Goblin Slayer e The Gate: la violenza "giustificata"

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Entrambe le opere sono, a parer mio, oscillanti tra il mediocre e il decente. Buoni per guardare qualche bella scena d'azione, ma nient'altro.

Tuttavia, analizzandole, possiamo comprenderne il senso e applicarlo a ciò che scriviamo, magari se volete mettere personaggi che fanno propaganda militare.

In primo luogo le presento: in entrambi i casi non ci sono dubbi su chi sarebbero i buoni e i cattivi.
In Goblin Slayer, i goblin sono la razza del male: malvagi per vocazione, impossibili da redimere, psicopatici fin dall'infanzia, si riproducono attraverso lo stupro. 

In The Gate le forze imperiali attaccano per prime, ammazzando civili innocenti. Da quel che ho letto, nel manga avevano pure inviato delle spie in Giappone, e hanno lo stesso deciso di attaccare (evidentemente tali spie non hanno pensato che un popolo dotato di treni e aerei poteva disporre di potenti armi). Il Giappone si limita a difendersi, fa stragi di soldati che continuano a caricare anche dopo essere stati bersagliati coi carri armati e aver visto i draghi andare giù come birilli. 

Questo è il primo passo, presente nella propaganda militare: il nemico è CATTIVO e compirà atti orribili se vincerà. Di conseguenza la guerra diventa giustificata, un atto glorioso volto alla difesa della propria gente. Chi sta dall'altra parte è malvagio, e quindi va solo distrutto. 
Quante volte si sono fatti discorsi del genere, nella storia vera?


Passiamo al secondo punto: la superiorità morale. 
In The Gate, le forze giapponesi (che, ripeto: nella WWII sono state così brutali che i nazisti pensavano che stessero esagerando) sono rappresentate come eroiche, rispettose verso i prigionieri e protettive verso i civili. 

Questo è il secondo punto: eroicizzare la figura del soldato, non importa cosa faccia davvero.


Il terzo è lo sfogo delle pulsioni violente: la guerra può tirar fuori sia il meglio che il peggio di noi, ma in tali casi ci si concentra sulla violenza. 



La filosofia di queste opere, quindi, è l'essenza della propaganda militare delle dittature: un brutale massacro presentato come un atto di eroismo, in virtù della perfidia del nostro avversario, con cui è stato impossibile scendere a patti. Grazie a questa situazione è possibile tirar fuori la bestia interiore, il male che è in noi, e al tempo stesso sentirci sollevati e puliti, perché siamo comunque molto meno violenti e crudeli dei nostri nemici. 

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