124. Tintinnava

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124.

Núha era inquieta, si sentiva oppressa e nevrastenica da un po'.
L'avventura di Brunga, e la bella serenità, sembravano un sogno.
Il tempo passava, Lànghrian era ormai un ragazzino.
Lei non riusciva ad essere serena.

Come un vetro toccato da un sasso, delle crepe la indebolivano e si diffondevano.

Era molto stanca, il mal di testa la sfiancava, ci volevano giorni per riprendersi. Ogni volta era come dover riemergere dalle profondità. Riprendere lucidità, senza far intuire il suo stato esausto di dolore, era molto impegnativo. In quei momenti aveva bisogno di calma, merce rara in quei momenti..

Avrebbe avuto bisogno di appoggio, aiuto e calore, ma il nervosismo di Rúnhr faceva vibrare l'aria, da un po' di tempo.

Era l'uomo della sua vita, non ne avrebbe voluto un altro. Sensibile e fedele. Sapeva essere fantasticamente caldo, così attaccato a lei. Ma anche inquieto. A volte, si faceva ombroso, mentre lei aveva bisogno di dolcezza.

Lui stava sellando un cavallo, si muoveva sicuro, il bel corpo elegante, il viso armonico, maschile.
Le belle mani tiravano le cinghie, stringevano. Accarezzando la groppa del cavallo, gli parlava, lo coccolava. Tirò fuori dalla tasca uno zuccherino "Bravo, fra poco vai a spasso..bella giornata..divertiti."

Núha lo fissava incantata, ogni movimento di lui, era una carezza sulla pelle, avrebbe voluto stargli appesa al collo, lasciarsi prendere in giro, come piaceva a lui. Ma l'aria frizzava troppo nervosa, quel mattino, attorno a lui.

Rúnhr le diede le spalle "Cosa c'è?" disse con voce bassa.

Lei si guardò in giro..non c'era nessuno'..
"Parli con me?"

"No, con quel pizzicorino che mi sta mordicchiando le spalle"
"E sarei io?"

"Mi stai fissando"
"Ma..sì, può essere, stavo pensando. Scusa"
"A cosa?"

"A niente, piccoli stracci di ricordi, sensazioni. Tutto confuso. Mi sono imbambolata. Esci a cavallo?"
"No, l'ho preparato per Tiya." Lui si girò, alzò gli occhi di colpo.

Lo strano azzurro, ghiaccio caldo, le sfiorò lo sguardo. Le iridi di suo marito indagavano. Lei si scombussolò. Poi lui mise il cavallo nel box.

Núha rimase senza fiato un attimo, quindi si girò per andarsene.

"Dove credi di scappare?" Lui era già dietro di lei, la prese per una spalla, la faccia truce.

"Cosa c'è? Sei arrabbiato con me?"
"Direi di sì"

'Oh accidenti, no, non ci voleva!'. Andò subito in tensione.
La prese per mano "Avanti, vieni, dobbiamo parlare"

"Ma di cosa? Sei di nuovo arrabbiato?"
"Sì. Andiamo in casa, è una cosa privata."

'Una cosa privata? Siamo alla frutta..ha un'altra donna'.
Cercò di divincolare la mano, ma lui la tenne forte e brontolando, la condusse in casa.

Le diede uno spintone e chiuse la camera.
"Adesso basta" fece lui cupo.

Lei si bloccò davanti alla porta "Basta cosa?"
Le assestò una gran pacca sul sedere "Cammina!"

Lei si rigirò arrabbiata "Hey, ma la pianti di farmi male?" gli diede due spintoni indietro.
Lui la prese per il bavero della camicetta "Cosa credi di fare? Sono un bel po' più grosso di te"

"Ti spacco la faccia lo stesso. Cosa diamine hai?"

"Dimmelo tu. Prima mi punzecchi le spalle col tuo sguardo fastidioso, poi mi dici che non vuoi niente, e poi te la fili col tuo profumino. Allora? Mi dici cosa vuoi da me? Sempre a dare fastidio!"

Helòr - l'Oro di Hellok Where stories live. Discover now