66. Padrone

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66.

Hanjé arrivò in spiaggia, insolitamente al mattino.
La nipote Núha si preparava per un giro, con il suo materassino.

"Ciao, ho saputo della scuola, brava. E adesso cosa farai? Università?"

"No zia, più avanti. Adesso ho dei progetti da realizzare. Ho appena preso il diploma, sono maggiorenne. È ora che me ne vada.

Sono devastata da come ho vissuto finora. Voglio andarmene, lontano dalle persone di famiglia, che troppo mi amano.
Dormo inquieta, vivo in tensione, il loro 'affetto' mi uccide, la loro presenza mi fa male."

"Vuoi andartene? Ma tuo padre, Claude, è riuscito a rimettere in riga i ragazzi. La mamma è tranquilla, da un po'. Non ti basta?"

Núha non rispose, trattenendo il fiato. 'Accidenti, ho avuto uno sfogo inopportuno, ma ormai...'

Hanjé e Nin si guardarono. Videro che cercava di controllarsi, ma era molto irrigidita.

Però lei, pronta, aggiunse "Sì, sì.. Ma.ho trovato modo di essere indipendente subito, e continuare a studiare per farmi una carriera che mi soddisfi.

"Papà e mamma cosa dicono?"

"Niente, non lo sanno. Andrò a migliorare il mio inglese all'estero e poi farò la hostess sui Jumbo. Pagano molto bene. Le ore di volo sono poche, intervallate da lunghi riposi e mi daranno un piccolo appartamento, vicino all'aeroporto. Sarò totalmente indipendente, viaggerò, studierò, mi laureerò, lontano dall'incubo"

"Incubo? I tuoi fratelli ti danno ancora fastidio? E il fidanzato? Finalmente ne hai uno e lo lasci?"

"La situazione è complicata. E poi, non ne ho più di fidanzati, papà ha...
Tanto mi impediscono di averne, di fidanzati. Mi fanno una guerra spietata, in questo. Non capisco più i miei genitori."

Nin intervenne, capì che era sempre più agitata.
"Calmati. Parla chiaro. Cos'è questa furia di andartene immediatamente, è colpa dei tuoi fratelli? Di chi?"

"Non voglio parlarne, me ne vado e basta."

Hanjé disse con forza, preoccupata "Eh no, così non va, voglio sapere. Cosa succede ancora?"

"Non serve, non c'è rimedio. Ormai sono adulta, riguarda solo me. Non voglio che vi creiate problemi e ansie. E non voglio litigi in famiglia.
Ma mi prendo le mie responsabilità, la situazione è insostenibile "

"Lo troveremo un rimedio!"

"No zia. Basta coinvolgerti. È ora di finirla. Non puoi continuare a fare la balia a noi, prenderti un sacco di grattacapi.
Io 'devo' andarmene. Non posso rimanere. Bisogna anche maturare nella vita, ti pare? Questo devo fare ora, diventare adulta. Non posso proseguire così."

"Non puoi, o non vuoi? Maledizione perché tutto questo? Fammi almeno capire. È ancora colpa di tua madre Lirl?"

"Non è niente di grave, non mi ha più picchiato, è tranquilla, ma lei e papà sono cambiati"

"Cambiati? Mi sto preoccupando, i cambiamenti in mia sorella non sono un bel segno, di cosa si tratta esattamente?"

"È solo un cambiamento nei comportamenti con me, niente di preoccupante"

"Hai parlato di tutt'e due, anche tuo padre Claude quindi. Spiegami di più"

"Meglio di no. Lascia perdere, non è importante"

"Núha!!! Non farmi arrabbiare. Lo terrò per me. Ti basta?"

"Non arrabbiarti. Non serve a niente parlarne. Adesso non voglio pensare, solo svagarmi e godermi il mio lago. E il sole. È una cosa che devo risolvere da sola, sono maggiorenne ormai, no? Sono cresciuta, devo maturare del tutto"

Helòr - l'Oro di Hellok Where stories live. Discover now