30. Metamorfosi

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30.

John andò a casa di zia Beth e insieme al cugino Handr, andò a pesca sul fiume. Cercava di distrarsi dal pensiero del padre. Canna in mano si avviò lungo l’ampia spiaggia del fiume.
Si accorse che non riusciva a distrarsi. Fu costretto ad accettare i propri pensieri e ragionarci su.

Lanciò l’esca, ma solo per avere un’aria disinvolta. Lo sguardo perso nella corrente dell’acqua, pensò a suo padre.

Si ricordava di quello sconosciuto, che era entrato nella sua vita, a tre anni. Imparò a chiamarlo papà, ma non sapeva cosa voleva dire.

Poi iniziò ad andare con lui e la mamma un po’ in giro, in macchina. Lui era gentile, ma non era affettuoso. Era un uomo abbastanza freddo, ma si abituò alla sua presenza, non molto frequente. 

Claude era ancora militare, c’era la guerra. Era comunque l’unica presenza maschile, eccetto il nonno Giacomo. Tutti i fratelli della mamma, in guerra anche loro.
Il grado di ufficiale del papà gli consentiva maggiori licenze e così lo vedeva con più regolarità e poco a poco si affezionò.
Non così suo padre.

John comunque, istintivamente, scelse la figura del papà, come riferimento.
Era un po’ freddo, ma calmo. La mamma era nervosa, manesca. Lui rapppresentava un porto senza tempeste.

Tutt’ora la sua figura di riferimento era Claude. Ne cercava l’approvazione, la stima.

Ma Claude lo tenne sempre a distanza e man mano dimostrò uno scontento crescente del figlio, che non mancava di trasparire.

Ora che John era molto più grande, lo manifestava con un fastidio evidente. Con mille sporche scuse.

Già da adolescente, il ragazzino, per accontentare il padre, andava in fabbrica, a vedere, imparare e si interessava dell’ufficio tecnico, della progettazione. 

Non era un campo che gli interessasse quello del papà, ma lui ci teneva che approfondisse le conoscenze in materia, un giorno l’attività sarebbe diventata dei figli.

Claude era molto conosciuto nel suo campo. Oltre alle enormi realizzazioni per le  acciaierie, il ventaglio dei suoi clienti era vasto. Fece diversi scudi per le dighe, pareti di contenimento, in acciaio. Qualcuna per il Brasile. E qualche anno dopo, la fresa scavatrice della talpa, che servì per scavare il corridoio della prima metropolitana di un’importante città.

John era molto intelligente e già da giovanissimo aveva assimilato, senza difficoltà, nozioni non facili da comprendere. Decisamente il più intelligente dei tre fratelli.

Ma Claude non era mai soddisfatto di lui e si guardava bene dal dargli soddisfazioni. Badava però a fare appunti negativi anche per un nonnulla.

Per John era un’angoscia, il ragazzo, cercava di fare il suo meglio, in tutto. Ma non bastava mai. 

John vide scorrere, nel flusso d'acqua limpido, il film di altri brutti ricordi.

Un pesce, bellissimo, si mise controcorrente agile e veloce, dominando il flusso contrario con ritmici, energici colpi di coda.

Anche lui aveva nuotato controcorrente fino ad ora, cercando di essere degno di quello che Claude pretendeva. Si era consumato e avvilito, emotivamente, al punto che, fra il disamore della madre e l’insofferenza del padre, aveva cominciato ad avere quelle crisi orribili.

Cosa poteva fare di più? Non lo sapeva. Era esausto, impotente, di fronte a tanto disprezzo.
E si rendeva conto, che non era in grado di controllare le crisi, che gli avevano fruttato l’accusa di vigliacco, da sua madre.

Alzò lo sguardo, il sole aveva una luce bellissima, la giornata era intensa, vitale.

Guardò di nuovo la corrente.

“Non succederà mai più”, disse a se stesso. 'Scelgo la luce. Non nuoterò più controcorrente.
Sei stato così vigliacco da non scusarti e continuare a trattarmi come feccia, papà.

Non avrai mai più niente da me. Ti sei smascherato, non ti considero più mio padre. Qualunque cosa io faccia, fra te e la mamma, non ve ne importa niente, non serve a niente. Non cambia niente. Non vi sazierà mai. D’ora in poi farò solo quel che mi pare'. 

Fu l’inizio di una metamorfosi. John ebbe più stabilità emotiva. Non volendo più accontentare il padre, diventò più deciso e maturo, in un lampo.

Per cercare di farsi amare aveva quasi distrutto se stesso. Il gioco era finito.

Helòr - l'Oro di Hellok Where stories live. Discover now