L'allineamento dei personaggi

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Chiunque abbia giocato a un gioco di ruolo conoscerà di certo gli allineamenti dei personaggi: legale, neutrale e caotico per la legge, mescolati ai buono, neutrale e malvagio per la morale.

Ma se uno dei nostri personaggi non fosse di un chiaro allineamento? O meglio, di vetrina è, per esempio, un legale buono, ma in un particolare stato emotivo compie un omicidio a sangue freddo?

Esempio:
Un personaggio è un onesto e sincero magistrato. Tuttavia sua figlia viene violentata dal criminale che stava cercando di far arrestare da tempo, ma questi se la cava ancora grazie ai propri soldi. In preda alla disperazione, il magistrato prende una pistola e gli spara a bruciapelo, uccidendolo.

Questo non è un certo un atteggiamento "legale". Vuol dire che ha cambiato schieramento? Solo per l'occasione in realtà, ed è proprio lo "stato emotivo" a spiegare il tutto. 

Altro esempio:
Un neutrale buono vuole aiutare tutto e tutti. Ma in un'occasione, di fronte a circostanze che non può gestire in nessun modo, si dà alla fuga. Questo perché il terrore, unito alla confusione, lo portano ad agire istintivamente e a pensare alla propria sopravvivenza. Tenete a mente che un cervello che va in confusione (magari perché ha visto cose incomprensibili, tipo una creatura lovecraftiana) spingerà a comportarsi in modo istintivo e la conservazione è il nostro primo impulso. La fuga in tal contesto è un gesto da neutrale. Questo vuol dire che ha cambiato allineamento? No, solo che non è stato capace di gestire la situazione come avrebbe voluto.


Altro esempio:
Gli abitanti di una città vicina sono in fuga dai mostri che li vogliono uccidere e premono sulle porte della fortezza del re per entrare. Questi è un buon sovrano, ma sa che facendo entrare la gente entrerebbero anche i mostri e non ha le truppe per contrastarli. Quindi decide di tenere le porte chiuse per evitare che le creature dilaghino per la città.
Da un certo punto di vista lascia morire i cittadini (atto malvagio) ma lo fa per il bene comune (buono). 
SE il sovrano fosse stato in circostanze diverse (es: sapeva fin da subito come e dove i mostri avrebbero attaccato) avrebbe preso delle contromisure, ma non è stato fattibile. 




Un personaggio, per essere vero, deve avere sfumature e debolezze, oltre che una sorta di gerarchia interiore.
Il male esiste e non è totalmente estirpabile, di conseguenza ci sarà sempre qualcosa che sfugge al nostro controllo, i personaggi sono solitamente umani e come tali soggetti ai limiti, alle emozioni e alle circostanze. 

Provate con voi stessi, fate un test di personalità: il vostro umore influenzerà sicuramente qualche risposta.

Ricordate anche le intenzioni: non aiutare un bambino ad alzarsi può essere visto come un atto cattivo, specie da parte del bambino, però l'intento può essere quello d'incitarlo ad alzarsi da solo.

Gli schemi sono quindi inutili, o peggio, dannosi?
Assolutamente no. Potete ad esempio usarli se volete creare dei personaggi che non evolvono nella storia, rimanendo fermi nelle proprie convinzioni (tipo un martire) oppure se volete causare la caduta di un personaggio (tipo il paladino che diventa malvagio). 

Però guardate più la sua personalità, i suoi retroscena e le circostanze per stabilire com'è e cosa farà.


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