7. Un trucco

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7.

Suor Cherubina disse "Già, è vero. Ma quindi, come ci sei riuscita, Leandra?"
Lei si soffiò un attimo il naso. E proseguì "Per il momento, chiesi aiuto all'unica suora di cui potevo fidarmi, suor Giacinta, una sorella mia compaesana, arrivata qui prima di me.

Non le spiegai cosa era successo, le dissi però che Lirl era in pericolo e che la superiora non doveva avvicinarla per un po'. Tutti avevano visto Diletta, spiritata, trascinare la poverina in cappella. Anche suor Giacinta. Le chiesi di fidarsi di me. Acconsentì senza indugio.

Giacinta è infermiera, è molto pratica e sveglia.
Si inventò in un attimo un trucco perfetto.

"Un trucco?" fece il dottore.

"Sì, ha funzionato anche con la sua infermiera. Mi scusi, ma era indispensabile"
"Ok, chiudo un occhio, vai avanti."

"Va bene. Giacinta si incaricò di mentire alla superiora, avvisandola che la bimba aveva gli orecchioni e che l'aveva messa in isolamento, in un'ala dedicata a queste evenienze. Le comunicò che si sarebbe presa cura di lei, com'era suo compito in quei casi, se la madre permetteva.

La superiora acconsentì. Poi Giacinta avvisò la sua assistente, dottore, dicendole che avrebbe fatto la terapia di rito alla bimba, in seguito portandola al controllo in ambulatorio, appena possibile."

"Di sicuro madre Diletta non oserà avvicinarsi per nessun motivo", mi disse Giacinta. "Altre due bimbe hanno avuto gli orecchioni, ed è stata alla larga, perché lei non li ha mai fatti."

"Nessuno si insospettì. Lirl era febbricitante per lo spavento e assopita da un blando calmante, mentre tutti pensavano che avesse gli orecchioni.

Di giorno io salivo a trovarla quando potevo, a cullarla, a rassicurarla. Si legò molto a me.

Ogni tanto era di nuovo cosciente, si era resa conto che l'avevo soccorsa in quel momento pazzesco.

E che suor Diletta le aveva teso un tranello, lasciandola da sola..'per farmi mangiare da due suore cattive', mi confidò.

Ma la lucidità durava poco, aveva bisogno di essere curata sul serio, nello spirito e nel corpo.
La notte, con l'aiuto di qualche piccolo stratagemma, riuscivo a stare con lei, anche perché non riusciva a dormire, l'assalivano gli incubi.

Tutto andava bene, poi fui comandata in portineria, per due giorni.

Sono tornata stasera in dormitorio, dalle sorelle, ed è successo questo disastro, di cui non sò il perché.
La bimba urlante, avvinghiata alla veste delle sorelle. Non capisco cos'altro le sia successo, come e perché fosse arrivata lì. Mi spiace, non so altro"

"Grazie" disse il dottore, "ora cercheremo di far superare la crisi a Lirl, poi tu ci aiuterai a farci raccontare meglio, cosa le è successo, per rimediare allo shock. Sei l'unica di cui si fida. Dobbiamo guarirla. Te la senti?"

"Mi piace molto quel trottolino, spero proprio di riuscirci. Si, rimarrò per curare lei, poi me ne andrò."

"Rimani, anche dopo, sei una persona speciale" disse Cherubina.

"No, non sono più a mio agio. E ho capito di aver dato ascolto all'egoismo. Ho seguito la vocazione, ma il mio posto è accanto ai miei fratellini e mia madre, che ne hanno bisogno davvero."

Il dottore si rivolse a madre Cherubina "Credo che ne abbiamo abbastanza per fermare la superiora, anche se non sappiamo cosa è successo esattamente stanotte. Ma lo sapremo col tempo."

Helòr - l'Oro di Hellok Where stories live. Discover now