46. Istanti

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46.

Kaèl era arrivato di nuovo a casa, al lago, dopo un'assenza molto lunga all'estero con i genitori.

Telefonò a Núha, rispose Hanjé. Le chiese se poteva andarla a trovare.

Lei lo accolse con allegria. "Bravo Kaèl, Núha è andata a nuotare. Avrai compagnia, ci sono diversi ragazzi oggi. Andiamo, sono tutti sul pontile, vedrai che baccano che fanno. Preparati perché si buttano in acqua a vicenda. Toccherà anche a te"

"Mi so difendere, ne caccerò giú un bel po' anch'io."

Si cambiò e spuntò in spiaggia. Quei disperati non se ne accorsero.

Non vide Núha.
Poi notò una testa spuntare in acqua, sotto la piattaforma, arrampicarsi di soppiatto e buttare giù un paio di ragazze. La osservò.
Non era Núha, era una piú grande.

Si avviò sul campo di battaglia, divertito e scansò un paio di attacchi.

Kaèl era ormai un giovanotto prestante, 18 anni. Come aveva detto Tom, il più affascinante in circolazione. Le ragazze gli sorrisero civettuole e si prepararono a una raffica di agguati.

"Dov'è Núha?" chiese lui rapidamente a un ragazzo.

"Eccola laggiù, in fondo alla spiaggia, vedi quella che sta entrando nella macchia di bosco? Dove ci sono quei cani. Segui il costume verde."

Kaèl si tuffò rapido, sfuggì al branco di teenager. Andò a nuoto.

Núha era nel boschetto e ormai non si vedeva.

Kaèl entrò nel verde e intravide la sagoma di due ragazze, che raccoglievano le more, dai cespugli ricchissimi di frutti.

Non riconobbe la sagoma di Núha, ma avanzò un poco verso il due pezzi verde. La ragazza si girò, intenta nel suo lavoro, con un cesto ai piedi.

Lui rimase muto. Stupito e confuso dal cambiamento di lei, da quando era partito. Fisicamente era già una giovane donna, molto bella. Un cambiamento inaspettato.

Il fisico atletico, aveva preso la curva di un seno stupendo.

La cascata di riccioli castani, striati di rosso, accarezzava il verde prezioso degli occhi, incastonati nel movimento sinuoso con cui alzava la testa, brillavano morbidi e felini, come nella madre.

L'incedere elegante era ammorbidito dal dondolio istintivo delle anche, ormai femminile, che turbava, promettente. Era diventata anche più alta, in un attimo.

Il viso aveva perso le tracce da ragazzina. Gli occhi erano penetranti, seri.

Aveva qualcosa di sfuggente, misterioso. Gli si chiuse lo stomaco, per la sorpresa.

Kaèl rimase immobile, era incerto, il cambiamento forse richiedeva un approccio diverso.
Era inevitabile sentire in lei la donna, ma lui non doveva farlo trasparire. E magari spaventarla.
Era stato preso troppo di sorpresa. Pensò di tornare al pontile e aspettarla, riprendendo fiato.

Invece d'impulso disse "Núha?"

Lei alzò lo sguardo e avanzò, scostandosi dalla siepe che la copriva. Kaèl si sentì rapito, dalla grazia guizzante dei movimenti.

Lei lo squadrò incerta. Non l'aveva mai visto in costume, ed era notevole.

Ne fu colpita, ma per un attimo non lo riconobbe.

Rimasero muti a fissarsi. Fu un momento intenso, l'emozione dilatava i loro occhi.
In quello strano Eden, si scoprivano diversi, attraenti, stregati, in una cascata di verde solare.

Il silenzio pulsava, avido di sentimenti sconvolgenti, che non possono tacere, che tritano baci e sussurri, e fanno cantare il vuoto sonoro di parole indimenticabili.

Helòr - l'Oro di Hellok Where stories live. Discover now