106. Per una sola volta

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106.

I loro periodi di ferie erano sbilanciati.
Rúnhr era partito prima.

Núha trafficò con il piccolo marchingegno, poi, attese.
Dopo il tempo stabilito, controllò.. "Positivo?"

Rifece il test.. "Ancora Positivo?..POSITIVO!! ..Santo cielo, abbiamo rischiato solo una volta...e sono incinta. Sono incinta!! Avrò un bambino. Un bambino!!!" Si mise a saltare pazza di gioia.

Corse da Messalina "Abbiamo un bambino! Arriva un piccinino, piccinino!!! Cucciolino..
Siamo felici vero? Felici!!! Felici.. Felici!!
Un cucciolo, lo sai? Un amore, un patatino, o una patatina. Lo curerai vero?...
Via! Andiamo a festeggiare al parco.. Palloncini, gelato..super giretto. Poi stasera telefono a papà."

Finito il giro, portò Messalina dai suoceri. Il giorno dopo partiva con la sorella di Rúnhr, Winna, e suo marito Peter, più i nipotini. I cani non erano ammessi in albergo.

Andò da loro. Doveva essere pronta per la partenza, al mattino presto, per il mare, andavano nella stessa località dov'era Rúnhr, le davano un passaggio.

Verso sera sorse la luna. Uscirono tutti a vederla, era un avvenimento storico. Solo dopo chissà quanti anni si sarebbe ripetuto. La luna, quella sera, sarebbe stata vicinissima alla terra, in perigeo. Non l'avevano mai vista.

Andarono sul balcone e Núha ne fu scossa.
Era enorme, color arancio, impressionante, disgustosa, sembrava sul punto di divorare la terra.
Ritornò in casa immediatamente, con una brutta sensazione di angoscia.

Era già l'ora per chiamare il suo amore, in albergo, era di sicuro in sala da pranzo, o in camera.
Chiamò il centralino, attese di sentire la voce di Rúnhr.

"Ciao Núha amore, come stai? Allora domani arrivi?"
"Sì tesoro, domani. Sono contentissima, voglio darti subito una bella notizia"

"Bene, dai, parla"
"Aspetto un bambino!"

"Oh, porco..Accidenti!..Non è possibile che tu sia incinta, come hai fatto Núha? Siamo sempre stati attenti...Non ci credo, impossibile!"

Per Núha fu una coltellata. Le sparì la voce. Mise giù la cornetta.
"Núha? Núha? Ci sei? Sei in linea?" disse lui.
"..................."

Lei prese un golfino e uscì.
Winna la scorse "Dove vai?"
"A fare un giro"
"Ma devi telefonare a Rúnhr, dirgli del bambino"
"Già fatto. Si è arrabbiato. Ciao, torno fra poco."

Corse via, trovò il parco e ci si nascose dentro.
Via dalla luce di quella maledetta luna.
C'era un piccolo laghetto, un cespuglio, ben celato. Le piaceva il buio, la calmava.
Passò lì molto tempo, immobile, guardando l'acqua.

In serata telefonò a Winna.
"Rimango fuori, con amici. Ci vediamo più tardi"
"Guarda che Rúnhr continua a telefonare! Chiamalo. Gli ho dato del deficiente, vuole parlare con te"

"Ha già detto tutto. Adesso non ho voglia di parlare."
Ritornò al suo nascondiglio, si sentiva bene lì. Lontano da tutti, vicino all'acqua.
Invisibile. Si sentiva un albero, un cespuglio.

Era in una bruttissima situazione.
Qualcosa, in quel Rúnhr che le aveva risposto al telefono, le era estraneo. Come la luna. Diversa, inquietante. Ma meravigliosa nella sua casa abituale.

Fra loro, ora, c'era un bambino. Fra loro.
Era chiaro che per Rúnhr non era 'con' loro. Ma 'fra' loro.

O le sue sensazioni erano sbagliate?
Forse. Ma fra le tante impressioni interpretate e vissute, nel suo mondo sconquassato, poche, nel tempo, si erano rivelate sbagliate.

Come piccoli soffi di brezza, o il tocco di un capello sulla fronte, i dubbi, pensieri infinitesimali, immagini sfuggenti come ombre, erano diventati verità.
E quella sensazione, quella sera, era orribile.

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