Grifis di Berserk: ambiguità vs complessità

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In molti articoli viene detto che Grifis di Berserk è un personaggio complesso.

Falso: Grifis è ambiguo, cioè, a prima e forse anche seconda vista, è difficile da interpretare, perché i suoi sentimenti e gesti non sono chiari.

Il complesso invece è quello pieno di conflitti interiori, e un'ambizione smodata e fine a sé stessa è qualcosa con cui faccio fatica a empatizzare (ma sono sicuro che un Te dominante saprebbe farlo, entro certi limiti). Non ha neanche un secondo fine altruista.

Il suo è un nutrirsi del potere perché non ha nient'altro che lo spinga. Ciò lo rende una persona ricchissima all'esterno ma povera all'interno, un'incarnazione della superficialità in cui, purtroppo, è davvero facile cadere.

Analizziamolo punto su punto:

1) Qualcuno può dire che Grifis ha sempre messo a rischio la sua vita, anche per proteggere Gatsu da Zodd. Beh, Grifis faceva conti di cavarsela. Pensate davvero che un soggetto kamidere come lui valuterebbe seriamente il fallimento? Così come il criminale conta di farla franca (da una certa pena in poi) per Grifis vale altrettanto;

2) la reazione di Grifis all'abbandono di Gatsu (cioè andare a letto con la principessa) è un probabile loop ENTJ o al limite un grip INTJ, che consiste nell'immersione nei piaceri fisici, non voleva solo agevolare la scalata;

3) Grifis vede le persone come strumenti necessari al suo piano, a parte per Gatsu, per il quale prova un desiderio ossessivo di controllo (preferisce ucciderlo che lasciarlo andare, come fanno molti partner abusivi);

4) da giovanissimo aveva ancora un po' di umanità, tuttavia non ha incontrato nessuno che lo moderasse o che rispettasse abbastanza da tenerne davvero in considerazione l'opinione. Aggiungici le lodi, dopo non sai più fermarti; va anche detto che i Te dominanti hanno bisogno di qualcuno che dica loro "sì, stai facendo la cosa giusta". Cazka, in questo senso, lo ha incoraggiato;

5) Grifis sa manipolare, tuttavia non capisce i sentimenti, ma gli schemi dei sentimenti (come Azula di Avatar). La sua ambizione ha sempre previsto di conquistare il potere, ma non con un fine successivo (es: conquistare il potere per concludere la guerra). Per lui il potere è un fine, non un mezzo;

6) tutte le cose buone che fa hanno il solo fine di consolidare la sua posizione;

7) la sua super capacità di percepire le intenzioni altrui è in realtà segno di una combinazione Te-Ni fortissima. Nessun potere trascendente; conosco una persona con tal abilità;

8) il suo concetto di amicizia è deviato: è comprensibile definire amico un proprio pari, ma donare questo titolo a uno che si oppone al tuo sogno, piuttosto che a qualcuno che lo condivide, è un'idea alquanto malsana che può far breccia in chi ti circonda solo perché originale e affiancata da un lessico forbito. Va da sé che Grifis dà molta più importanza alle ambizioni che alla morale. Non a caso vediamo cosa diventa;

9) si dimostra altamente ipocrita, dato che non rispetta per niente la decisione di Gatsu di tracciare il proprio sentiero, anziché esserne entusiasta. Pare quasi la curiosità di sperimentare qualcosa di nuovo, la ricerca di un ulteriore stimolo, che però non ha dato i risultati immaginati;

10) a voler essere pignoli, più che i sentimenti Grifis percepisce le intenzioni. Questo perché lui non prova davvero gli stessi stati d'animo, e quindi li interpreta come modi di comportarsi (non gliene faccio una colpa, anch'io sbaglio dei termini). 

Il suo potere sulla massa deriva da:

- la funzione Te, sempre associata al dominio
- straordinarie capacità che fanno pensare "lui è migliore di me" o perfino che appaiono soprannaturali
- atteggiamenti amichevoli che fanno pensare "lui è dalla mia parte"
- umili origini che fanno pensare "lui è un uomo del popolo"
- aspetto e modi rassicuranti che fanno pensare "di lui mi posso fidare".


Ciò lo rende il tiranno perfetto, un soggetto altamente pericoloso e di difficile comprensione, ma non complesso. 

Per quanto riguarda la sua trasformazione finale, non si tratta di un angelo che diventa demone, ma di un demone camuffato che getta la maschera. 

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