Capitolo 13

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Barella: "No, solo quando riguardano te tesoro"

Gioia Azzurra: "Ecco un altro che mi chiama tesoro"

Belotti: "Dai amore non arrabbiarti"

Gioia Azzurra: "Adesso pure tu, io vi saluto e vado in camera mia. Voi due vi aspetto per le 21"

Intanto vado in camera e mi faccio una doccia, l'acqua è molto fresca e io ho proprio bisogno di 5 minuti di tranquillità senza di loro. Li adoro, però io non sono abituata a tutto questo contatto umano, le camere d'ospedale sono sole e tristi, l'unica presenza umana era l'infermiera che veniva a controllarmi ogni ora.

Bussano alla porta, ma non sono ancora le 21. Se sono loro in anticipo li lascio fuori dalla camera finché non arriva l'ora che avevo detto.

"Gioia apri, sono Nico"

"Hey"

"Ciao, sono venuto a scusarmi"

"Scusarti di cosa?"

"Per prima, si, insomma...io non volevo infastidirti, mi dispiace"

Quando mi ci metto sono proprio una vera stronza

"Dispiace a me, a volte sono proprio pesante, voi siete sempre così allegri che sembrate un arcobaleno. Io sono più una nuvoletta grigia"

"Non sei una nuvoletta grigia"

"Sono proprio una rompipalle, non volevo farti dispiacere. Come posso farmi perdonare?"

"Avrei qualche idea malsana in mente ahahah"

"Occhio che faccio la spia con tua moglie"

"Stavo scherzando, comunque un modo per farti perdonare c'è"

"Dimmi tutto"

"Se vinciamo contro la Svizzera tu dai un abbraccio ad ognuno di noi, deve essere un po' meno asociale e ricordarti che qui sei venuta per non sentirti malata e le persone sane si abbracciano, festeggiano e sono felici"

"Quindi mi stai dicendo di fare la persona non malata?"

"Si, ho urtato la tua sensibilità?"

"No, hai ragione. Io sono venuta qui per non sentirmi malata e voi lo fate alla perfezione, devo iniziare anche io"

"Brava, ora ti lascio lavorare con i ragazzi...un'altra cosa"

"Dimmi"

"Oggi ho visto Fede uscire dalla tua stanza, come mai?"

"Mi aveva placcata a letto perché dormissi ancora un po', io ho aspettato che si addormentasse e sono uscita senza che non se ne rendesse conto"

"Astuta la ragazza. Sai mi ero preoccupato perché lo avevo visto spaesato"

"Probabilmente era confuso perché si era appena svegliato"

"Si, avrai sicuramente ragione"

Alla fine Ciro e Andrea hanno mantenuto la loro promessa, si sono presentati alle 21 e a mezzanotte sono andati nella loro camera. Incredibilmente siamo riusciti a completare tutto il lavoro e finalmente abbiamo occupato tutti i posti disponibili, ne sono molto felice. In parte mi dispiace anche di aver già finito il mio lavoro, ma li aiuterò in qualche altro modo, potrei aiutare di più mentre si allenano. Ora vado a dormire che domani mattina devo passare la giornata con Lorenzo e Marco, con Marco ci devo ancora parlare in pratica.

Mi sveglio alle 6 e quasi faccio un infarto

"Fede cosa ci fai qui? Come sei entrato?"

"Ho preso di nuovo le tue chiavi, mi dispiace"

"Cosa ci fai qui?"

"Non mi sento bene"

"È successo qualcosa?"

"Si..."

"Ti va di parlarne?"

"Non lo so, posso stare qui?"

È seduto nell'altro letto, mi alzo e mi siedo di fianco a lui e gli metto un braccio sulle spalle, lo avvicino a me e lo abbraccio.

"Stendiamoci"

Ci stendiamo sempre abbracciati, nascondo la sua faccia tra il mio collo e la mia spalla e sento che inizia ad inumidirsi la mia pelle, sta piangendo e ora che faccio.

"Fede guardami, che cosa succede?"

"Ho litigato con Benedetta in videochiamata"

"Mi dispiace, come mai?"

"In realtà niente di importante, non le ho risposto subito ad una chiamata e quando siamo costretti a stare distanti le cose si complicano un po'. Mi manca tremendamente e detesto litigare con lei"

"Immagino"

"Non te l'ho mai chiesto, tu sei fidanzata?"

"No, lo ero però. Ma quello era prima"

"Prima di cosa?"

"Prima che capissi ciò che volevo veramente"

"E cosa vuoi veramente?"

Beh in questo momento vorrei solo te però non te lo posso dire. Vorrei non avere più un tumore, ma nemmeno questo te lo posso dire, quindi che cosa ti dico?

Un'Azzurra tra gli azzurriWhere stories live. Discover now