Capitolo 190

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Il resto della settimana passa esattamente nello stesso modo: mia mamma mi porta in ospedale, i ragazzi mi videochiamano, mio fratello viene a prendermi e mangiamo in riva al mare, un po' come quando ascolti la stessa canzone talmente tante volte che te la ricordi a memoria.
Oggi però è sabato e quindi non devo andare in ospedale, anzi non dovevo, ci sto andando lo stesso perché si sono dimenticati di darmi dei moduli, o almeno così credo.
Apro la porta d'ingresso e mi trovo Nicolò davanti.

"Sorpresa"

Inutile dire che gli salto addosso e lo abbraccio.

"Si, lo so che senza di me non riesci a vivere però allenta la presa che altrimenti mi soffochi"

"Che scemo che sei"

"Ahahah"

"Che ci fai qui? E soprattutto come sai che abito qui?"

"Diciamo che ho le mie fonti che ti hanno fatto credere di dover andare in ospedale così uscivi e mi trovavi"

"Mio fratello?"

"Si, chi se no"

"Pensa che ero anche arrabbiata con lui perché mi toccava andare fino in ospedale a piedi perché lui è andato via"

"Perdonalo, era solo per aiutarmi nella sorpresa"

"Va bene, ti va di andare a fare colazione?"

"Certo e poi mi porti a visitare Venezia"

"Non ci sei mai stato?"

"Si, ma non con qualcuno del posto"

"Va bene, allora colazione in centro e poi ti faccio da cicerone"

Per colazione io prendo un cappuccino con un cornetto, mentre Nicolò prende un caffè con una brioche al cioccolato.

"Che avete fatto di bello questa settimana?"

"Beh sono venuti dei bambini come al solito"

"Si sono divertiti?"

"Si, una ti assomigliava tantissimo"

"Aveva gli occhi azzurri?"

"No, intendo che ti assomigliava molto caratterialmente. Una testarda che comanda tutti"

"Io non sono così"

"Tu di certo sei testarda e ti piace pure comandare a bacchetta tutti"

"Giusto un po', ma non troppo, alla fine sono una brava bimba"

"Federico è stato con lei tutto il giorno"

"Con la bambina?"

"Si, tra un po' la chiamava anche con il tuo nome"

La piega che sta prendendo il discorso non mi piace per niente, quindi tento di sviare.

"Come stanno le tue donne?"

"Stanno tutte bene, le piccole sono iperattive e Federica deve correre da tutte le parti per stargli dietro"

"Una volta verrò a Milano a trovarvi"

"Mi farebbe molto piacere, non vedo l'ora di presentarti la mia famiglia"

"Anche io ti presenterei la mia se non fosse che i miei genitori sono a lavoro e mio fratello non ho ben capito che fine ha fatto"

"A me aveva solo scritto di non preoccuparmi e che saresti uscita da questa porta"

"Lo provo a chiamare"

"Va bene, così lo conosco di persona"

Lo chiamo, ma il telefono continua a squillare a vuoto.

"Non ti risponde?"

"No, ma adesso trovo dov'è"

"In che modo?"

"Abbiamo la posizione condivisa"

"E come fate?"

"Gli iPhone hanno un'applicazione apposta per trovare gli altri membri della famiglia"

"Uh, così quando le mie figlie avranno un telefono posso sapere dove sono"

"Ahahah povero illuso, le tue figlie non te lo permetteranno mai, infatti io ho la posizione condivisa solo con mio fratello. Se i miei genitori sapessero sempre dove sono non avrei un minuto di pace"

"Quando diventerai mamma non la penserai più così"

"Oltre al fatto che non diventerò mamma, io non vorrei sapere sempre dove sono i miei figli, hanno bisogno di un po' di privacy"

"E se gli dovesse succedere qualcosa? Non ti pentiresti di non aver saputo dov'erano?"

"No...credo che se una cosa succede doveva succedere e basta"

"La pensiamo in modo diverso"

"Eh già...comunque ho trovato il mio fratellone, è a 10 minuti a piedi da qui. È un problema se andiamo a vedere cosa sta facendo?"

"Ma figurati, anzi, non vedo l'ora di conoscerlo"

Un'Azzurra tra gli azzurriWhere stories live. Discover now