Personaggi femminili: errori da evitare e consigli

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"Ho sempre considerato le donne delle persone" (George Martin, si ringrazia Sheilaroug17 )

Evitare gli stereotipi è una cosa difficilissima.



In molte opere con target prevalentemente maschile sono state inserite donne guerriere, ma che si dividono in due categorie principali:

- la donna guerriera debole: combatte, ma è capace di battere solo dei civili armati o qualche predone da due soldi; appena arriva un guerriero vero, è inutile; questo genere di personaggio non fa altro che mostrare la superiorità maschile, a discapito delle donne; (esempio: Mamiya in Ken il guerriero);

- la donna guerriera fortissima, ipersessualizzata e da sottomettere: donna che sconfigge chiunque, tranne il virilissimo protagonista; in tal caso il suo ruolo è mostrare la grandezza del "vero uomo", mentre coloro che perdono contro di lei sono da considerarsi "meno uomini"; (secondo dei testi che ho letto, al di là delle ispirazioni storiche, il mito delle amazzoni è stato concepito per mostrare che anche la donna più battagliera poteva essere sottomessa)

entrambi gli esempi sono delle donne accessorie, che esistono solo in funzione del "vero uomo".


Coi tempi che corrono e il cosidetto "Politicamente corretto", molta gente ha tentato di rendere i personaggi femminili "grandi e potenti", senza però renderli interessanti.

Possiamo citare lo Hobbit (i film, eh) dove hanno dato a Tauriel le più disparate abilità, o dove Galadriel pare superiore a Gandalf ed è un passo avanti a tutti, quando dovrebbe essere Elrond a ricoprire quel ruolo e Gandalf dovrebbe essere un dio, o il film di Mulan, dove hanno voluto rendere la protagonista fortissima fin da subito. Il capitano della storia, invece, è stato rimpiazzato con un soldato semplice. Anche in Toy Story 4 si è tentato di rendere Bo-Beep, la pastorella/damigella in pericolo, combattiva, col risultato che molti l'hanno trovata arrogante e sgradevole, perché presenta la sua nuova posizione come la verità assoluta.

Il problema è stato quindi spostato: l'inversione dei ruoli, sebbene possa offrire qualche spunto interessante e possa essere visto come un passo avanti, non risolve il problema.

Ma allora come facciamo?

In primo luogo, bisogna contestualizzare il personaggio: se volete fare un fantasy con un mondo alternativo, dovete decidere di quali diritti godono le donne. Se invece volete fare un romanzo storico, dovete documentarvi. Una donna che vuole solo studiare e disprezza la violenza sarebbe indubbiamente interessante (posso citare Agorà, incentrato sulla filosofa Ipazia).

Se volete fare delle donne guerriere fortissime, ricordate che devono avere dei punti deboli. Gli esempi migliori sono Phyrrha di RWBY e Serafina di Unordinary: entrambe sono fortissime, ma sono anche schiacciate dalla responsabilità che deriva da tal potere. Quando tutti si aspettano sempre il meglio da te, una svista causa scandalo.

Per quanto riguarda alle storie d'amore... la donna in questione non deve essere né sottomessa né dominante: se lei dovesse decidere di sposare solo un uomo capace di batterla, è una sua scelta. Ma fate sì che venga vista solo come una personale opinione. Fatele avere dei conflitti: magari incontra una ragazzo meraviglioso che riesce a far breccia nel suo cuore, ma lui non è un guerriero, e questo la riempie di dubbi e d'incertezze.

Ugualmente, se dovesse accompagnarla un ragazzo fisicamente debole, questo non deve essere una macchietta: può avere dei momenti di simpatia e saperla far ridere, ma deve dimostrare di non essere solo la spalla comica (ogni riferimento a Jaune d'Arc è voluto).

State anche attentissimi a non confondere la stronzaggine e la badasseria: una donna che urla e che è sgarbata non è forte. Sono tutti bravi a urlare dietro a gente pacifica e controllata, oppure a gridare sapendo di avere dietro delle guardie pronte a intervenire. Invece gridare contro a qualcuno che potrebbe massacrarti da un momento all'altro... è un suicidio, e a meno che tu non voglia fomentare una rivolta, è solo un gesto stupido che denota scarso autocontrollo. E non c'è debolezza peggiore del non sapersi controllare.


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