9. Addio collegio

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9.

C'era stata un po' di tensione nella famiglia di Lirl in quel periodo, in vista del ritorno definitivo di lei, a casa.

Hanjé sorella maggiore, voleva ottenere il permesso necessario, firmato dal padre, per farla uscire dal collegio, poco prima del compimento dei diciotto anni, dal giovedì alla domenica, negli ultimi mesi di collegio.

Ma lei era tesa, in conflitto totale, con Giacomo, il capostipite, il padre di Hanjé, Lirl e altri quattro figli maschi, che vivevano altrove.

Giacomo era anziano, ma molto in gamba, amato dalla famiglia. Capelli bianchi e gran baffoni a maniglia. Era piccolo, come la media della sua generazione.

Un bel viso, occhi di un bel nocciola, una verve simpatica e dissacrante, che si era spenta, fino a un po' di anni prima, dopo la morte della giovane moglie.
Lei era stata di una bellezza delicata ed elegante, ereditata poi dalle nipoti.

Giacomo era un uomo molto ostinato.
"Ma perché non vuoi capirlo papà?" disse sua figlia Hanjé, quasi furibonda. Gli occhi verdi puntati sul padre, era stufa di rifare la stessa discussione, ogni poco.

"Bisogna preparare Lirl, a vivere fuori, alla vita normale, hai visto come è diventata strana la settimana scorsa, quando è venuta per la prima volta in città!

Su e giù in un'altalena di emozioni, diversa ogni secondo, esaltata, terrificata, sperduta. Era in un delirio nervoso."

Suo padre Giacomo si levò il cappello, grattandosi la testa, era imbarazzato, ma non voleva darlo a vedere.

"E allora? Le passerà, era la prima volta che vedeva la città. È normale" disse lui.

Hanjé tese il bel corpo minacciosa. "Uomini..una famiglia di uomini! Preferite non vedere che la ragazza sta soffrendo"

"Soffrendo di che? Esce per le strade per la prima volta, dopo 13 anni di collegio. Io sarei contento, farei salti di gioia.
Se la signorina non si trova bene, libera, e con noi, finalmente in famiglia, può anche ritornare dalle suore. Anzi, perché non si fa suora? Tanto è già abituata!"

"Papà!!! Perché sei così cattivo? Tu non sei così, non hai mai approvato chi si fa suora. Vuoi davvero che Lirl lo diventi?"

"No, ma quella lì, è tremenda, non sembra nemmeno mia figlia." Giacomo irritato sbatté il cappello sul tavolo.

"Ma pensa un po'!" disse Hanjé arruffata di rabbia. "È quella che tu hai fatto diventare, chiudendola là.

Decidendo di lasciar andare in malora tutto, il giorno che la mamma è morta.
Attaccandoti all'irresponsabilità, a un dolore egoista..
Non hai mai voluto tirarla fuori di là, anche se ti supplicavo.
E adesso ti lamenti perché è tremenda?"

"Ma non c'erano soldi" disse lui

"Sì che c'erano! Avevi una bella ditta di pullman, che portava tutta la città avanti e indietro, dai laghi e dintorni. C'erano i soldi, eccome, eravamo più che benestanti. Non c'era persona che non ci conoscesse in città.

Ma scomparsa la mamma, il tuo grande amore..il mondo è finito.

Due minuti dopo che era morta.

Due minuti e per noi tutto fu perduto. Sei sparito.
E con te la ditta, abbandonata. Siamo andati in malora, finiti nella miseria più totale.
Vogliamo ricordarcelo?"

Giacomo fu punto sul vivo "Sei proprio cattiva, non è stata colpa mia, se la mamma è morta. È andata così"

"Santo cielo! Dopo di noi, la mamma ha avuto due bambini, uno morto in poche ore, l'altro abortito.
Era debolissima, distrutta dal dolore..Non dovevi farle fare, ancora, un altro figlio, il terzo! Farla morire insieme a lui, nato morto.

Helòr - l'Oro di Hellok Where stories live. Discover now