69. La cotta

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69.

Núha si svegliò.
Ricordava un po' l'incubo. E aveva sentito che qualcuno l'aveva accarezzata.
Aprì gli occhi. James era seduto sul letto. La guardava, gli occhi freddi.

"Mi hai soccorso tu?" gli chiese.
"Sì, hai avuto uno shock"

"Grazie, hai chiamato un dottore?"
"Oggi arriva a controllarti" disse lui, un po' imbarazzato.

"Telefonagli, io vado via adesso"

"Cosa? Non puoi, non hai capito? Hai avuto uno shock"

"Sì, ho capito, non importa, ci sono abituata, non preoccuparti. Vado a casa e poi ti rimborso le spese, anche quelle di ieri sera, della barca. Sono stata una vera scocciatura.

Vai James, così ti godi il lago. Ciao."
Si alzò, si rassettò.

"Tu non vai da nessuna parte. Hai detto che hai già avuto degli shock?"

"Senti, non ti preoccupare, non vale la pena. Era una battuta."

Si mosse per raggiungere la porta, ma lui le si parò davanti, prendendola per le spalle. Lei impallidì, la sentì tesissima.

"Sono stato io?"
"A far che?"
"Ti ho fatto del male, per quello che ti ho detto?"

"Ma no! È vero, ti ho detto un po' di cose graziose, ma hai ragione tu. Un'avventura tira l'altra"

"Stai bene adesso?"
"Sì, devo andare."

La sua presenza la faceva star male, doveva allontanarsi...'presto..presto..presto..' pensò.

"Rimani, adesso che le cose sono chiare, possiamo fare l'amore, non l'abbiamo ancora fatto. Dovevamo andare in barca."

Le accarezzò i capelli. Stava provocandola, per riuscire a capire se stava mentendo.
Il pallore e la tensione improvvisa, gli suggerivano di sì.

"Non mi va, mi è passata la cotta. Ciao". Disse lei secca.

E se ne andò.

Lui rimase congelato. Non prevedeva la battuta di lei...Le era passata 'la cotta?

Núha rimase lontano dal lago qualche giorno, poi telefonò a Rodrik.
"Ciao Rodrik."

Quando non c'era suo padre, si davano del tu.
"Devo fare un biglietto aereo e altri documenti.
Tutto è pronto in camera mia, nel cofanetto sulla scrivania, mancano le mie firme..Puoi prepararmeli e portarmi tutto?"

"Sì, vengo nel pomeriggio, come mai parti, da sola?"

"Ti spiego bene poi. Vado all'estero, a studiare.
Dì a tua sorella di prestarmi le mie bimbette, per qualche giorno, mi sono indispensabili. Portale con te. Grazie"
"Ok."

Núha si era resa conto, qualche giorno prima, mentre parlava, controllandosi, con James, che la sua crisi era qualcosa di molto serio.
Aveva avuto un nuovo accenno, quando James l'aveva toccata, cercando di fermarla. Conosceva un solo modo per aiutarsi..Le pupette.

Era completamente smarrita.

Si sentiva stupida, impotente e molto spiazzata, per quella cosa imbarazzante che le succedeva.

La innervosiva comportarsi in un modo così patetico, non essere padrona di sé.

Nin le aveva raccontato delle crisi inspiegabili, che aveva avuto da bambina, del torpore che sopraggiungeva.
Forse proprio questo era appena successo, di nuovo.
Le aveva raccomandato di tenere sempre un cane, l'unica cosa che la calmava. Doveva stare attenta.

D'altronde, anche il dottore, al mare, l'aveva avvertita. Aveva qualche problema emotivo, doveva allontanarsi dalla 'fonte'. Forse stavolta era James? Perché?

Helòr - l'Oro di Hellok Onde histórias criam vida. Descubra agora