Luigi Cadorna: il peggior generale della storia? (editato)

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Nota: testo modificato, da "EDIT" in poi ci sono delle aggiunte. Ho deciso di dividere il testo in due parti,  per mostrarvi come può cambiare l'impressione sulla stessa figura se si omettono/inseriscono certi dettagli.




Generale della Prima Guerra Mondiale, è diventato tristemente famoso per i suoi tentativi di sfondare sull'Isonzo (alcuni dei quali furono comunque delle vittorie) e per le disfatta di Caporetto. A scuola lo avevo studiato anch'io, ma in modo molto superficiale. Non sapevo, ad esempio, che la sua strategia fosse la seguente:

"Per attacco brillante si calcola quanti uomini la mitragliatrice può abbattere e si lancia all'attacco un numero di uomini superiore: qualcuno giungerà alla mitragliatrice"

Da bambino avevo sentito una strategia simile, che mi aveva fatto ridere per la sua stupidità. Zapp Brannigan, personaggio di Futurama (quindi satirico) riuscì a trionfare contro dei robot assassini dopo aver saputo che avevano un limite di vittime preimpostato, raggiunto il quale si spegnevano da soli. La cosa buffa è che questa strategia ha pure più senso, dato che il calcolo di uomini che una mitragliatrice può neutralizzare non è necessariamente corretto e che bisogna tener conto di altri fattori (tempo atmosferico, struttura del suolo, nemici armati di fucili...). Perfino su dei forum stranieri Zapp Brannigan è stato considerato competente, se paragonato a Cadorna.

Non finisce qui: era abitudine di Cadorna far fucilare chiunque fosse sospettato d'infedeltà, molti soldati vennero uccisi perché non avanzavano o indietreggiavano (il corpo con tal compito erano i carabinieri), non erano accettati ufficiali di umili origini, rispetto ai quali erano preferiti i rampolli appena usciti dall'accademia ("Siamo in mano alle creature", pare aver detto un militare) e non erano nemmeno accettate sortite/attacchi a sorpresa senza il permesso dei piani alti (cosa che poteva far perdere l'occasione). Le razioni erano misere nonostante il cibo non mancasse, era permesso sparare solo un certo numero di cannonate (gli viene attribuita la frase "le sole munizioni che non mi mancano sono gli uomini") e i turni erano massacranti. Il numero di soldati mandati a morire, ufficialmente, si aggira attorno al mezzo milione (tuttavia è impossibile fare delle stime precise).

Luigi Cadorna tentò ben undici volte di sfondare sull'Isonzo in altrettante battaglie, che si conclusero tutte in fallimenti o col guadagno di qualche chilometro (il che, per l'epoca, era da considerarsi un successo). Va detto che i continui assalti avevano causato perdite anche al nemico e un serio indebolimento di quest'ultimo, al punto tale che gli austriaci dovettero chiedere aiuto ai tedeschi. L'avvicinarsi alla vittoria va comunque contestualizzato: l'Austria era un paese arretrato che stava combattendo su altri due fronti, sebbene su quello russo non investisse molto. Comunque, una volta ricevuto l'aiuto dei potenti e organizzati tedeschi, si ebbe la dodicesima battaglia, meglio nota come "la disfatta in Caporetto", in cui sia la difesa che la ritirata vennero organizzate in malo modo.

I morti e feriti ufficiali furono quarantamila, mentre trecentomila (l'1% della popolazione italiana) vennero fatti prigionieri e rinchiusi in lager, da cui molti non tornarono. L'esercito italiano dovette retrocedere di circa 130 km, il che dimostra quanto sia stata devastante la sconfitta, considerando che, per l'epoca, un decimo sarebbe stato un successo clamoroso.

