25. Picchiami

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25.

Lirl sbarrò gli occhi.
"Cosa? Lo dirai a papà e i miei fratelli?
Perché vuoi farmi questo?

Noooo!!!..I miei fratelli e papà noo!

Nooooo! Perderò la mia famiglia! Ancora!!
No, ti prego no, no."

"Forse no, speriamo, ti aiuterò e cercherò di fargli capire, di spiegargli. Ma devi fare giudizio" disse Hanjé.

Lirl era accartocciata su se stessa, in silenzio.

La sorella maggiore era affranta di doverla mettere così alle strette. Rimase un attimo pensierosa, seduta e immobile.

Ripensò alla bimba col fiocco, fresca, e gioiosa, spedita in collegio, ora trasformata in una pazza strega.

"Mi fa male farti questo, ma è per te, oltre che per i tuoi figli.

Si mise le mani nei capelli, e guardò sua sorella, con una dolcezza infinita.
Vide il piccolo essere giocoso e birichino, che era stata, messo all'angolo dalla vita, rattrappito, che non sapeva più volare, ma solo graffiare la gabbia, per distruggerla.
Abbandonata, così sola...ignorava che esistesse la felicità.

"Lirl, tesoro, ho capito cosa hai sofferto e capisco che una furia irragionevole, a volte, ti prenda. Hai ragione, ti abbiamo fatto del male.

Anch'io ti ho fatto del male.
Picchiami!
Picchiami quanto vuoi, avrai ragione, solo ragione.

Picchia me, non i tuoi figli. Non distruggere te e loro, la tua famiglia.

Sono qui tesoro..fallo..picchiami, vendicati su di me..ma non perderti!"

Lirl scattò dalla seggiola, con furia si inginocchiò ai piedi di Hanjé, piangendo a dirotto, nel suo grembo.

"Non posso, non posso, tu e i miei fratelli siete tutta la mia vita.. la mia unica famiglia..non abbandonarmi ancora.. Mamma.. Mamma..sei tu..l'unica mamma che mi rimane.. non lo farò più..non abbandonarmi..non farò più la cattiva."

Hanjé la cullò dolcemente. Claude aprì la porta, lei gli fece cenno di stare zitto e andarsene.
Lui osservò, in silenzio, la moglie che singhiozzava.

Tutta la rabbia gli scomparve.

'Chi sa cosa sono tredici anni di collegio e solo sei giorni a casa?

Un soffio scorticante.
Un filtro maligno, inebriante d'odio.
Quanto, nessuno lo sa.'

Lirl cadde in una specie di torpore, dopo il discorso di Hanjé. Fu necessario l'intervento di uno specialista. Era sotto un sedativo leggero.

>>...Aveva navigato nelle acque infide della sua psiche, per un po' di tempo, ma ora era più calma, sognava di essere in barca, in una grotta tranquilla, remava, voleva andare verso una spiaggia bella, davanti a lei, luminosa, accogliente, ma se si sentiva nervosa, la spiaggetta si sollevava dall'acqua, scappando a rallentatore verso l'alto.

Scacciava l'agitazione, immergendo lo sguardo nelle acque azzurre sotto il sole, e la spiaggia ritornava giù...<<

Il professor Dilan disse a Claude "Hanjé mi ha spiegato tutto della vita di sua moglie. Ha detto che le proprie parole hanno sconvolto Lirl.

È vero, ma in senso positivo. Quelle parole stanno sciogliendo dolori e rancori, almeno in parte.

Il tormento di sua moglie è difficilmente misurabile, ma il discorso di Anjé è stato un grande atto d'amore, di condivisione del suo dolore, di legittimazione di quel tormento e della rabbia conseguente.

È stato come due mani amorevoli, tese per sollevarla dall'incubo. Hanno spalancato il buio alla luce.

Ora Lirl si sta riconciliando, con una parte di se stessa. Sa che non è più un'orfana sola. Che non è colpa sua se la sua mamma è morta.

"Colpa sua?"

"Sì, colpa sua. Così pensano i bambini piccoli. La mamma è morta, ma un bambino non capisce ancora bene cosa sia la morte. Perciò vede solo che la mamma non c'è più, che non ritorna.

Non potendo spiegarselo diversamente, pensa che lo abbia abbandonato, per aver fatto qualcosa di sbagliato.
È un meccanismo terribile. I bambini si sentono così in colpa che a volte non escono più da quest'incubo. E da adulti diventano instabili, disturbati, come Lirl."

"È incredibile, non lo sapevo. Quindi Lirl si sente colpevole e non riesce ad uscirne".

"Le parole di sua cognata, peró, visto che Lirl la considera la sua nuova mamma, la stanno aiutando. Il suo atteggiamento tenero, partecipe, la sta lavando.

Le ha dato ragione di essere arrabbiata, e lei si è sentita perdonata.
Almeno un po', con lentezza, recupererà normalità. Difficile dire fino a quanto.

Adesso rivuole la sua famiglia, le sue radici, quell'appartenenza che cercava disperatamente e non sentiva. Ed è disposta a guarire dal dolore, che la rende violenta, perché vuole essere accettata nella famiglia d'origine.

Era un agnellino urlante in un deserto, lontano dal suo gregge.
In buona parte guarirà. Ma non del tutto.

Il suo carattere si è formato in quella disperazione. Non cambierà molto, probabilmente non picchierà più i figli.
Ma il castello difensivo che ha costruito in sé, non si può mutare, è lo scheletro che la regge. Sarà un po' meno aspra con i figli, ma rimarrà comunque se stessa, anche se si addolcirà e sarà più serena, più gioiosa.
Un pò più riflessiva.

La sua psiche sceglierà quei pilastri che le sono indispensabili e non li demolirà. Allenterà un po' severità e controllo, in casa, sarà forse un po' più vivibile per i suoi figli.

Mi ha detto sua cognata Hanjé che sono proprio i suoi figli le principali vittime, per scaricare la rabbia.

Se ha bisogno d'aiuto per loro, io sono qui, disse il professor Dilan."

"I ragazzi stanno tutti bene, è stato un episodio isolato, quello con Núha."

Claude mentiva sapendo di mentire. Con superficialità minimizzava il problema. Pensava che se lui era andato in guerra, vedendo il peggio dell'umanità, anche i suoi figli potevano pur tollerare una madre nervosa e dovevano adattarsi. Ma non era così facile.

Helòr - l'Oro di Hellok Where stories live. Discover now