55. Nascosta

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55.

Il tempo passava e aveva imparato ad avere una totale autonomia. Era sola, ma stava bene con se stessa. Aveva mille interessi. Puntava al futuro, all'autonomia.

Suo padre non c'era mai, sua madre nemmeno.

Di notte spesso era abbandonata in quel grande nulla. Avrebbero potuto portarla via e nessuno se ne sarebbe accorto. I suoi erano sempre fuori. I domestici se ne andavano prima di cena.

Sola, se ne andava da una stanza all'altra, nel buio. Scendeva in giardino e in fabbrica ammanta dal blu, con molta incoscienza, anche se Shrill e Bangòr erano con lei. E si spingeva nella campagna sperduta e deserta.

A volte lasciava dormire le sue piccoline e vagava, in questo suo mondo notturno, esclusivo, incontaminato, che nessuno conosceva, pensando a tante cose, in pace, nel buio morbido.

Ogni tanto si alzava verso le cinque e mezzo di mattina e si spingeva fino alla strada, deserta, ma pericolosissima, di notte. Le piaceva guardare la natura intorno, che pian piano si svegliava alla luce.

Tutto era pacato, fitto di animali, in movimento. Sembrava, in quella pace, di essere i padroni del mondo.

Amava molto il mattino, scattante di promesse, il silenzioso chiasso della natura.

Una sera, si trovava al buio, al piano terra, sotto il portico d'entrata, da dove si arrivava anche nell'ufficio privato di suo padre, e lo sentì entrare, di ritorno da una cena, insieme a Lirl. Poco distanti da lei, ancora a luci spente, entrarono e  non la scorsero.

Si nascose subito, le avrebbero fatto una tirata, perché era pericoloso vagare nel buio.

"Vieni, Lirl, te la faccio leggere, è arrivata stamattina."
Claude andó in studio, non chiuse la porta e aprì una busta.

Era del collegio di John, gli mancavano sei mesi al diploma.

Lesse ad alta voce "Egregio signor ecc. ecc....con grande rammarico, la informiamo di quanto segue.

Il signor John Maver, suo figlio, attualmente diplomando, si è macchiato di un furto, ai danni di un altro allievo: Mark Brimian.
La sacca, riferisce Brimian, conteneva: un accappatoio, asciugamano, indumenti per cambiarsi, prodotti e oggetti di toeletta, calze, scarpe sportive, occhiali da sole, un'agenda.

Il signor Mark Brimian ha riferito che il contenuto della borsa era di nessun pregio. Così pure la borsa, rispetto poi a quelle che possiede John Maver.

Il signor John Maver, suo figlio, si dice estraneo alla cosa, ma la refurtiva era nella sua camera. Eccetto la sacca, che John Maver non ci ha aiutato a ritrovare, sostenendo ancora di non essere coinvolto nel furto.

I signori allievi Karl Heinz e Paul La Terre, hanno visto suo figlio andarsene furtivamente e hanno riconosciuto la borsa di Brimian, si sono insospettiti e hanno avvisato la direzione.

Si allega copia della dichiarazione, firmata, consegnata al rettore.

Sanzione disciplinare.

Si dispone l'espulsione immediata di John Maver, a cui è negato l'accesso alle prossime prove finali di diploma. Verrà ricondotto a casa dal nostro personale di vigilanza, fra due giorni."

Lirl prese a tremare.
Pensò 'Di nuovo nell'incubo, tutto daccapo. Adesso Claude lo massacrerà. Bambino mio, cosa ti è saltato in mente?'.

"Non credo una parola" disse Claude freddamente, "una sacca sportiva mediocre. John ne ha già tre, eccezionali. Ne può avere fin che vuole. E di lusso. Non c'è senso.

Non ha mai rubato niente, né a casa, né altrove. È tutto assolutamente ridicolo.

John non avrebbe mai messo la roba in camera sua, non è stupido. Tutto questo ha uno strano sapore."

E poi non hanno fatto approfondimenti. Troppo superficiale.

Scoprirò cosa è successo e saranno guai per il collegio.

"Ma intanto John non potrà diplomarsi" disse Núha.
Colpevole, dicono, eppure tu sembri credergli, perchè?"

"Gioia mia. Sono cambiato. È successo qualcosa quando siamo andati da lui.
Ci ha ascoltato. Gli abbiamo spiegato i nostri errori. Abbiamo parlato a lungo e abbiamo chiarito tutto.

Ci ha perdonato e si è commosso, e anch'io. Per la prima volta l'ho visto senza lenti deformanti e ho trovato il figlio che avevo perduto.
Che nonostante tutto ancora mi voleva bene. Finalmente mi sono sbloccato e ci siamo capiti.

So che non ha fatto questo, come so che non era colpevole da piccolo, perché ero io a insinuare che lo fosse. E poi è troppo intelligente e ha con sé un sacco di soldi, da spendere, se vuole. Non c'è senso nel rubare quattro stracci."

Abbracciò Lirl "Scoprirò cosa è successo, magari un equivoco, vedremo.
Non preoccuparti amore, ho già trovato modo di fargli finire l'anno privatamente e diplomarsi nel tempo stabilito. Ma non crederò mai che abbia rubato."

Dal suo nascondiglio Núha pensò 'Allora John sta tornando. Finalmente non sarò più sola. Evviva, il mio fratellone con me!'.
Pensò il più silenziosamente possibile.
Anche i muri avevano orecchie. E i pensieri facevano un gran chiasso nel suo cervello. Era la gioia di vedere John.

Quando lui arrivò a casa, suo padre lo rassicurò subito "Non sei stato tu, sono certissimo e chiarirò la cosa. Intanto andrai a una scuola privata e farai il diploma nei tempi normali.

Ti ho  anche iscritto per fare la patente e ho comprato una macchinetta per te."

John tirò un sospiro di sollievo, era stato accolto benissimo.

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