91. La verità

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91.

Lirl chiuse gli occhi, dopo aver letto ciò che le scriveva Núha. Rimase immobile, in silenzio, le labbra strette, a lungo.
Il dolore la scioglieva, pian piano, implacabile.

Portava Claude, dentro di sé.

~~... Il suo Claude, sulla funivia, la prima volta. Così dolce stare fra le sue braccia, che l'avevano avvolta e sconvolta. Il calore del suo corpo, i suoi baci, la sua carica sessuale. Il suo sorriso.

L'intensità della sua energia maschile, l'aveva calamitata in sé e l'amore che bruciava in lui, l'aveva completamente permeata, stordita.

Quando era con lui, non sentiva dolore. Il suo desiderio di lei era costante e intenso. Era un amante appassionato, tenero e un marito sempre pronto a comprenderla, a calmarla.

Non se ne era mai resa conto, ma con lui era come in una eterna, tenera, erotica coccola. Ammortizzava il suo disagio, si sentiva amata. In un bozzolo protettivo, gioioso e caldo.

Ma questo non costruiva niente in lei, non le dava equilibrio.

Ogni distacco da lui, la rendeva terrorizzata, nevrotica. Ripiombava nel suo disagio, sola. Ma bastava vederlo al ritorno e si rassicurava.

Lui lo sapeva, evitava di lasciarla a casa, se poteva, anche se doveva andare via per lavoro. D'altronde per lui, un giorno senza Lirl non era accettabile. La sua passione per lei, non era mai diminuita.

Poi l'aveva ingannata.

La questione di John la agitava ancora, il suo umore aveva alti e bassi tumultuosi, lo odiava e lo amava ormai, ma non riusciva a darsene totalmente ragione. Lo aveva perdonato, eppure qualcosa la torturava.

E ora succedeva di nuovo. L'aveva manipolata, come con John...~~

"Lirl!" disse Hanjé preoccupata.
"Dimmi qualcosa. Cosa succede? Pensavo di vederti furibonda, nel sapere cosa ti ha combinato Claude."

"Già. Credevo di fare la cosa giusta" disse Lirl, piano, d'improvviso, guardando il dottore, con una dignitosa, profonda tristezza. Il suo senso di disagio, di colpa, era palpabile nella stanza. Il dottore si preoccupò.

"Io...il carnefice. E lui lí a guardare, muovendo i fili dei suoi burattini.
Approfittando delle mie brutte attitudini, mi ha fatto fare il lavoro sporco.

Vigliacco, viscido, criminale!
Ha tentato di strozzare Núha, lo sapete? Non l'ho mai detto"

"Cosa?!!!" Dissero all'unisono Hanjé e il dottore.

"Sì. Non riuscivamo più a fermarlo.
Ha bloccato Núha contro l'automobile. In due a cercare di scuoterlo via.
E lui, inamovibile, come una morsa, la strozzava, stringeva implacabile, me la stava ammazzando.
Poi, nel sentirsi svenire, Núha lo ha sbilanciato e io l'ho colpito, l'ho ferito in faccia con la borsa, l'ho allontanato da lei, che respirava con un sibilo, gli occhi iniettati di sangue e di febbre, le impronte blu sul collo, la ferita dell'operazione gonfia..
È successo la sera dell'ultimo dell'anno.
Il mattino dopo lei è scappata.
Era il primo gennaio, il giorno del suo compleanno. Povera piccola.."

Si mise a singhiozzare senza controllo "È stato orribile, ho visto mia figlia che veniva implacabilmente strozzata. Stava scivolando via, l'ombra della morte già negli occhi...oddio!

Lirl stava sfogando il terrore, e la vergogna di quei momenti, trattenuto fino da allora.

"Calmati Lirl" il dottore le fece inghiottire una pillola, aveva paura di uno shock. In Lirl sarebbe stato un disastro.

"Le avevo fatto sapere, dottore" disse Hanjé "che Claude aveva già preso alla gola Núha, una prima volta, dopo averla presa a schiaffi, per un motivo ridicolo"

"Sí, purtroppo. Claude è in una china discendente, gli ho già parlato. Ma è troppo orgoglioso, così non scioglierà i suoi problemi, li aggraverá."

Lirl si stava calmando e intervenne "Sono stata una comoda pazza marionetta. Mi ha usato. Ha fatto in modo che io correggessi John, per plasmarlo a suo comodo.
E lo stesso con Núha, per non lasciarla andare, i figli come bambocci, la moglie come un'arma.

Posso a malapena immaginare il dolore che graffia i miei figli, per quello che gli ho fatto.
Non posso nemmeno chiedere scusa, ho fatto del male, con tutte le mie forze. Troppo."

"Suo marito è stato molto egoista, ma forse non percepisce del tutto il dolore che provoca" disse il dottore.

"Mio marito percepisce solo se stesso.
Sa tutto il male che provoca, lo sa dottore, ma non riesce a rispettare le persone. Deve imperare. Solo questo conta."

"Già, la brutta malattia di questi tempi, supponenza, orgoglio, potere, mancanza di empatia."
Il dottore si fregò la fronte, scacciando la sensazione di impotenza.

La voce di Lirl concluse il pensiero.
"L'unica cosa di cui non si rende conto è che ha perso me e Núha. Irrimediabilmente.
Ma non da ora, questo è solo il colpo di grazia."

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