Capitolo 103

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Mariasole: "Ciao Gioia, mi sei mancata un sacco"

Gioia Azzurra: "Anche tu mi sei mancata un sacco sole mio"

Alzo lo sguardo e vedo i suoi genitori che mi sorridono, ci salutiamo e ci abbracciamo.
Poi prendo in braccio Mariasole e mi dirigo verso il campo insieme a Benedetta.

Benedetta: "Azzurra, perché prima ti ha chiamato Gioia?"

Mariasole: "Perché è il suo nome"

Benedetta mi guarda parecchio confusa.

Gioia Azzurra: "Il mio nome sarebbe Gioia, ma ho deciso di cambiarlo da quando è cambiata la mia vita  e ho scelto Azzurra"

Mariasole: "Io preferisco Gioia"

Gioia Azzurra: "Solo tu puoi chiamarmi Gioia"

In quel momento mi ricordo che Benedetta ha sentito Federico chiamarmi Gioia un giorno, spero vivamente non se ne ricordi.

Benedetta: "Anche Federico ti chiama Gioia"

Mi ha letto nel pensiero, come ha fatto.

Gioia Azzurra: "A Federico glielo avevo raccontato, gli ho detto di chiamarmi Azzurra, ma non mi dà retta"

Benedetta: "Come suo solito"

Sorrido.

Mariasole: "Chi è Federico?"

Benedetta: "Il mio fidanzato"

Gioia Azzurra: "Quello lì che sta venendo verso di noi"

Chiesa: "Ma chi è questa bellezza?"

Mariasole: "Tu sei Federico?"

Chiesa: "Ehm...si"

Allunga le braccia verso di lui, Federico la prende in braccio e Mariasole sorride.
Sono così contenta di vederla felice.

Gioia Azzurra: "Sarà un bravo papà"

Benedetta: "Lo so, non vedo l'ora di avere dei figli nostri"

Chiesa: "Non ve lo vorrei dire, ma vi sto ascoltando"

Ci mettiamo a ridere.
Nicolò ci si avvicina e mi dà un abbraccio.

"A cosa devo tutto questo affetto?"

"Così, so che per te è difficile e io voglio starti vicino"

"Grazie Nico. Sta sera ho bisogno di parlarti, così ti dico quello che ti stavo dicendo prima che litigassero"

"Va bene, comunque chi è quella bambina?"

"Si chiama Mariasole, abbiamo fatto la chemioterapia insieme per un po' di tempo. Ha 8 anni e ha la leucemia, è un amore"

"Vedo, guarda Federico come la guarda"

"Come guardi tu le tue figlie"

"Guarderà così anche i vostri figli"

Il sorriso sul mio volto sparisce.

"Guarderà così i loro figli"

"Questo non lo sappiamo ancora"

"In ogni caso non è nemmeno detto che io possa avere dei figli, quindi inutile farsi false speranze"

"Scusami, non volevo essere insensibile"

"Tranquillo, non sono una di quelle che sogna la famiglia felice con tanti bambini e un matrimonio da favola. Io non sono così"

"Io invece sono proprio così, un matrimonio da favola con la mia principessa, tre splendide bimbe e un bel vissero per sempre felici e contenti"

"Ahahah, forse è proprio per questo che siamo amici. Ci completiamo"

Arriva Mancini con gli altri bambini, seguito dalle famiglie.
Ognuno dei ragazzi va a prendere un bambino e lo porta a giocare in mezzo al campo, io mi avvicino alle famiglie.
Ognuno mi inizia a raccontare la storia del proprio figlio, mi colpisce in particolare un papà.
Sua figlia un giorno in cui stava tanto male gli ha detto di non preoccuparsi perché lei non ha paura di morire, lui è rimasto pietrificato da quella frase perché non voleva rassegnarsi all'idea di poterla perdere, ma poi con il tempo ha capito ciò che sua figlia voleva dirgli.
Voleva dirgli di non avere paura.
Per ultimi vado dai genitori di Mariasole, sua mamma mi chiede come sto e le racconto che ho deciso di interrompere la chemioterapia.
Ad un certo punto Mariasole corre verso di noi.

"Gioia vieni a giocare con me e Fede?"

"Si certo"

Mi prende per mano e mi porta fino da Federico.

"Voleva che venissi a giocare con voi"

"Lo so, le ho chiesto io di venirti a prendere"

"Perché?"

"Perché è più divertente se ci sei anche tu"

Faccio un piccolo sorriso.

Mariasole: "Quindi voi siete amici?"

Gioia Azzurra: "No"

Mariasole: "Come no?"

Chiesa: "No, siamo più che dei semplici amici"

Mariasole: "Migliori amici?"

Chiesa: "Una cosa simile"

Gli tiro un'occhiataccia e lui ricambia con un'espressione divertita.
Giuro che lo prenderei a schiaffi quando fa così.

Un'Azzurra tra gli azzurriWhere stories live. Discover now