85. Libera

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85.

La notte della fuga, dormì a casa di amici di Rúnhr. Non voleva dormire a casa di lui. Nè in albergo. Sapeva che i suoi avrebbero tentato di tutto, per trovarla, sicuramente avrebbero indagato. E aveva ragione.

Importunarono mezzo mondo.

Lei andò dalla polizia, avvisò che se ne era andata di casa, lasciò il suo recapito, perché sapessero che non era una persona scomparsa, da ritrovare e nemmeno una balorda senza reddito.

Si stava già cercando un lavoro e sarebbe tornata a dare il recapito della ditta, appena ne avesse trovato uno. Diede disposizione di non comunicare il suo indirizzo, a nessuno.

Il maresciallo vide subito i lividi sul collo.
"Chi ha tentato di strozzarla?"

"Ma...nessuno"

"Quei segni sono recentissimi. Crede che io non li riconosca? Chi è stato? È per questo che se ne è andata di casa, vero? Chi è stato, me lo dica"

"Non importa"
"Importa a me, deve sporgere denuncia"
"No, non voglio mettere nessuno nei guai"

"Va bene, ma deve dirmi, a voce, chi è stato. Se ci riprovasse e le succedesse qualcosa, devo almeno sapere chi è.
Per forza un uomo, con quei segni. Suo padre?"

Núha non rispose.

"Bene, è lui, ho capito. Venga da me se la disturba. Mi raccomando."

Dopo una settimana aveva già trovato il primo lavoro. Tornò dal poliziotto, con la lettera di assunzione.

Lui la salutò con un sorriso.
"Bene. So che lei è una brava ragazza, e so che le è capitato qualcosa di brutto. E adesso, so anche dove lavora.

Mi fa piacere che si sia già sistemata, ma devo informarla di una cosa.
Suo padre, appena uscita di casa, ha fatto denuncia che lei si è allontanata dalla famiglia.

I suoi genitori hanno fatto una dichiarazione, per dissociarsi dalle sue azioni, in cui si dice che lei fa la puttana, ed è senza lavoro. È una denuncia vera e propria.
Lei sa che c'è la galera per la prostituzione, da noi?"

"Si, ma io non sono, e non ho mai fatto, la puttana"

"Lo so, ho una relazione dettagliata su di lei. Quindi lei è a posto.

Ma suo padre no.
Ha molto insistito, insieme a sua madre, affermando che lei ha anche un mantenuto.
Ci hanno dato nome e cognome di lui.
Ho indagato, sappiamo che non è vero nemmeno questo.

I suoi genitori la stanno diffamando pesantemente, oltre ad aver cercato di strozzarla. Non vuole proprio denunciare?
Ho anch'io una figlia, non concepisco come si possa fare una cosa del genere.
Io le consiglio di farlo.

"Non importa. Basta che lei sappia che non è vero. Grazie è molto gentile"

"Dovere. Mi dispiace per lei. Comunque io sono sempre qui, se ha bisogno. Stia tranquilla, noi sappiamo che lei e il suo fidanzato siete persone a posto."

Tirò un sospiro di sollievo, ma sentì una nebbia nera, dentro.

'Ma si può denunciare la propria figlia, per prostituzione, se non è vero? Chi erano, davvero, quei due estranei, che l'avevano allevata?

Poco dopo, i suoi riuscirono a far perdere il lavoro a Rúnhr. Con un intrigo di conoscenze e calunnie. Ma entrambi trovarono subito altro.

Sfortuna volle che Núha si trovò a lavorare per un cliente di suo padre, senza saperlo.

Era una brava persona e preoccupato di vedere la figlia di un imprenditore importante, in giro, in cerca di un lavoro qualunque, pensò che lei potesse essere in difficoltà e avvertì Claude.

Che lo tormentò per avere l'indirizzo di lei. Lui si rifiutò, lei era maggiorenne, non si poteva.

Alla fine, il suo capo, esausto, avvertì della cosa Núha, soprattutto perché Claude aveva in progetto di arrivare, all'orario di uscita dal lavoro, il giorno dopo, per trascinarla a casa di forza.
Lei era ancora nel periodo di prova. Preoccupato di ulteriori grane, la licenziò, dandole qualche giorno di preavviso e facendole le sue scuse.

Purtroppo l'ipotesi di rapimento era reale.
Il giorno dopo erano appostati, in macchina, sua madre, Tom e un'altra persona.
Lei uscì di corsa, saltò nell'auto di Rúnhr e ci fu un inseguimento.
Rúnhr li seminò subito, non erano pratici di quella città.

In un lampo, trovarono entrambi, di nuovo, un buon lavoro.
I suoi parenti non avevano più riferimenti per rintracciarli.
Fu un periodo duro, ma pieno d'amore e allegria.

Núha aveva deciso di ridurre al minimo le spese e per arredare il loro appartamento, diede sfogo a un po' di creatività, con cartoni, disegni, un po' di colla e gesso.
E Rúnhr fece qualche mobiletto simpatico. Spesero pochissimo.
La loro reggia, sembrava 'quasi vera'.

E c'era anche il bagno, per fortuna.
E, lusso dei lussi, l'ascensore.
Descrivendo il loro 'appartamento' agli amici..con ascensore, anticamera, salotto, camera, guardaroba, quadri d'autore alle pareti, bagno, cucina abitabile, balcone...facevano un figurone.
Ma non glielo fecero mai vedere.

Finiti i lavori, arredato e pulito, Rúnhr e Núha andarono a mangiare una pizza.

Di ritorno, aperta la porta di casa, dissero all'unisono. "Sontuoso!!" E giú a ridere..
La loro felicità era sontuosa.
Núha trovò presto 'un altro' nuovo lavoro, ottimo, che le consentí di fare la giornalista

Ma per lei era ancora molto difficile contrastare la stanchezza cronica, che la tramortiva.
Quando rientrava a casa ed era sola, quella voce misteriosa che da sempre la soffiava avanti, costringendola ad essere 'degna' della vita, nonostante se stessa, le sussurrava 'Ora hai finalmente un valore, sei un valore, hai dimostrato chi sei'.
Era vero, si sentiva molto diversa. Apparteneva solo a se stessa, ora.

Per un attimo, pensò ai suoi fratelli, non sapevano cosa era, sentirsi così. Peccato.

E come era cambiato il suo respiro, senza costrizioni e ansia e dolore! L'aria entrava nei suoi polmoni espansa e carezzevole. Era finalmente dolce vivere.

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