Cadorna attribuì la sconfitta ai suoi soldati (non tutti), accusandoli di incompetenza e codardia in un copertino che venne poi censurato dal governo italiano, ma ormai era tardi: Europa, America e resto del mondo vennero presto a conoscenza della "codardia" italiana. Umiliati e derisi dal mondo, i soldati reagirono accusando gli ideali di pace e puntando il dito contro la propaganda antiguerra. Molti intellettuali rivendicarono la necessità di un "bastone" per raddrizzare l'Italia e porre fine alla democrazia parlamentare. Questo "bastone" venne col fascismo e Mussolini. Nel 1925 - lo stesso anno delle Leggi Fascistissime e appena dopo il delitto Matteotti - Cadorna elogiò esplicitamente, in una lettera a un generale tedesco, cioè un ex nemico, l'operato di Mussolini (definendolo "Il forte governo attuale"), sostenendo che, con un uomo come lui al potere, l'esercito italiano sarebbe rimasto saldo e i tedeschi sarebbero stati sconfitti.

Al giorno d'oggi Cadorna è considerato da molti come uno dei peggiori generali della storia, ma gli sono comunque dedicate lapidi, vie e piazze. C'è chi sostiene che non si può giudicare Cadorna coi criteri moderni, perché era figlio della sua epoca. Non ci troviamo d'accordo (né io né i miei compari), per il semplice fatto che c'è una differenza abissale tra essere pronti a sacrificare delle vite (per un motivo o per un altro) e mandarle allo sbaraglio, convinto che una strategia che è fallita dieci volte avrà successo semplicemente perché mandi più gente. Ci saranno dei motivi se undici attacchi sono falliti (o sono stati dei "successi" temporanei) e la sola difesa è stata una disfatta clamorosa, ma quando Cadorna è stato destituito le sorti dell'esercito italiano sono totalmente cambiate. Non va neanche dimenticata la mentalità che lo ha spinto ad appoggiare Mussolini.


EDIT

Il libro Isonzo 1917 fa un po' di luce su Cadorna, specificando dettagli interessanti: in primo luogo, Cadorna era anziano e non era pronto a ricoprire un simile ruolo (sarebbe dovuto andare in pensione l'anno dopo, ma il precedente comandante supremo morì) e fu accolto con ostilità. Era pronto a obbedire e pretendeva obbedienza, ma aveva serie difficoltà a condividere il comando. Secondo il libro era circondato da molte figure pavide (col solo scopo di approvare quel che diceva), era a disagio di fronte alle novità e questo si manifestava con un atteggiamento ostile e duro. 

Mi ricollego a quanto detto sopra: Cadorna, in alcune battaglie sull'Isonzo, riuscì ad avanzare, ottenendo dei moderati successi, ma le battaglie non cambiarono nome. Presentare tutte le battaglie sull'Isonzo contribuisce a negativizzare la sua figura, e infatti fu oggetto di derisione, anche se era avanzato di più rispetto ad altri comandanti in altri luoghi. Fu umiliato anche quando gli alleati smisero di considerare il fronte italiano come possibile via di conquista. Durante l'XI battaglia, che fu una vittoria, criticò aspramente e richiamò Capello, che ce la mise tutta per conquistare e difendere il Monte San Gabriele, con immense perdite umane. Cadorna dovette ordinargli esplicitamente di fermarsi, perché ormai non restavano più uomini. 

Prima della disfatta di Caporetto commise l'errore di sopravvalutare il nemico, non aspettandosi attacchi in zone altamente protette e chiese più volte aiuti agli alleati, che non vennero, anzi, saputo che non era più disposto ad avanzare, gli imposero di restituire le armi (99 cannoni, pare) inviate per aiutarlo. Cadorna obbedì. 

Sebbene approvasse le decimazioni, per la maggior parte del tempo preferiva il rispetto dei suoi uomini al terrore (è pura logica: il soldato devoto è più obbediente di uno rancoroso e spaventato). 
In almeno una circolare scrisse: 

"Chi punisce con la pena di morte si domandi sempre in coscienza, se tutto è stato fatto per parte sua, per migliorare moralmente le condizioni dei suoi soldati, se, oltre a reprimere, egli ha saputo prevenire, se egli è stato a continuo contatto con l'animo delle truppe per comprenderne le aspirazioni, i bisogni, le depressioni, il bene e il male; se, in una parola, egli senta di dominare veramente le forze vive che gli sono affidate, con quella scienza del cuore umano senza la quale nessuno è mai condottiero".


Provate a integrare queste figure, contradditorie solo in apparenza. Che ritratto di traccereste?


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