Capitolo 137

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Sento le lacrime scendermi sulle guance e rigarmele.
Mi metto a singhiozzare, mi metto una mano sulla bocca per non farmi sentire, ma i singhiozzi sono troppo forti.

"Gioia..."

Mi porto le mani sul viso per coprirmi gli occhi rossi.

"Gioia perché piangi?"

Inizio a singhiozzare più forte.

"Gioia ti prego respira"

Non lo ascolto.

"Guardami"

Mi toglie le mani dal viso e mi guarda dritto negli occhi.

"Ora calma e respira insieme a me"

Mi calmo un pochino e cerco di regolarizzare il respiro andando a ritmo con il suo.

"Dimmi cos'è successo"

Ricomincio a piangere, ma questa volta gli passo il telefono per fargli leggere il messaggio.

"Gioia...sono senza parole, mi dispiace un sacco"

"Lei è...è..."

"É morta"

"La mia Sole non può essere m...mo...morta. L'altro giorno stava bene, non può essere"

"Gioia adesso tu devi respirare"

"Non posso respirare...è come se...come se mi avessero strappato il cuore dal petto...non posso respirare"

"Vieni qui"

Mi prende tra le sue braccia, io metto la testa nell'incavo tra il suo collo e la sua spalla e continuo a piangere, ma il respiro si regolarizza e il mio cuore comincia a battere a tempo con il suo.
Non può essere morta la mia Sole, Sole é viva, stava bene, tra due giorni l'avrei rivista.
Se ne è andata e io non l'ho nemmeno salutata per l'ultima volta, perché la vita è così ingiusta?
Quella bambina era stupenda, con una forza di volontà incredibile, come è potuto succedere?
Chiudo gli occhi e spengo il cervello, dei minuti seguenti non ricordo nulla, solamente un enorme buco nero.
Quando li riapro vedo Federico che mi fissa aspettando un'altra crisi di nervi, ma non arriverà, almeno cercherò di non farla arrivare.

"Gioia..."

"Mh..."

"Vuoi sfogarti ancora?"

Scuoto la testa.

"Vuoi tornare dagli altri?"

Scuoto la testa di nuovo.

"Vuoi che vada a chiamare Matteo o Nicolò?"

"No, tu sei l'unica persona che riesce a calmarmi, l'hai già fatto una volta e ci sei appena riuscito di nuovo"

"Vuoi parlare?"

"No, possiamo stare zitti per un po'? Ti prego"

"Facciamo quello che vuoi tu. Andiamo a fare una passeggiata come l'altra volta?"

"Si, possiamo fare la stessa strada?"

"Certo"

Mi alzo e mi gira la testa, ma faccio finta di nulla e mi dirigo verso il cancello.
Federico mi raggiunge e mi prende per mano, so che dovrei lasciargli la mano, ma in questo momento non riesco a rifiutarlo.

"So che non ti va di parlare, però io vorrei parlarti, per te va bene?"

Annuisco.

"Ho come l'impressione che i ragazzi mi stiano nascondendo qualcosa, perché ogni volta che li vedo parlare tra di loro e mi avvicino smettono di colpo e fanno finta di niente. Mi infastidiscono un sacco, vorrei capire perché fanno così e cos'hanno da nascondermi. Poi ho un'altra novità da raccontarti, lunedì Benedetta farà il test di gravidanza perché ha ufficialmente un ritardo"

"Sono felice per voi"

"Io non so se sono felice"

"Perché?"

"Non credo di essere pronto, anzi non sono per niente pronto. Ho un sacco di cose per la testa e vorrei essere felice per questo ipotetico bambino, ma proprio non ce la faccio e non so cosa fare o come dirglielo"

"Intanto aspetta che faccia il test e poi dal risultato deciderai come comportarti, ma non scappare, perché se lei lo vuole veramente il tuo rifiuto la distruggerà"

"Infatti, mi sento terribilmente in colpa anche solo per averlo pensato, ma è più forte di me, mi sento in trappola"

"Non dovresti sentirti così, questo non è amore"

"E cos'è l'amore?"

"L'amore è quando scegli di lasciare libera una persona e quella torna da te nonostante possa andare da chiunque. Quello è vero amore"

Un'Azzurra tra gli azzurriWhere stories live. Discover now