94. Le unghie di Lirl

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94.

Il lungo colloquio col dottore aveva giovato a Lirl, pensò Hanjé, ma ora doveva curarsi, trovare la sua via, ritrovare equilibrio. Ridipingere il proprio futuro e forse anche distruggere una parte del passato.
Era preoccupata per la sorella, ma la vedeva ormai schiarita, decisa, positiva.

A casa propria, Lirl era in soggiorno, pronta per uscire,
Claude entrò nella stanza, la sua luce irradiò lo spazio, come sempre. 
Lo guardò, provò una stretta dolorosa al cuore. ‘Perché?’ pensò.
La sua sensibilità di donna lo percepì come sempre, era molto attraente. E solare. Perché doveva succedere?

Lui avanzò, la baciò “Buongiorno tesoro, come stai?”
Lei gli sorrise, gli indicò una copia di Mlek, appoggiata di fianco alla sua colazione. “Ho preso per caso questo giornale, ho trovato una notizia interessante, guarda, ti ho messo un segnalibro.”

Lui diede un colpo d’occhio al tavolo e distolse subito gli occhi.
Poi si sedette, prese la caffettiera e una brioche “Grazie, la leggerò più tardi, sono di fretta.”

“È una cosa importante, ti farà piacere, ci vogliono due minuti”
“Va bene, porto con me il giornale” Lo prese e lo infilò nella borsa da lavoro.
Lei si alzò, sinuosa, sfilò il giornale dalla borsa, aprì alla pagina e glielo posò davanti “Ecco, leggi.”

Lui le sorrise, rimase seduto, evitando di guardare il giornale, si girò sulla seggiola, le abbracciò il bacino, e le baciò lo stomaco. “Adesso non ho tempo, ci sei tu qui, devo corteggiarti.”
Lei gli accarezzò i capelli, e poi il viso, mentre lui la stringeva e la guardava.

“Stai prendendo tempo, quando avevi intenzione di dirmelo?” chiese lei, dolcemente.

Lui finse di non sentire, infilò una mano sotto la sua gonna, poi si alzò di scatto e la prese in braccio, dicendo “Andiamo”. 

Lirl gli piantò le unghie affilate nelle guance “Non andiamo da nessuna parte, mettimi giù, o ti sfregio le guance.”

La posò a terra e la strinse forte “Che c’è amor mio? Ce l’hai con me?”

“Certo, lo sai” disse scostandosi. “Tu sai cosa mi hai fatto e anche a Núha.
Oh..Claude..perché? Perché fai tutto questo? Perché non lasci in pace Núha?

Agenzie di investigazione che non esistono, diffamazione, rapimento, violenza! Hai cercato di ucciderla..e continui a nascondermi che fa la giornalista e non ha mai fatto la puttana.

Mi manchi di rispetto, mi manipoli, non so perché. 
Non dovevi, non dovevi..” disse quasi sottovoce, dolcemente.

“Ma no, cosa dici? Sei strana stamattina”

“Non trattarmi cosí” disse lei calma “Sii sincero, almeno adesso. Ti amo, tantissimo, con l’anima e tu mi hai usato, ingannato continuamente. Provo una pena profonda, perché sei molto legato a me, ma non mi rispetti, non rispetti nessuno.

Pazienza. Adesso devo andare. 

Sai già cosa c’è sul giornale. Un articolo di Núha. Ma fai finta di non saperlo. Peccato.
Bene, ora io esco. Ti ho messo un segnalibro, guardalo. Buona giornata.” 

Si avviò veloce all’uscita.
Lui rimase immobile un attimo, Lirl sembrava arrabbiata con lui, ma non troppo.
Quindi..lo aveva scoperto, ma non aveva fatto tragedie,
Bene, un po' di coccole in più e le sarebbe passata.

Fece colazione, poi prese il giornale, guardò la foto di Núha, prese la busta che segnava la pagina. C’era scritto - Claude - 
Aprì e scattò verso la porta, uscì sulla strada, Lirl non c’era più.

Rimase lì, guardandosi attorno. Rientrò, si sedette ancora al tavolo della colazione, prese in mano il messaggio di Lirl.

Stampato in evidenza stava scritto - Istanza di Divorzio - 

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