Come creare un mostro

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Partiamo dalla definizione: cos'è un mostro?

Pensateci bene, poi proseguite.



"Mostro, in primo luogo, significa "portento", a indicare che stiamo parlando di qualcuno o qualcosa con capacità inumane."


Il mostro di una storia può avere vari ruoli: si passa dal generico orchetto, esistente solo per farsi massacrare, a creature sempre più potenti, di fronte alle quali l'eroe stesso potrebbe tremare.

Ma come rendere un mostro, specie se importante, d'impatto? Ormai è stato usato un po' di tutto.

Potreste mantenere un buon livello di atmosfera senza mostrarlo, oppure mostrando solo qualche segno del suo passaggio (Lovecraft insegna).

In alternativa, il mio suggerimento è: mantenevi sul classico, ma innovate, inserendo gli elementi classici che ci permettano d'identificare una creatura (un drago, un orco, eccetera) ma dategli qualcosa di diverso dal solito.

Usiamo due esempi: il balrog (classico diavolo) e i draghi della saga di Eragon.

Queste creature sono a noi estremamente famigliari, sono figure che richiamano la nostra infanzia o la nostra adolescenza. Ma non basta inserirle, bisogna dar loro qualcosa di diverso dal solito.

Partiamo dal balrog:

«Non si riusciva a distinguere cosa fosse: era come una grande ombra, nel mezzo della quale si trovava una forma scura di dimensioni umane, e anche più grossa; potere e terrore parevano sprigionarsi da essa e precederla.

Giunse all'orlo della voragine di fuoco, e la luce s'offuscò, come se una nube vi si fosse posata sopra. Poi d'impeto varcò il baratro. Con un ruggito le fiamme s'innalzarono in segno di saluto, intrecciandosi intorno a lui; un fumo nero turbinò nell'aria. La criniera svolazzante dell'oscura forma prese fuoco, avvampando. Nella mano destra teneva una lama pari a un'acuminata lingua di fuoco, e nella sinistra una frusta dalle molte code.»

La sua descrizione usa termini aulici, metafore d'impatto (lama pari a un'acuminata lingua di fuoco) e il fumo è un elemento che di rado si trova nelle rappresentazioni dei demoni, il balrog unisce in sé il fuoco (che fa luce) ma anche il fumo che copre ogni cosa, è un'entità che sbuca dai più profondi abissi, le ombre stesse lo precedono, annunciandone la venuta.

I draghi di Eragon, invece, sono dotati di scaglie che brillano come pietre preziose. Questo elemento contribuisce a dar loro un'aura di regalità, è un dettaglio che ci fa capire che non siamo davanti a un semplice animale selvaggio, ma a una creatura che trasuda potenza e superiorità, indossa di suo gioielli di cui noi umani ci ricopriamo, ma non siamo in grado di eguagliarne lo splendore.

Ovviamente nessuno v'impedisce di creare delle creature lovecraftiane a sé stanti, ma ricordate una cosa importante: se inserite nello stesso racconto numerose creature ripugnanti, magari una di seguito all'altra, potreste suscitare confusione nel lettore, non solo per l'abnorme quantità d'informazioni che gli gettereste contro in un istante, ma anche perché spezzereste la narrazione. 


Sempre parlando di mostri, il loro aspetto sarà anche influenzato da ciò che dovrebbero essere nel vostro racconto: animali insoliti? Una razza aliena? Orrendi abomini provenienti dall'inferno?


Per spiegare bene questo esempio, vi espongo la recensione di Quel Nerd col Pizzetto su Doom 3.  



Da 2:35, nel video spiega come dei nemici che dovrebbero essere dei demoni infernali fusi alla meno peggio con la tecnologia umana hanno un design troppo pulito, finendo col sembrare più a degli alieni con innesti cybernetici.

Un altro interessante argomento è stato esposto da un suo collega, il Recensore Mascherato.


Da 9:30 ne parla, ma da 9:50 c'è la frase-simbolo, detta pure con enfasi, in cui spiega che l'essenza di questo horror non è tanto il design del mostro (di per sé buono) ma la sua tenacia e la sua resistenza, tali da renderlo un predatore inarrestabile, che può essere rallentato ma non fermato, rendendo il tutto una lotta per la sopravvivenza dal quale sarà davvero dura uscirne... Sempre che tu ci riesca!



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