L'umanizzazione del nemico

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Una critica che viene proposta al fantasy in generale è la netta divisione tra bene e male. In particolare le orde del male sono spesso rappresentate come masse di bruti e uomini crudeli.

I vari adattamenti del Signore degli Anelli hanno saputo fare un buon lavoro.

In primo luogo, Faramir riconosce l'umanità del nemico (purtroppo non trovo il pezzo in italiano). Per lui il nemico è pur sempre un essere umano, vittima d'intrighi e raggiri, forse non davvero malvagio, con una casa e delle persone che amava. Faramir sa rivedere se stesso nel nemico, ma lo combatte perché è il suo dovere. 



Il film animato ha contribuito: anche se nel libro ci sono accenni, ha aggiunto delle canzoni degli orchi.


Danno proprio l'idea di un popolo di schiavi, a cui non importa nulla di uccidere e conquistare, ma il capo ha ordinato e o vai a combattere o ti uccide. Non hanno nemmeno la volontà di valutare una ribellione, perché sono incatenati nella mente e nel corpo. Simbolicamente, rappresentano una massa di coscritti, poveri diavoli vittima del grande male.

Ciò si sente anche in questo pezzo. 

Per quanto un male mostruoso, ripugnante e impossibile da redimere possa riempire i soldati di terrore e aumentare il senso di angoscia (potrei citare i giganti comuni di Attack on Titan) consiglio d'inserire anche un nemico altamente umanizzato, in cui il lettore possa rispecchiarsi.

Non sarebbe neanche male mostrare e caratterizzare i personaggi, per poi scoprire che per tutto il tempo abbiamo visto i "cattivi" della situazione. 

Ricordate anche che l'esercito umanizzato spinge il lettore a riflettere!

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