Rilettura dell'Orda del vento

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Quattro anni fa ho provato a leggere questo libro, che narra del viaggio di un'orda (una ventina di persone) in un mondo flagellato dai venti. Risultato: ho mollato dopo cento pagine, senza aver capito che qualche passaggio.

Ora capisco molto meglio, anzi, salvo qualche elemento non chiaro, che, suppongo, deriva dal contesto, sto capendo tutto. Trovo anche il messaggio morale, che mi era stato spiegato ma avevo rigettato con disgusto, interessante. A dirla tutta lo avevo già imparato per conto mio, ma fa sempre riflettere.

Come mai non lo avevo compreso in passato?

1) Ho speso troppe energie per cercare di capire i passaggi in cui l'autore usava termini da lui inventati; perdere tempo a cercare di capirli bene è come infilare un piede in una crepa e affondarci, di proposito, tutta la gamba, anziché tirarlo fuori e camminare;

2) stile di nicchia: l'autore ha uno stile tutto suo, che prevede d'inserire vari POV che si danno il cambio nello stesso capitolo;

3) la versione che ho NON ha il segnalibro coi nomi dei personaggi associati ai glifi, e questo complica la comprensione del testo;

4) non avevo le nozioni per capire i vari passaggi: la scrittura del vento mi aveva fatto venire male agli occhi, ora noto, nei discorsi, le associazioni alla fonetica; inoltre avevo letto pochissimo, e quindi mi era più difficile muovermi in quel contesto;

5) il libro ha vari elementi da "what the fuck", come i croni (delle specie di spiriti) che vanno a zonzo a spargere vita (sia animale che vegetale) che dovrebbe essere spazzata via in un paio d'anni o giù di lì da un fortissimo vento; questo aumenta il senso di confusione e spaesamento.

Questi elementi mi hanno portato a una scarsa comprensione del testo, quindi a un senso di noia, quindi a una comprensione ancora più scarsa, al punto che devo aver letto intere pagine senza capire una sillaba.

6) Quando mi hanno spiegato il messaggio morale hanno omesso particolari vitali, come il fatto che molti personaggi avessero, come alternativa, una vita misera, oppure si siano mobilitati per tentare di cambiare le cose (chi raggiunge la grande destinazione che cercano avrebbe diritto, secondo la leggenda, a 3 desideri); immagino che li avessero dati per scontati, essendo detti nel testo;

7) avevo ancora in testa delle esperienze personali molto pesanti (come l'aver sprecato anni di vita cercando di raggiungere un obiettivo mai sfiorato, col risultato che sarei dovuto andare in terapia) e quindi il discorso "l'importante è il viaggio, ti ha dato uno scopo!" l'ho trovato alquanto indigesto. Se mi avessero sottolineato la differenza dei contesti, forse avrei compreso;

8) quando mi è stato detto che il libro è rivoluzionario anche perché ti dice che "puoi finire male", ho obiettavo, dicendo che l'ho capito da ragazzo, ma mi hanno risposto che quello era "pessimismo adolescenziale". Lì ho sentito una profondissima mancanza di rispetto nei miei confronti, della mia famiglia e delle vittime note e non note (ricordatevi che ho lavorato in ospedale, in reparti dove i pazienti erano quasi tutti in fase terminale); quest'offesa mi ha fatto rigettare ulteriormente le idee.

In pratica, NON è un libro per dilettanti. Non perché il dilettante non lo possa capire a livello filosofico, ma perché ha uno stile che sarebbe molto pesante per un principiante, e quindi non riuscirebbe a cogliere i passaggi vitali. Se ci aggiungi la mancanza di segnalibro, è come guidare la bici senza mani e su una strada sassosa alla prima esercitazione: cadi e ti fai male.

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