79. Colpa di un gelato

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79.

Núha si rese subito conto che, per non essere maleducata, stava combinando un guaio.
Lui era molto gentile, la guardava con cautela, penetrante, deciso, ma riusciva a non metterla in crisi.

La portò ad un locale situato su una collinetta, nel vecchio castello della città.
Il panorama era mozzafiato, i giardini pieni di tavoli ben distribuiti, fra cespugli di fiori, discreti, illuminati dolcemente. L'aria era calda, già estiva. Si sentì a disagio.
Stava venendole malinconia, di quello che aveva avuto e adesso non poteva più essere. Si diede uno scossone.

Cominciò a fare domande a Rúnhr, per evitare che l'attenzione cadesse su di lei, sulla sua vita, il lavoro, la famiglia. Per non parlare di sé.

Ma dopo un po'.."Perché prima eri strana?"
"Sono un tipo capriccioso"
"Non ci credo. Hai fatto un raid nei fatti miei con molta grazia. Andiamo un po' più in cima, con la macchina, c'è un panorama ancor più bello"

"Rúnhr, non avrai idee romantiche, vero? Non sono in grado di reggere le emozioni. Andiamo a casa, per favore"

"Emozioni? Provi delle emozioni per me?"
"No, no, no,..intendevo che..soffro le vertigini"

"Quindi stai provando un'emozione che ti dà le vertigini.
Ti dò le vertigini, allora?" la osservò ridente.
Lei cominciò ad agitarsi, a disagio, lui se ne accorse.
"Volevo dire che non sono calma, all'idea di andare in alto, mi fa paura l'altezza"

Lui rise leggermente. "No, no, no..non mi prendi in giro, parlavamo di idee romantiche, e di un altro tipo di emozioni."
La prese per mano e la portò alla macchina.
"Andiamo, ti calmerài"

"No, senti, forse non mi sono espressa bene, ma intendevo che non voglio complicazioni romantiche.
Volevo solo essere chiara, mi dispiacerebbe che tu avessi delle aspettative che non corrisponderei.
Non voglio dire che tu non sia attraente. Capisci? Non mi va di avere un flirt, o un rapporto sentimentale."

"Va bene, ho capito. Rilassati. Andiamo lassù adesso."

Arrivò in cima. Lo spettacolo era incantevole.
Si accomodarono sul prato, con la schiena appoggiata a un muretto, due cioccolatini in mano, a godersi quel panorama.

"Bene, io ti ho raccontato un sacco di cose di me, adesso mi vuoi far capire chi sei? Perché ti chiudi così con me?

Lei si accorse che era inutile girare intorno al problema. Meglio essere brutale. O sarebbe continuata l'altalena.

"Va bene..sarò ruvida, perdonami.
La piccola peste Donyll mi ha teso una trappola.
È una bambina, piena di idee romantiche. Non mi ha detto che c'eri e mi ha invitato a cena.
Poi, un attimo prima che tu entrassi in casa, mi ha detto che le hai chiesto di invitarmi, stasera, perché ti piaccio.
Magari non è vero, non so, ma non voglio che ne sorga un equivoco"

"Nessun equivoco, Donyll ha detto la verità"
"Ok, ma ha fatto un grosso errore. Ti spiego.
Sei un uomo magnifico, ma non devi cercare me. Stai sbagliando strada. Non va bene. Io non cerco l'amore, né avventure, né cose stabili.
Non cerco niente. Non è più per me.
Sono in un momento poco simpatico, ho dovuto rinunciare a mio marito, e non avrò molto da vivere.

Non riesco nemmeno a capire chi sono, in questo momento.
Quindi, non è una cosa personale. Sei affascinante e gentile.
Ma semplicemente non sono sulla lista delle persone disponibili, normali, adatte. Non devi fare pensieri su di me, non si realizzeranno. Spero tu abbia capito"

"Certo, lo sapevo già"

"Allora riportami a casa. Devi avere una vita normale, te l'ho detto, io non potrei darti niente.
Non mi troverai più da Mark. È meglio."

Helòr - l'Oro di Hellok Where stories live. Discover now