Antagonisti di turno

269 33 5
                                    

Anime e manga hanno estremizzato questo ruolo. Ma cos'è, in parole povere, il cattivo, o meglio, antagonista di turno?

Va inteso come un antagonista dalla breve durata, quello che in molti cartoni dura un solo episodio autoconclusivo, o al limite un breve arco, dando una struttura episodica.

Si possono mettere anche nei libri?

Decisamente sì, ma bisogna gestirli con attenzione. 

In primo luogo, un cattivo di turno fa world building: si tratta di una delle prove minori che i protagonisti devono superare, in attesa della grande prova. Un giudice corrotto, un brigante, un mostro... può essere qualsiasi cosa, ma ricordate che lo scontro non deve essere fine a se stesso. Deve mostrare la personalità e le caratteristiche del protagonista, e il nemico deve portare qualche tematica, o almeno avere un discreto spessore psicologico. 

Può essere o meno slegato dalla trama (es: il cattivo di turno è uno scagnozzo del cattivo più importante, oppure un semplice criminale per agisce per conto proprio) ma la sua esistenza non deve dare l'idea di un filler, cioè "potevi tagliarlo e non cambiava nulla". Per questo è strettamente necessario, quando se ne inserisce più di uno, variare. Una volta sconfitto può sparire dalla trama, oppure potete ripescarlo per altri ruoli.

Questo non significa che questo cattivo (o meglio, antagonista) debba approcciarsi all'eroe. Può anche sfidare il vero antagonista del libro. Un nobile minore assetato di potere, un criminale ancora peggiore del malvagio, un eroe pronto a sfidarlo ma destinato al fallimento... la nostra vita è costellata di esperienze, e questi personaggi secondari aiuteranno a costruire i principali prima della grande prova e il mondo stesso in cui questa prova si svolge, contestualizzandola appieno. Bisogna passare del tempo a caratterizzare, perché altrimenti sarà difficile per il lettore provare qualcosa al momento delle grandi prove.

Consigli di scritturaWhere stories live. Discover now