L'enneagramma e i conflitti interiori

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Nota: questo articolo non vi spiegherà come funziona l'enneagramma (se non a livello semplificatissimo), ma come potreste usarlo per gli archi narrativi. I personaggi di cui vi parlerò NON sono necessariamente del tipo indicato (potrei sbagliare) ma saranno usati a scopo ispirativo.


Anche i libri sull'enneagramma ammettono che questa "mappa" dei tipi psicologici è tutt'altro che perfetta.

Tuttavia, se usata saggiamente, può essere un'ottima traccia per costruire il conflitto interiore dei vostri personaggi. Questo perché il numero dell'enneagramma indica un vizio-virtù.

Tal vizio si sviluppa in base all'ambiente (solitamente entro i primi due anni di vita) ed è definito una fissazione autoimposta che impedisce di esprimere al meglio le proprie capacità. A questo vizio si contrappone una virtù, che nasce per poter affrontare l'ambiente.

Mi concentrerò sui tipi principali, perché i sottotipi sono troppi e complessi. Vi dico solo che uno di questi ha come obiettivo "superare la vergogna e ritrovare il suo onore". Non scherzo.

In questo testo sottolineerò:
- il soprannome del tipo, che indica il pregio
- il vizio con cui combatte
- l'ambizione tipica, che può essere guidata sia dal vizio che dal pregio, o da entrambi, ma uno domina sull'altro. All'ambizione si contrappone la paura di essere/ricevere l'opposto;
- su molti siti troverete che l'elenco comincia dall'8; ciò è corretto e io ve li preparo così per semplificare.

Offrirò anche degli esempi di personaggi. 

Tipo 1: il Perfezionista. Lavora giorno e notte e sente il bisogno di rendere il mondo un posto migliore. Ha un fortissimo senso del dovere e una volontà d'acciaio. Pignolo e preciso, può  risultare superficiale. Ha il terrore di poter essere incompetente e/o immaturo.

Il suo vizio è l'Ira, non nel senso che è sempre collerico. La sua Ira è in realtà costantemente repressa, perché pensa che sia sbagliato esporla, e quando la manifesta solitamente espone una controllata irritazione o un profondo disprezzo.

Ha una voce dentro di sé che lo spinge a cercare sempre di migliorarsi e a fare tutto nel modo migliore, si fa un'autocritica spietata (si considera il maggior critico di sé stesso) ed è risentito del fatto che gli altri non si comportino allo stesso modo.

Quando dà consigli utilizza spesso i condizionali, ma solo per addolcire la pillola: dentro di sé è convinto di star dicendo la cosa giusta. 

Un Perfezionista può accettare di non poter cambiare il mondo... oppure ricorrere a metodi non considerati etici per raggiungere il grande obiettivo, altrimenti irraggiungibile. Light Yagami è un archetipo. Con lui viene Zamasu di Dragon Ball Super. Entrambi i personaggi, ossessionati dalle loro manie perfezioniste, perdono la bussola morale e finiscono per diventare ciò che tanto disprezzavano. Elemento interessante è che sono dei villain convinti di essere gli eroi della loro storia, probabilmente l'1 è il più adatto per ricoprire tale ruolo. Zamasu addirittura piange, affermando che le sue lacrime purificheranno l'universo.

Un 1 sano invece è Hermione Granger: studentessa modello, idealista, responsabile, nei libri corregge i compiti dei due compari, sente sempre il bisogno di autogiudicarsi e la sua più grande paura è il fallimento accademico. Prima di migliorare come persona, però, era estremamente polemica, una vera maestrina!

La psicologia del tipo 1 positivo è, secondo molti, incarnata dalla frase del cardinale Federigo Borromeo (con questo non dico che sia necessariamente un tipo 1, solo che ne dà l'idea).

"Tale è la misera e terribile nostra condizione. Dobbiamo esigere rigorosamente dagli altri quello che Dio sa se noi saremmo pronti a dare: dobbiamo giudicare, correggere, riprendere; e Dio sa quel che faremmo noi nel caso stesso, quel che abbiam fatto in casi somiglianti! Ma guai s'io dovessi prender la mia debolezza per misura del dovere altrui, per norma del mio insegnamento! Eppure è certo che, insieme con le dottrine, io devo dare agli altri l'esempio"

Se un tipo 1 dovesse ammettere pubblicamente che "potrebbe aver sbagliato", lasciatelo stare. La sua autocritica lo ha già massacrato. 

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