Capitolo 161

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Matteo, ma io preferisco chiamarti Teo, il mio Teo. Negli ultimi giorni tu mi aiutato tantissimo, stavo affogando e tu mi hai salvato. Anzi stavamo affogando entrambi e ci siamo salvati a vicenda. Non so come ringraziarti. Mi hai fatto sentire le farfalle nello stomaco anche se non avrei mai creduto di poterle sentire di nuovo. Scusami per non esserti venuto a svegliare, so che mi avevi chiesto di non sparire nel bel mezzo della notte, ma è stato più forte di me. Non sarei mai riuscita a salutarti e poi andarmene, avrei trovato una scusa per rimanere e io non potevo rimanere. Mi mancherai tantissimo, ma a noi serve tempo per capire cosa vogliamo davvero e soprattutto chi vogliamo davvero. Prometto che ci sentiremo spesso e se sto bene vengo a vederti giocare, come Mariasole mi aveva fatto promettere tempo fa (tranquillo Nicolò vengo a vedere anche te, mi ricordo che lo avevamo promesso pure a te).
Federico, anzi Fede, avrei un sacco di cose da dirti, ma allo stesso tempo non so cosa dirti. Mi dispiace di non averti detto sta mattina che partivo, ma tu avevi cose più importanti di me a cui pensare. Per favore perdonala, tutti possiamo sbagliare, io e te siamo stati i primi ad aver sbagliato, quindi non essere troppo duro con lei, ti ama e le persone che ci amano dobbiamo tenercele strette. Scusami per non averti nemmeno avvertito che prima o poi sarei partita, ma non volevo, inizialmente perché ero così tanto arrabbiata con te che ti volevo cancellare dalla mi vita, dopo che ci siamo chiariti era già troppo tardi per dirti la verità. Tu sei riuscito a farmi sentire le farfalle nello stomaco ed ad uccidermele con l'insetticida, tu mi hai fatto sia bene che male. È come se corressimo ai 200 all'ora su una Ferrari verso un burrone, un'attrazione fatale, ma per fortuna siamo riusciti a saltare giù dalla macchina appena in tempo per non schiantarci. Comunque ricordati di trattarla come se fosse una principessa, anzi falla sentire una regina e sarai l'uomo più fortunato sulla terra."

Chissà se hanno già letto la mia mail.
Scendo dal treno e prendo quello diretto verso Venezia, tra un paio d'ore sarò a casa.
Quando mi siedo inizia a squillarmi il telefono e rispondo.

"Ti prego, dimmi che non lo hai fatto davvero"

Faccio un respiro profondo.

"Azzurra...dimmi che non te ne sei già andata..."

"Si Nico, me ne sono già andata"

"Senza salutare..."

"Si, altrimenti avrei pianto un sacco..."

"Piccolina mi mancherai un sacco"

"Anche tu mi mancherai un sacco, hai letto la mail?"

"Si, cioè ho letto fino a quando salutavi me e poi ti ho chiamato subito, gli altri stanno ancora leggendo"

"Va bene"

"Questa chiamata durerà poco perché penso che qualcuno voglia subito parlare con te"

"Chi?"

"Ci sono Teo e Fede che hanno delle facce, ma non sono ancora arrivati al momento in cui saluti loro"

"Li ho salutati per ultimi"

"Immaginavo, anzi potrei scommettere che l'ultimo è Federico"

"Mi conosci troppo bene Nico"

"Oh ecco"

"Cosa succede?"

"Sono al momento in cui saluti Matteo"

"Matteo come sta reagendo?"

"Male"

"Cosa vuol dire male?"

"Ha gli occhi lucidi"

"Cazzo, non volevo farlo piangere"

"Sta venendo verso di me, ci vuoi parlare?"

"Se lui vuole"

Me lo passa.

"Te ne sei andata senza svegliarmi"

"Si, mi dispiace tanto"

"Non scusarti, hai fatto la scelta che ritenevi più giusta"

C'è qualche minuto di silenzio, poi ricomincia a parlare.

"Pensi davvero che a noi serve tempo per capire chi e cosa vogliamo?"

"Si, non sto dicendo che non abbiamo una possibilità, sto dicendo che dobbiamo capire se vogliamo darcela"

"Hai ragione, come sempre del resto"

"Ahahah, non esagerare"

"Quando ci rivedremo?"

Un'Azzurra tra gli azzurriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora