18. Zack, Zach

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18.

Núha uscì un pomeriggio con sua madre.

'Che strano' pensò 'mi ha già fatto il regalo per i 12 anni e vuole farmene un altro, oggi'.

Ogni cambiamento, nelle decisioni e atteggiamenti di sua madre, la metteva in ansia. Di solito annunciava guai.

La mamma era affabile, dolce, quel giorno.
Una calma placida le si liquefaceva addosso.
Ne permeava il passo, arrotondava il sorriso.
La mano si muoveva volubile, mentre si accarezzava il viso, scomparendo di scatto a scomporre leggermente i capelli.
Lirl sembrava non toccare terra, era fluida, tenera.

Le sorrideva di là dal tavolino "Gelato con panna per noi" ordinò.
"Fra non molto la scuola è finita, oggi facciamo un giro di negozi e ti prendo dei vestiti, calzoncini e costumi per le vacanze."

I suoi occhi sorridevano. Sembrava la mamma di qualcun altro, quella che avrebbe voluto avere.

'Cos'è?" sbottò la sua mente, turbata.

'Cos'è questa donna che solo ieri era un'arpia? Che cosa l'ha cambiata in un lampo?'

Non voleva guardare sua madre, a volte le leggeva nel pensiero, quando si sentiva troppo vulnerabile, come oggi.

Era un po' esaurita, la finzione a volte la stremava, la nebbia di sbarramento, con cui confondeva sua madre, era poco stabile in quel momento.

Aveva bisogno di distanza, di respiro.
Era troppo per una ragazzina.
Quando era provata, la sua scorza difensiva si assottigliava.
Guardò i bei fiori, che la stagione rendeva paffuti. Un leggero tremore nervoso la stava scuotendo.

"Hai freddo?"
"No mamma, deve essere il gelato."

La stava guardando, gli occhi liquidi, indagava.
Un terrore sconosciuto, prese Núha alla gola, le salì alla testa.
Scattò in piedi. "Vado a vedere le anatre, posso?"

"Vai, ma non sporcarti."

Corse via come una freccia, per scuotersi. Guardava le anatre sbattere le ali fra spruzzi d'acqua.

'Cos'è che la fa sembrare umana, oggi?' Fremeva ancora leggermente.
Era troppo strana
'Cosa sta per succedere?'

Ebbe l'impressione di aver già visto degli occhi liquidi così, e le richiamavano un'orribile sensazione.

Lirl la raggiunse.
"Andiamo, dobbiamo fare diverse compere e poi prendere un paio di pinne nuove, stai crescendo in fretta.
Papà ha detto oggi, che vi fa finire le scuole un po' prima. È stressato, ha bisogno di andare al lago in anticipo."

Núha sorrise luminosa. 'Pinne nuove!! Lago!'
L'idea la rilassò e la distrasse dalle sue sospettose fantasie.

'Ecco cos'era, il lago!'

Sua madre diventava un'altra al lago.
'Meno male, pensavo ci fosse una tempesta in arrivo, e invece era la gioia di andare al lago'.

Il negozio era pieno di un sacco di pizzi, camicie da notte.
"Che belle cose!" disse Núha.
"Vieni, devi scegliere il tuo primo reggiseno" le ordinò Lirl.

"Cosa?"
Il suo spirito di guerriero in lotta con i giganti, si ribellò, si contorse veramente incazzato, sbucò in un forte "No. Io? Perché?"

"Perché stai crescendo alla velocità della luce, hai già troppo seno. Non puoi più stare così. Non rimarrai ragazzina per sempre. E difatti sembri molto più grande della tua età.

Ma il tuo abbigliamento ormai non è armonico, elegante, sembri una donna vestita da scimmietta. È ora di cambiare.
Armonizziamo la tua immagine con quello che fisicamente adesso sei.
Non si può fare diversamente. Hai il fisico di una signorina.
D'ora in poi devi tenere più distanza con tutti, poca confidenza ai ragazzini.
E dagli adulti devi pretendere che ti chiamino signorina"

Helòr - l'Oro di Hellok Where stories live. Discover now