129. Lyoss

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129.

Núha era rimasta colpita dalla cattiveria di sua suocera.
Era molto arrabbiata, lei e Lànghrian avevano sopportato, per molto, i picchi nevrotici dei suoceri. E qualche stranezza. Rúnhr li aveva messi in riga, li aveva costretti a rispettare la propria moglie, le proprie scelte.

Ma indubbiamente gli voleva bene e perdonava sempre.
Il suocero era morto.
La suocera era musona, ma Núha sapeva che era la sua indole. Era molto brava a cucinare, a volte le insegnava qualcosa.
Il suocero era sempre stato in giro. Si incontravano di rado, nelle riunioni con tutti i familiari.

Era un uomo che amava essere al centro dell'attenzione, brillante, chiacchierone. Núha si era affezionata, nei primi tempi, era espansiva, contenta della loro presenza. Poi man mano, aveva avvertito un non so ché di rigido, da parte loro, ma pazienza.

La cosa che invece l'aveva stupita era come, nonostante il palese affetto, Rúnhr avesse spesso uno scompenso emotivo, dopo averli incontrati. Aveva indagato, con molta cautela, ma non era emerso nulla. Comunque lui non parlava mai di loro, spontaneamente, o della propria giovinezza.

Man mano, i suoceri le avevano procurato diversi grattacapi, i loro rapporti erano rimasti gli stessi, ma si erano fatti man mano formali.

Quando il suocero era morto, aveva accettato volentieri di ospitare Lyoss. Perciò, sapere che macchinava contro di lei era stato un brutto colpo. Non si aspettava tanta stupida acredine. Eppure alcune cose avrebbero dovuto metterla in guardia..

Quando era sposata da poco, un giorno stava finendo di dare forma a un vassoio di gnocchi freschi, poi si girò per metterli vicino alla pentola.

Lyoss era appoggiata a un mobile, dietro di lei, braccia conserte e l'immancabile sigaretta in bocca. La osservava.

Non si aspettava che si girasse, era concentrata nei suoi pensieri, che trasparivano dalla sua espressione.

Núha ne fu colpita, c'era molta antipatia, nei suoi confronti. Lyoss pareva un gatto selvatico pronto a scattare, le narici dilatate, le palpebre a mezz'asta, le labbra contratte, lo sguardo duro.

Capì che 'quella' era sua suocera, non la donna melensa, ma sempre scontenta, che conosceva.
Da allora, sottili fili di insofferenza erano diventati palesi e pian piano erano diventati una matassa.

Un giorno, era nel cortile comune, parlava con Sirgye, seconda cugina di sua suocera, che abitava lì.
"Attenta a Lyoss" le disse, qualche tempo dopo sposata. "È molto particolare, un po' oscura, segno di brutti dispiaceri del tempo di guerra.
Le sei antipatica."

"L'ho capito, anche se non so perché"

"Innanzitutto perché è gelosa di Rúnhrl..
Poi perché sei ben istruita, vieni da una famiglia ricca ed è invidiosa.
Noi siamo cresciuti nella miseria, le fa rabbia che tu abbia lasciato la ricchezza, che lei sognava.
Avrebbe voluto essere nata lei in una famiglia ricca. Ti considera una stupida, che ha sciupato un dono.

Un giorno mi ha detto "Proprio mio figlio, senza un soldo, doveva scegliere quella lì? Perché non ci ha lasciato in pace, mettendosi con qualche suo amico miliardario? Doveva stare al suo posto, non fra noi.
Invece mi ha rubato Rúnhr, che volevo sposato con Tull, così che si occupassero di me.

Mi sono sposata per avere qualcuno che mi mantenesse, e figli non ne volevo proprio, ma li ho fatti per forza, solo perché dovevano curarsi del mio futuro.
Invece, arriva quella lì, e butta i miei piani all'aria.
Rúnhr ha scelto lei, con tutte le sue arie, e si è rimbambito. Vanno via ad abitare, sai? Ho fatto di tutto, perché non lasciasse Tull e rimanesse qui, ma 'l'ereditiera' se l'è preso."

Helòr - l'Oro di Hellok Where stories live. Discover now