93. Violenza

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93.

Lirl aveva spiegato la genesi della sua instabilità. Fece una breve pausa, per calmare l'ansia.

Riprese.
"Dunque, dopo sposati arrivò anche Tom, e Nùha per ultima.
I bambini mi erano sempre piaciuti. Anche in collegio, fin da giovane, ero brava con i bambini.

Arrivati anche gli altri due piccoletti, ero piena di gioia, qualcuno in più da amare. Le mie creature mi avrebbero amato davvero. Finalmente qualcuno lo avrebbe fatto.

Ma dopo essermi sposata, invece, gradualmente, divenni agitata, irascibile, sempre meno paziente con loro.

Solo da poco ho capito perché. Così come ho capito perché l'amore di Claude non mi faceva crescere.

Non successe subito, ma il mostro che avevo in me, ad un certo punto, sfoderò gli artigli.
Andai, sposata, ad abitare con Claude. Ero sola con le mie creature.

Non c'eri più tu, Hanjé, a darmi equilibrio, a farmi ragionare, a darmi affetto e stabilità ogni giorno. come quando avevamo cresciuto John. Senza di te, non riuscivo a decifrare i miei impulsi.
Amavo i miei bambini, ma cominciai a riempirmi di paura.
Terrore di amarli così tanto, e poi, magari, non essere riamata 'nemmeno dai miei figli!!' Ero convinta di non essere degna d'amore.

Loro erano un amore troppo grande per perderlo, li adoravo, ma proprio per questo, il loro disamore poteva uccidermi! Annientarmi definitivamente.

Ogni loro pianto, mi diceva che non ero una madre abbastanza degna
Ossessivamente, mi convinsi che non gli piacevo...
Quindi seminconsciamente, per non farmi uccidere dal dispiacere, capii che non dovevo affezionarmi troppo!!!

Questa divenne un'ossessione.

Cominciai a comprimere il mio amore, per riuscirci, cominciai a scovare difetti nei miei bimbi, e infine a convincermi che non meritavano tutto il mio amore, che non valevano niente.

Cercavo di impedirmi di amarli.
Come?
Pretendendoli perfetti.

Non potevano esserlo.
E allora, usando la mia delusione, come un assurdo alibi, mi autoconvincevo che non erano degni di me, che non erano abbastanza belli, abbastanza bravi.

Perciò mi sentivo autorizzata a punirli.
Ma poi cominciai a picchiarli.
Convinta, che 'sicuramente' nel futuro mi avrebbero abbandonato.
Sarebbe stato un gigantesco abbandono'. Il più grande.

Non avrei potuto finire in un ciclo ossessivo più distruttivo, per loro.
Ma solo adesso lo capisco.

Nemmeno l'amore di mio marito mi guariva, perché mi aveva tradito, o meglio 'abbandonato', secondo il mio inconscio, troppe volte, ero sicura che lo avrebbe fatto di nuovo. Definitivamente.

Avvolta nell'amore di Claude, come in una magia, quando ero con lui. Vivevo in sospeso, convinta che mi avrebbe lasciato, prima o poi.
Aspettando un addio, come un condannato a morte.
Per questo crollavo se lui era via da me.

Insomma, ero assediata dalla mia fobia.

Brian, invece, l'ho sentito come una grave perdita, ma non un tradimento.
Lui parlò a suo padre, che da violento autoritario, minacciò di farmi sparire, se si metteva con me.

Brian ebbe paura che mi facesse del male. Eravamo giovani, lui non aveva indipendenza. Mi disse che non voleva trascinarmi nella miseria e nella paura. Ci lasciammo di comune accordo.

Avrei potuto guarire, se l'amore di Claude fosse stato onesto, senza abbandoni, trucchi.i

Un giorno lei, dottore, mi aveva fatto la domanda giusta, "Ti ricordi se sei sempre stata cosí inquieta? O c'è stato un momento in cui questo è iniziato?"

In collegio ero infelice, un carattere ribelle, ma da quando avevo incontrato Brian, in fattoria, nell'allevamento, ero felice, molto felice.
Poi tutto cambiò quando sapemmo di essere senza futuro. E non fui più la stessa, senza rendermene conto.

In seguito, mi innamorai di Claude e iniziò il disastro. La mia ferita per Brian non era ancora rimarginata e le cose che successero, la trasformarono in una piaga insidiosa.

Una piaga sempre più grande, ero convinta che nessuno mi amava nella mia nuova vita.
Il mio inconscio cercava di svegliarmi, di far scoppiare il bubbone e restituirmi il senso dell'amore vero e della realtà.
Voleva mostrarmi che dovevo cercare qualcuno come Brian, quel tipo d'amore poteva guarire la piaga.
Ma era un messaggio troppo complicato da comprendere. Ero avvolta in Claude, che oscurava tutto.

Ora so che, uno schiaffo dato per sbaglio, mi ha aperto gli occhi.

Avrei dovuto cercare di reincontrare Brian, per il mio bene, subito. O trovare un nuovo amore simile. Onesto, senza inganni. Ma scacciavo i piccoli stimoli che il mio inconscio generava.
Perché non riuscivo a dare a Claude un dispiacere.
Mio marito mi ha dato molto, a modo suo. Mi ama molto. Ho resistito a lungo, anche perché comunque lo amavo.

Ma amavo quello che credevo lui fosse. Non quello che è.

Ora è diverso. Devo decidere cosa fare. Devo andare lontano, da sola."

Helòr - l'Oro di Hellok Where stories live. Discover now