105. Luna Park

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105.

Messalina era lì con lei, silenziosa, attenta, la stava ascoltando.
Era un raggio di luce.
La sua luce speciale.
Ma si stava agitando speranzosa, era quasi l'ora della pappa.

"Santocielo!" sbottò Núha. Fra una cosa e l'altra, era in ritardo con la spesa. Corse via al volo. Dicendo a Messalina "Torno subito."

Quando tornò, Rúnhr era a casa. Lei entrò e lo spettacolo era lunare.

Lui arrivò dal salotto. "Ammira l'impegno di Messalina.
E consolati, in salotto e in camera è lo stesso" e si mise a ridere.

Poi prese una manciata della sostanza aliena e gliela lanciò sopra la testa. Messalina arrivò di corsa, con uno straccio sbrindellato in bocca, scuotendo il collo, piena di brio.

....E dovunque volavano piume bianche....
Un'immane esercito di piume bianche aveva colonizzato tutto.

Navigavano nell'aria. Poi sul pavimento, sul letto, in cucina, persino in bagno.
La boccaccia di quella bimbetta perfida, aveva ridato anima a due cuscini di piume. Li sbatteva, come volesse svitarsi il collo.

Liberate dalla prigionia, le piume, avevano assediato la casa, persino sopra l'armadio, dentro. Le piante sembravano alberi di Natale pieni di neve. Le scarpe ne erano piene. I lampadari anche. Alcune piume erano parcheggiate sulle pareti.

E non bastava. Quel mostro di Messalina, per giunta, correva sul pavimento, con grandi scivolate, divertendosi a sollevare quel manto di neve, in nuvole..e poi tornava a sbattere gli scheletri dei cuscini per strizzargli fuori anche l'ultima nuvoletta.

"Messalina, questa è una casa, non il tuo Luna Park" disse lei cercando di essere severa.
La briccona si fermò di colpo, ci pensò su, con due occhietti attentissimi, poi ripartì in una scivolata.
Si fermò, la guardò contenta, facendo due piccole finte per invitarla a giocare.

Núha si voltò verso Rúnhr. "Forse è tutta colpa mia. È una vendicatrice. Ero di corsa, non le ho fatto le solite scuse e coccole, prima di andare a far spesa. Si è offesa."

La piccola era ancora accucciata in posizione di gioco, attendeva, con il culotto in alto, zampe anteriori tese verso terra.
Cosa stava cercando di fare? Attendeva, concentrata. Cosa voleva?

'Aspetta un segnale?' si domandò Núha.
'Mm...interresante, forse sì'. Proviamo, vediamo'.

Le disse "Allora? Cos'è, una casa, o un Luna Park?"
La bestia scattò in un giro scalmanato per la casa, facendo scivolate a raffica.

Poi tornò, pronta per un altro giro, di nuovo sedere per aria, in posizione di gioco. "Ha risposto Luna Park, ti sei accorto?" disse Núha.

"Ma cosa dici? Mica ti può capire!" disse Rúnhr "ti invitava a giocare"

"No, no, ho il sospetto che 'la bestia' capisca i discorsi"
"Ma dai! Sei troppo innamorata di lei!"
"Sì, lo ammetto. Ma conosce la parola Luna Park. Associata alle scivolate.
E anche altre parole, forse, e mi sembra, anche dei discorsi.
Questa cosa del Luna Park, me ne sta dando la prova."

"E va bene, ti accontento, sei malata di lei, diciamo che è vero. Va bene?"

"Ah sì? Scommetto una pizza che ho ragione. È un bel pò che studio le sue strane reazioni. Una pizza allora?"
"Ok, andata. Vediamo che stupidata hai in mente."

Lei prese un giochino e lo lanciò per distrarre Messalina. Poi disse "L'ho portata due volte, in una vasca di palloncini. Anzi ci è scappata dentro. Si divertiva a farli volare come piume.
I bambini ridevano e la incitavano "Dai Messalina, fai il luna park, fai il luna park!"
"Ok, ma non significa niente"
"No? Guarda, sono sicura."

Messalina stava strapazzando il suo giochino. Núha disse "Dov'è il luna park?"
La pupetta fece un balzo, la guardò, abbandonò il suo gioco e partì in scivolate dappertutto.

"No..troppo forte" disse Rúnhr, non ci credo... ma è vero.
Senti, adesso cosa facciamo? Rimettere in ordine richiede tempo. Andiamo a dormire dai miei e domani sistemiamo. Intanto andiamo a mangiare al ristorante".

Improvvisamente Messalina corse in cucina, provocando fracasso.

"Cosa diavolo combina ancora?" disse Rúnhr, andando verso la cucina, mentre Messalina ritornava di corsa, sedendosi davanti a lui.

"No, non ci credo! Messalina, ma..."

"Te l'ho detto, capisce i discorsi. Quella che ti ha portato è la sua ciotola rossa, per quando andiamo al ristorante. Ci credi adesso?"

"Pazzesco"

"Ma capisce molto di più, ormai ne sono sicura. Vedrai, col tempo."

Helòr - l'Oro di Hellok Where stories live. Discover now