40. Profumo

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40.

La corriera filava veloce e Lirl fuggiva da lui.

Claude rimase impietrito.

Si allungò leggermente, a inseguire la scia del profumo di lei, che si allontanava, espanso dal calore del giorno, in piccoli sbuffi, mischiato alla polvere gonfiata dalle ruote, che rapivano la sua principessa.

Non era ancora evaporato l'ultimo delizioso soffio di lei e lui era già colmo di nostalgia.

"Lirl! Come ho fatto? Cosa sarò?"

L'aveva ingannata e lei era fuggita sulla corriera.

Non riusciva a muoversi, rimase lì, fissando il polverone che si allontanava, come un bambino, in attesa che il giocoliere facesse eruttare il coniglio dal cappello.

Non riusciva ad andarsene, non riusciva a percepire il reale, era sospeso, in una favola maligna.

Che lui aveva creato.

Lirl, come una malìa lo permeava, lo accarezzava nel profondo, scalzo e disarmato dal suo potere, tenero e forte.

Non era una strega, quella pazza donna, che era impastata in lui, come il fango del primo giorno, con cui l'onnipotente aveva modellato le creature.
Era la parte più meravigliosa di sé, l'alito della creazione avviluppato in lui. Eva.

Accanto a lei era completo e felice, si sentiva benedetto dal destino che li univa.

Con il suo amore riusciva a percepirla, per quello che era, veramente, sotto il guscio di orrore e dolore che la agitava.

Ed era sempre in grado di calmarla, farla sbocciare con un solo tocco, perché, anche lei, era stretta nel dolce aroma del loro amore.

Quando in guerra l'aveva dovuta abbandonare, era quasi impazzito, squinternato dalla sua mancanza.
E quando Baer gliel'aveva restituita, aveva sopportato la stizza di Lirl, le accuse, il disprezzo, il rifiuto ostinato.
Aveva combattuto come un ariete disarmato, per raggiungere la tenerezza di lei, che sapeva esserci, per lui. Creata per lui.

Aveva sfondato l'inferno per raggiungerla e ora era lì, abbandonato, di nuovo annegato nella disperazione. Come aveva fatto?

'Se non ci fosse stato John!' pensò.

Tutto era andato storto con quel ragazzino, che non riusciva a chiamare figlio.

Pur di raggiungere Lirl l'aveva scostato da sé, poi negato, demonizzato.
E infine asfaltato.

Sapeva perché, ora, Lirl lo odiava. Sapeva che aveva ragione. Ma non riusciva a sentirsi colpevole.
Aveva agito per amore di lei e si sentiva assolto dalla perfidia, in nome del diritto vitale, di difendere e vivere il su, a qualunque costo.

La loro unione era, per lui, una questione di sopravvivenza, a cui tutto si sacrificava.

E tutto era distrutto, ora che il suo sporco gioco era svelato. Ma non si sarebbe mai arreso.
Si avviò verso la macchina, come uno straccio, pieno di polvere.

Guidava intontito, ma già andava avanti, con la mente, a ricreare il futuro.
Come una vela carica di vento, navigava, verso il nome di Lirl, in tempesta.

John lo aveva sfidato e spiazzato, con la sua mossa di scappare in collegio.
Gli scivolava via, come al solito, ma era stata una gran mossa, era stato abile, nonostante fosse totalmente in suo potere. Inoltre, così, risolveva molte cose e ridava aria al futuro. Forse ad entrambi.
Ma Lirl aveva scoperto tutto.

Si fermò, cercò un telefono.

"Rodrik, chiami urgentemente il collegio di Tom, avverta che è in arrivo anche John. Lo accompagnerà lei, con una mia lettera. Raccomandi che i due ragazzi siano mandati nelle due diverse sedi che ha il collegio. Lontani uno dall'altro, e ignari delle rispettive collocazioni.

"Si' certo, è più prudente, con Tom non si sa mai."

"John ha deciso spontaneamente di voler recuperare, daparte

"Non ho dubbi che ce la farà, è un gran ragazzo, intelligente, buono. Lei è fortunato con un figlio così"
"Sì certo."

Tornato a casa non trovò Lirl.
Partì immediatamente, da solo, per la vacanza.
Doveva stare lontano da Lirl per un poco, lasciarla calmare. Poi sarebbe ritornato, il capo cosparso di cenere, avrebbe recuperato, spiegandole che aveva agito per troppo amore per lei.

Ce l'avrebbe fatta a riprendersela. Aveva tempo, anni, prima del ritorno dei ragazzi.
Avrebbe fatto in modo che venissero a casa, separatamente, solo una settimana l'anno. Non li avrebbe fatti reincontrare, fino al diploma.

Ora poteva sperare di avere Lirl più vicina a sé, senza interferenze. Se riusciva a farsi perdonare.

La corriera, su cui era salita, portava al lago. Era sicuramente già arrivata da Hanjé.
Meglio non parlarle ancora, avrebbe telefonato domani.

Helòr - l'Oro di Hellok Where stories live. Discover now