39. Il primo bambino

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39.

Com'era successo, che Lirl avesse perso coscienza?

Il mattino, Claude le aveva detto che, nel pomeriggio, partivano da soli, per una vacanza improvvisata, senza i figli. Dopo poco John era andato a salutarla.

"Ciao mamma, come stai?"
"Non male, direi. E tu cosa fai di bello? Ah, già, andrai al lago con zia Hanjé e Núha, vi invidio."

John non disse niente e Lirl capì che qualcosa non andava.

"Che c'è John?"
"Non vado al lago, vado in montagna da zia Beth"
"In montagna? Per quanto?"

"Per poco, parto fra un'ora.
Ma poi non torno, voglio andare in collegio. Voglio recuperare il tempo perduto per colpa mia, a scuola. Studierò da subito, anche se è estate, così potrò fare più presto, fino al diploma."

Lirl intuì che c'era un mistero sotto questa scioccante decisione. Cominciò a sentirsi inquieta.

"Puoi fare la stessa cosa restando qui, perché andarsene in collegio?"

"A casa non riuscirei a concentrarmi, voglio recuperare e diplomarmi in fretta. Senza distrazioni.
Voglio andare in collegio, subito.

Dì a papà di scegliere a quale collegio vuole che vada e mi farò accompagnare da Rodrik, fra una settimana, così inizio immediatamente le lezioni"

"John, io non voglio che tu vada via, ti vedrei pochissimo!"

"Lo so, ma ho deciso così. Sono sicuro che papà sarà d'accordo.
Diglielo, dirà di sì"

"Ma io non voglio!" disse Lirl, avvolta nell'angoscia. Tutto era troppo strano.

"Cosa è successo John? Perché una decisione così radicale?"
"Sono maturato, non va bene 'neanche' quello?"

Era aspro, aggressivo, non era da lui. Anche nei contrasti era sempre pacato, e ti scivolava via di mano.
Aggressivo mai. E inoltre il suo sguardo era un muro. Come il solito, non avrebbe rivelato niente di sé.

"Ciao mamma, riposati e divertiti. Quando tornate ti faró sapere come sto. Avverti papà, io non sono riuscito a contattarlo."

Lirl era sconvolta, il suo istinto aveva visto in John una distanza da lei, che nemmeno nei loro momenti peggiori c'era. Cosa era successo, perché la guardava così, come se non esistesse?

Telefonó subito a Nin, per avere notizie di cosa era capitato a casa.
"Non è successo niente, niente litigi, tutto tranquillo" disse Nin.

"Ti prego, Nin, pensaci. Non è possibile che voglia stare lontano da casa, per anni, così improvvisamente.

Non vuole nemmeno venire al lago.
Ho paura Nin. I suoi occhi mi rifiutano!
Oddio Nin, cosa ho fatto stavolta?
Non ho fatto niente stavolta, io ero qui!

Il mio bambino! Il mio bambino vuole andarsene, da me!"

"Si calmi Lirl, ha detto che si sente maturato, sarà per questo."
Disse così per consolarla, ma trovò strano tutto quanto. Lirl era veramente sofferente, all'idea di staccarsi da John.

Avrebbe giurato il contrario. Dunque si era addolcita, forse le cure potevano davvero recuperarla.

"Coraggio Lirl, forse è una cosa positiva, per i suoi studi. Claude sarà contento di saperlo così volonteroso di recuperare con la scuola"

"Ma perché mi guarda così? Quasi non mi ha salutato, quando se ne è andato. E non ha nemmeno aspettato di salutare Claude. Se n'è volato via così, in un attimo, per la montagna, per il collegio.

Lirl, la prego, lei sa tutto, cosa succede? Per l'amor di Dio, sto perdendo mio figlio, lo sento.
Il mio 'primo' bambino! Mi dica cosa sta succedendo, devo fare qualcosa."

Nin pensó 'Claude..John non ha salutato Claude..Non può essere che per colpa di Claude.. Padre da due soldi!

È per la vigliaccata di non avergli detto che lo sapeva innocente. Che era a conoscenza che lui non gli aveva rubato niente.
John si è sentito rifiutato come figlio. Per lui è stato troppo. Vuole scappare via da Claude, ma anche da Lirl, entrambi colpevoli. Purtroppo sta succedendo'.

Ignorava se Lirl sapesse di questa bassezza di suo marito.
Ma non voleva essere lei a dirglielo. Peró pensó che stava davvero per perdere suo figlio, ne era certa.

Forse non poteva aiutarli. Se John pensava sua madre complice di Claude, nel non dirgli niente sui soldi ritrovati, sarebbe stato un disastro.

'Ma è stata complice?' Pensò.
'Cosa sa lei? E cosa sa, esattamente?'

Disse con calma.
"Mi viene in mente una sola possibilità.
Mi dica Lirl, come è andata a finire con il furto, di cui Claude ha accusato John?"

"Ma.. bene, ritrovati i soldi si è tutto smontato. È stato un equivoco e adesso tutto è a posto"

"Sì, ma lei ha parlato, a John? Gli ha detto che i soldi li aveva in borsa Claude?"
"No, ci ha pensato Claude"

"E cosa le ha detto John? Era contento di aver saputo, dalle labbra di suo padre, che era un innocente e non un ladro?

"Immagino di sì, ma noi due non ne abbiamo parlato, penso sia contento"

"Perché non glielo ha chiesto? Forse è rimasta qualche ruggine.
È stata una vicenda complessa, piena di brutte parole, offese. Un'esperienza molto dura per lui.
Forse per John era importante parlare anche con lei e liberarsi di qualche angoscia, o qualche brutto strascico, che lo addolora.

Forse l'ha sentita lontana quando desiderava la sua partecipazione, visto che lei lo ha picchiato e offeso.
Provi a verificare. Gli parli subito, è da Beth, gli telefoni."

Lo chiamò subito.

Al telefono John le raccontó, seccamente, la verità, in due minuti. Non volle credere che lei non ne sapesse niente. "È impossibile, sapevi e vedevi e non mi hai mai protetto."

Agganciò senza salutare.

Lirl aveva perso suo figlio, stavolta, davvero, ma non a schiaffi e cattiverie. Solo perché appariva complice di una vigliaccheria, che per una volta, non aveva fatto lei.

Helòr - l'Oro di Hellok Where stories live. Discover now