targa era volato via con Rodrik ed era già sulla scrivania di suo padre.

In quel periodo, Rodrik aveva due ragnatele da dipanare, contemporaneamente.
L'aggressione a Núha e l'espulsione dal collegio di John.

Era un po' esaurito.
Avanti e indietro, faceva tutto da solo, era un po' troppo. Meno male che Claude era in arrivo.
Appena messi al sicuro i biglietti della vecchietta, con il numero di targa, Rodrik andò all'appuntamento con Brimian.

Sperava che la persona che aveva acquistato il libro, conoscesse qualcosa di interessante, per arrivare a 'Contatto'. Per scoprire i motivi per cui, John era stato coinvolto in quella strana storia, dell'espulsione dal collegio.

Trovò facilmente la casa di Brimian. Casa...una tenuta bella, ariosa.
Era in anticipo.
Sfacciatamente, mentre attendevano, chiese di vedere la biblioteca. Era appassionato di libri antichi. Fu accontentato.

Soddisfatti della bella chiacchierata, i due uomini erano al piano superiore, ad attendere colui che doveva portare il libro antico, sui Tudor.

Controllavano, dalla finestra, l'ampio cortile della proprietà.
Erano immersi in una discussione storica, nello studio, in attesa di vedere la macchina dell'ospite arrivare.

Un taxi si stagliò nel viale d'ingresso. Dall'alto, lo osservarono fermarsi. Ne scese il venditore del libro, un uomo elegante.

"Bene, è arrivato" disse Rodrik "la lascio tranquillo per la sua trattativa, io resto nel salottino attiguo. Quando avete concluso, vengo a chiedergli informazioni, per la mia ricerca"
"D'accordo."

Brimian fece accomodare il giovane uomo.
"Sono molto contento di incontrarla, cercavo un libro come quello da tempo" disse all'ospite.

"Bene, eccolo qui. La sua offerta è molto interessante.
È suo, purché non cambi idea sul prezzo. Come le ho già detto, a meno non lo vendo"

"Ha ragione, vale quel che ho proposto e non cambio idea. Posso offrirle qualcosa intanto che preparo l'assegno?"
"Grazie, un caffè."

Brimian schiacciò un campanello sulla scrivania. Entrò una cameriera. "Due caffè e qualche pasticcino. Grazie Deya."

Helòr - l'Oro di Hellok Where stories live. Discover now