17. Caramelle

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17.

Zia Hanjé era in arrivo, in visita.

Núha si stava cambiando. Si fermò davanti allo specchio, osservando la propria immagine.

"Chi sei?" disse alla propria immagine, che la osservava.
Chi sei tu, che mi vedi là dentro?

Sei legata a me, da una forza invisibile, che ci fa muovere insieme.

Danziamo la stessa danza, ma non ci conosceremo mai, non ci abbracceremo mai.
Che fai laggiù, nascosta dai miei ricordi, dai miei pensieri?"

Accennò un volteggio di danza.
Lo specchio ne generò il disegno perfetto.

"Perché tu sai sempre quel che farò, mentre io non so niente di te?"

Si avvicinò allo specchio, fece un inchino" "Io sono Núha e tu? Sei tu quell'ombra sfuggente, che non esiste, nella mia mente?"

Núha aveva difficoltà con i ricordi.

Fissò, gli occhi negli occhi, l'immagine lucente.

"È complicato, sai, porgere a te stessa la tua identità, se sei una ragazzina acerba. E se sei confusa, stropicciata da un ambiente, in cui tutto, ti fa sentire sempre più sgangherata.

E se hai problemi più grossi di te.

Allora il tuo piccolo io cerca sicurezze attraverso ricordi, che diano una carezza alla tua infanzia, scomposta in troppe cose difficili da capire.

Percorri le sbiadite nubi del passato, in attesa di incontrare un colore caldo, un sorriso soffice, che riscatti le brutte sensazioni del presente, per qualche minuto.
Per riannodare il patto di appartenenza alla tua specie. Riconoscerti e capirti in loro.

Io faccio spesso così, quando sono in crisi, ma è come se fossi ingabbiata nel presente, come se non avessi una storia emotiva mia.

È dura, sai?

È un'esasperante impresa, aleggiare nel filo della mia storia...Pochi colori, sensazioni sfuggenti.
Ho solo una consapevolezza didascalica, del mio passato.

Ricordi, in un certo senso, ne ho, ma sono come alieni, infiltrati. Senza emozioni.

Perché c'e sì, una storia che mi riguarda, impressa nella mia memoria. Senza immagini.

Illustra il mio passato, ma raccontatomi da lei, mamma Lirl.

Ma io non, 'sento' questa storia.
La mia preistoria è scappata, insieme ai mammouth".

Si mise a ridere

"Forse sono solo un'immagine, sono solo lì dentro..sono te.
Vuoi vedere che mi sono anche scordata di essere morta..nella preistoria!...E adesso lo specchio mi sputa fuori, come un tappo di champagne?"

Scosse la testa "No?"

"Troppo comodo, cara mia, fare no con la testa.
Sputa il 'mio' osso paleolitico, o restituiscimi Núha bambina.
Dov'è? Chi è?"

Rimase zitta, fissando lo specchio.
"Boh! solo la mamma lo sa".

Lirl era molto brava a raccontare di tutto, come tutta la parentela materna. Un'intera catena di narratori di storie, davanti al camino, partiva dal nonno e arrivava ai nipoti.

Non parlava mai del collegio.
Ma una vera dote ereditaria baciava Lirl, mentre raccontava, negli incontri del martedì alle amiche, i film che vedeva al cinema il lunedì sera, insieme al marito.

Era un racconto appassionato, ogni volta un grande romanzo, vivo, perfetto, che aleggiava nel salotto, vibrante nella sua voce.

Lirl portava sempre Núha con sé, a quelle riunioni, era affascinante ascoltarla.

Helòr - l'Oro di Hellok Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora