Capitolo 187

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Ho passato la notte in bianco, ho troppa ansia per la nuova terapia, non voglio vomitare tutti i giorni.
Guardo il telefono e mi rendo conto che sono solo le 5 del mattino, ho tanto bisogno di un abbraccio.
Mi alzo e vado in camera di mio fratello, sta dormendo profondamente, come sempre.
Mi stendo affianco a lui e riesco a prendere sonno.

"Tesoro mio"

"Mh..."

"Hey"

"Fede lasciami dormire"

"Non sono Fede, sono tuo fratello"

"Oh scusa"

"Non riesci proprio a togliertelo dalla testa, vero?"

"No, ma adesso ho tempo per trovare altro a cui pensare"

"Eri in ansia che sei venuta a dormire con me?"

Annuisco.

"Vieni qui piccolina mia"

Mi abbraccia forte, proprio quello di cui avevo bisogno.

"Sta mattina mi accompagni tu in ospedale?"

"No, ti accompagna la mamma"

"E tu non vieni?"

"No"

"Perché?"

"Devo andare prima a lavoro"

"Va bene"

"Passo dopo, tanto mi sa che ti ricovereranno di nuovo"

"Ormai non è più una novità"

"Non stare troppo male"

"Ci provo"

Andiamo entrambi a prepararci e prima che mio fratello esca di casa viene a darmi un bacio sulla fronte.
Odio andare in ospedale con mia mamma, è troppo emotiva, pare quasi che sia lei quella malata e ha questa incapacità di lasciarmi andare che mi irrita un sacco.
Il tragitto da casa all'ospedale sarebbe anche corto se non fosse per il fatto che lo percorriamo in un assordante silenzio, lei non sa cosa dirmi e io non ho niente da dirle.
Però sta mattina l'atmosfera è meno pesante del solito perché Matteo mi ha scritto.

"Buongiorno principessa"

"Buongiorno"

"Come va?"

"Sono in ansia"

"Stai andando in ospedale?"

"Si, sono in macchina con mia madre che non mi parla, mi viene da vomitare e devo ancora iniziare la terapia, sono messa bene, non trovi?"

"Tu devi stare tranquilla, così il senso di vomito ti passa. E poi non preoccuparti per il silenzio, ti faccio compagnia io scrivendoti"

"Va bene, grazie. Che mi racconti di bello?"

"Ieri sera ho stracciato Manuel a ping pong e poi ho studiato un po'"

"Sai ti ho ammirato per tutto l'europeo, quando non giocavi statuavi per gli esami, come fai?"

"Beh l'ho sempre vista come una cosa abbastanza normale. L'europeo è stato una grandissima occasione, ma non per questo volevo mettere in secondo piano i miei studi"

"Spero di diventare come te"

"No, tu diventerai meglio di me"

"Non credo si possa essere migliori di te"

"Ti sei persa qualche altra sceneggiata tra Federico e Nicolò, ma alla fine hanno fatto pace"

"Sono contenta, non mi piaceva il fatto che litigassero a causa mia"

"In realtà non era colpa tua, ma di Federico"

"In ogni caso ci andavo di mezzo e non lo sopportavo"

"Vuoi sapere come sta?"

"Sono una persona orribile se ti dico di no?"

"No, non sei orribile, sei soltanto ferita e delusa da lui"

"Già, magari tra qualche giorno te lo chiederò, magari lo chiederò direttamente a lui perché lo sbloccherò, ma non oggi"

"Va bene"

"Sono arrivata in ospedale"

"Allora ti lascio. Se hai bisogno di un po' di compagnia scrivimi pure, anzi se te la senti puoi anche chiamarmi"

"Grazie Teo 💛"

"💙"

Scendo dalla macchina e mi dirigo verso il solito reparto senza nemmeno aspettare mia madre, tanto la strada la conosco a memoria.
Saluto la solita capoinfermiera e mi siedo sulla mia poltroncina in attesa del medico, nel mentre mi raggiunge anche mia mamma.

"Gioia potevi anche aspettarmi, sai che faccio fatica a fare le scale"

"Tanto sai dove vado"

"Ti dispiacerebbe non essere così acida?"

"Non sono acida, sono solo preoccupata"

"È per il tuo bene"

Il mio bene?
Che ne sa lei che cosa è bene per me.
Sento tantissimo la mancanza di mio fratello, se lui fosse qui con me sarei molto più tranquilla e non avrei voglia di urlare contro a mia mamma.

Un'Azzurra tra gli azzurriWhere stories live. Discover now