Archi di redenzione

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L'arco di redenzione ha reso memorabili numerosi antagonisti, ma facciamo una distinzione: il character development non implica la redenzione.

In un sito ho visto come esempio Sesshomaru di Inuyasha: si affeziona a Rin, diventa meno spietato, collabora con Inuyasha contro il nemico comune... ma non ha intrapreso un cammino di redenzione, volto a espiare le sue colpe.

Può anche darsi che il personaggio fosse in un periodo di profonda crisi interiore (dettata da vari fattori). Il personaggio può perseguire la via sbagliata per anni, per poi andare incontro a un crollo psicologico e riprendersi gradualmente. Va detto che una persona del genere ha evidenti disturbi della personalità e sarebbe meglio prima studiarli a fondo.

Tornando alla redenzione, bisogna prima stabilire il contesto del personaggio: un valoroso guerriero può semplicemente essere stato ingannato, aver vissuto per anni nella convinzione che il suo paese fosse portatore di ordine e giustizia, per poi scoprire il falso alla prima missione. Questo caso, in apparenza semplice, offre molte opportunità: se il personaggio decide di tradire la sua fazione per l'ideale di giustizia, come la prendono i suoi commilitoni? (sì, Adora e Catra, sto parlando di voi!)

Citando l'arco di redenzione di sua maestà sire Zuko (che troverete in TUTTI i siti in cui si parla di redenzione), quali sono i fattori che lo hanno reso memorabile?

1) Non linearità: il personaggio continua a oscillare, avendo ricadute di "male" (crescita non lineare, come nella vita vera)

2) Ciò per cui ha combattuto non esiste/ottiene ciò che voleva, ma si sente vuoto (confusione su ciò che sei e ciò che vuoi)

3) Accetta di ricevere odio (a differenza dei bad boy ficcinari)

Altri consigli generali:

- mostratelo mentre ha momenti di umanità fin dal principio (rispetto verso alcuni nemici, legami familiari, ammirazione per qualcuno...)

- un fattore importante è l'orgoglio spezzato, il senso di vulnerabilità, perfino il trauma (il personaggio si ritrova in una situazione non consona e sperimenta su di sé il dolore che ha causato: può essere una ferita curabile, la perdita definitiva di ciò che lo rendeva speciale, la morte di un caro...)

- fate vedere il contesto sociale (è denigrato dai superiori? Ha paura di essere spodestato?)

- mostrate le conseguenze negative delle sue azioni

- dategli una sorta di voce della coscienza (lo zio Iroh è l'esempio migliore)

- altri punti di vista (entrare in contatto con altre culture e altre modi di pensare e vedere le cose)

- fate sentire che il personaggio, con una redenzione, avrà qualcosa da perdere e dategli la possibilità di tornare indietro (se non hai niente da perdere è più facile cambiare schieramento)

- fateci capire fin da subito a chi o cosa è fedele il personaggio (a sé stesso? A un ideale? Alla famiglia?) In tal modo il personaggio si sentirà diviso tra due mondi

- quando inizia il suo cambiamento, il personaggio deve sentirsi diviso tra due mondi (quello ordinario di cui faceva parte e quello esterno con cui è entrato in contatto e che gli fa avere dubbi. Starà a voi decidere cosa farà: lascerà il suo mondo per sempre? Lo farà temporaneamente e poi tornerà indietro per cambiarlo? Oppure sceglierà una terza via?)

- il personaggio deve essere attivo; può ricevere degli stimoli, ma deve essere lui ad agire;

- chiaritevi la durata dell'arco: può richiedere anni, e se passano gli anni cambia l'età del personaggio.

Nota importante: la morale del personaggio e la durata dell'arco sono collegate. Possiamo accettare che Scrooge cambi in una notte perché non è un assassino (ma rimane uno spietato uomo d'affari), ha gli spiriti che lo guidano e gli viene mostrato il bene che ha mancato; possiamo accettare che Zuko si redima in qualche anno perché fin da subito vediamo che non è un mostro (può far prigioniere le donne e i bambini, ma non le tocca neanche con un dito); ma non possiamo accettare che Vegeta, che ha sterminato interi pianeti col sorriso e ha ucciso senza pensarci due volte il suo braccio destro, si redima in qualche anno (nel suo caso ne sono serviti tipo una decina).

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