19. Bella

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19.

La sua personalità aveva iniziato una metamorfosi, nel momento in cui sua madre aveva detto di avere i diritti di un semidio.

Le sembrò che questo cambiamento d'abiti e capelli, fosse il 'cambio di pelle', che le ci voleva.
Si sentiva bene, un po' di sollievo, un po' di bellezza.

Nella sua vita truce, simulava, si accartocciava, scontenta di sé per l'atteggiamento difensivo, ma disonesto, con cui giostrava nei rapporti familiari.

Tutti i giorni incappava in una palude, avvolta nelle acque scure degli occhi di Lirl, sporca della disapprovazione di lei.

In quella melma non c'era vicinanza, o simpatia, per il suo io.

Lì si vedeva brutta, e si ribaltava continuamente nel fango, invece di riemergere.. Sporca del disamore di sua madre, che non la nutriva di sé.

Vedersi fiorire in quello specchio, di colpo, le buttava in faccia la realtà cruda, e lucente, del suo viso, sconosciuto, ma bello.

Le diede coscienza di sé in un modo violento e mai provato.
Nello specchio era materia viva, bellezza innegabile
Era davvero lei.

Sentì che così era la sua anima.

Così le svelava lo specchio.

Così si riconobbe, con un volo d'ali nel cuore.

Non era brutta e sporca.

Lei era bella, bella dentro.

Era Núha..Núha e basta..non la figlia di Lirl.

Le vennero in mente le parole di Nin, che proprio questo aveva voluto farle capire.

'I genitori devono essere severi, ma non troppo. Promettimi di pensare sempre che sei brava e non sbagliata. Qualunque cosa succeda. Capito? Qualunque cosa ti dica la mamma! Un giorno diventerai grande e finirà tutto questo. Cerca di migliorare e tutto si aggiusterà. Non avvilirti. Se farai così sarai forte.'

Adesso, con i suoi occhi verdi, la nuvola di ricci, si sentiva bella, dentro.
E voleva fiorire. Qualunque cosa le avesse detto sua madre.

'Non mi avvilirò, cercherò di migliorare e tutto si aggiusterà' .
Sorrise a se stessa dentro lo specchio.

Sua madre, alle sue spalle, le restituì il sorriso.

"Sei proprio una bella ragazza adesso, te ne sei accorta?"
"Sì."

'Sì. Sono un'altra, più bella, più importante e sembro molto più grande. È scioccante, ma bello.

Mi sembra di aver fatto un gran passo verso la meta'.

Le parole di Nin 'un giorno diventerai grande e finirà tutto questo', le erano sembrate un'ipotesi molto lontana, ma in un attimo aveva accorciato l'attesa verso il futuro.

'Il futuro?..il futurooo!'
Il suo pensiero urlante, esplosivo, la spaventò. Ma nessuno aveva sentito.

Questo era il futuro. Adesso lo vedeva. Nel suo corpo.

'Dunque, il tempo non era immobile, è cresciuto nel mio seno, nelle gambe più lunghe, nel mio fisico, e nei piedi. Ci vuole addirittura un paio di pinne nuove, per i miei piedi!

Non era più in un esasperante mondo immutabile.

'Allora il futuro esiste davvero e posso sperare.
Il futuro può essere più bello, come quella bella ragazza nello specchio.
Posso procedere più spedita, verso un altro luogo, un'altra vita.
Non mi dispiace'.

Quando fu molto piu adulta, ricordò quell'immagine di sé, nello specchio, come il simbolo della liberazione.

Intanto però, che faccia avrebbero fatto i suoi compagni di spedizione attraverso il quartiere?
Sentì dentro sé un coro di voci "Espulsa. Lei signorina non ha le caratteristiche dei guerrieri nativi. Fuori!".

'Chissà quanto mi prenderanno in giro tutti.

Una femmina..mi snobberanno, guardandomi con il naso arricciato, cominciando con la solita tiritera riservata a certe femminucce "No, tu non puoi venire, sei una femmina, non è roba per te."

Non hanno mai osato, finora, ero un osso duro e sapevano che gli avrei dichiarato guerra, a botte.
Ma adesso..già, adesso si vede che sono una femmina, nel vero senso della parola.
E molto bella. Una femmina..
Sì, una femmina, ma non una femminuccia'.

E Kaèl? Che faccia farà alla nuova Núha?'

Lui era un pò la loro guida. Coetaneo di suo fratello John, era altrettanto aitante. Occhi dorati, biondo scuro. Non era spavaldo, ma tutti lo rispettavano e facevano quel che faceva lui.
Non si imponeva mai. Era sicuramente un capo, la sua autorità morale faceva tutto, senza forzature.

'Se Kaèl non mi snobba, con gli altri non avrò problemi'.

Lui era uno dei ragazzi più grandi, non le aveva mai rotto le scatole, se era necessario la proteggeva, o le dava qualche lavata di capo.
Non si era mai comportato male, con le bambine della banda, non dava della femminuccia a nessuna.

Comunque era preoccupata.

'Senza il mio gruppo? Roba da matti. Da guerriero, a signorina, nel tempo di un cazzotto.
Ho ancora bisogno di fare la pazza in strada. Come farò?
Beh, forse con un paio di pantaloni, una maglietta ancor più larga, nascondendo nel cappellino le piume ricce, potrò sempre giocare, correre.

Non so, forse si accorgeranno lo stesso che sono cambiata e mi faranno la guerra, per orgoglio maschile.

E allora? Mi hanno solo messo il reggiseno, ma posso sempre tirare pugni'.

Helòr - l'Oro di Hellok Where stories live. Discover now