Narratore onnisciente e pov

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Per prima cosa, vediamo che significano i termini.

Narratore onnisciente: narratore che sa tutto, può mostrarti i punti di vista di vari personaggi, i loro pensieri e le loro emozioni

Pov: point of view, ossia punto di vista. La narrazione è vista/raccontata dagli occhi di un singolo personaggio


Qual è il migliore?
La risposta è la solita: dipende.

Il narratore onnisciente, o a focalizzazione zero, permette di mostrare, in una scena, i punti di vista di entrambi i personaggi che si alternano. Se per esempio tra i due ci fosse un confronto psicologico, con una serie di trappole e contro trappole (ogni riferimento a Light e L è voluto) l'onnisciente sarà molto utile. Questo però può far perdere un po' l'alone di mistero ad alcuni personaggi e far capire subito quali scelte siano giuste e sbagliate. Inoltre, state attenti: se, nei confronti verbali, di solito mostrate il pov dei vari partecipanti, e in un'occasione non lo fate, il lettore attento anticiperà un colpo di scena. 



Il pov di un singolo personaggio, invece, aiuta di più a calarci in quel ruolo, è limite e regola dell'autore. Finché il pov è sul singolo, egli potrà intuire le emozioni degli altri, ma niente ci assicura che abbia ragione. Finché il pov rimane esterno ad alcuni personaggi, questi saranno avvolti da un alone di mistero e difficilmente prevedibili (es: Petyr/Ditocorto del Trono di Spade). E' il più usato al giorno d'oggi perché aiuta a immedesimarsi nel personaggio.

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