Capitolo 196

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Mi sveglio nel bel mezzo della notte, come al solito.
Ho fatto un sogno assurdo, ero davanti alla porta di ingresso e di fronte a me c'era Federico che tentava di entrare, ma per qualche strano motivo non riusciva ad alzare i piedi dal tappeto per pulirsi le scarpe, certo che i sogni sono proprio strani.
Mi giro verso Matteo e vedo che sta dormendo con un'espressione angelica sul volto, è proprio un bravo ragazzo.
Sul volto di Federico non ho mai visto un'espressione del genere, non che Federico sia un cattivo ragazzo, ma non è come Matteo.
Perché diavolo continuo a paragonare Matteo a Federico?
Sono due persone completamente diverse ed è stupido e infantile da parte mia continuare a fare paragoni tra l'uno e l'altro.
Ma una domanda mi assilla più delle altre, se al posto di Matteo ci fosse Federico io continuerei a fare paragoni oppure no?
Se dicessi tutto ciò che penso a voce alta sembrerebbe quasi che io cerchi di convincere me stessa del fatto che Matteo è migliore di Federico, ma io non lo so.
Non penso ci sia una persona migliore o una peggiore, semplicemente ci sono due persone che mi fanno battere il cuore ognuna a modo loro e sono entrambi due modi bellissimi, solo che una delle due oltre a farmi battere il cuore me lo spezza anche.
Ora basta drammi sentimentali, ora devo dormire un  po', altrimenti domani mattina l'unico dramma sarà la mia faccia coperta dalle occhiaie.
Chiudo gli occhi e li riapro alle 6.30, non posso essere come le persone normali e dormire almeno fino alle 8 la domenica mattina?
Sono stanca di stare stesa a letto e ho paura di svegliare Matteo se continuo a rigirarmi, così mi alzo.
Prendo il primo paio di shorts e la prima maglietta che mi viene sottomano e li indosso, scendo pian pianino le scale.
Passo davanti al soggiorno e vedo che Alex e Nicolò stanno ancora dormendo beatamente sul divano, mi fanno invidia.
Arrivo alla porta di ingresso, mi infilo le converse ed esco.
Ho deciso di fare una sorpresa a tutti: vado a comprare le brioche così possiamo fare colazione tutti insieme, ma prima devo aspettare che apra la caffetteria, allora decido di fare un giretto del quartiere.
Vicino a casa mia c'è un supermercato dove mia mamma va a fare la spesa tutte le mattine, non so per quale motivo, non abbiamo bisogno di andare a prendere da mangiare ogni giorno eppure lei lo fa, sarà un dei pochi modi che ha di staccare la spina.
A fianco al supermercato c'è una banca e di fronte alla banca c'è un grande ufficio postale, non che io ci sia mai entrata, non ho mai nemmeno spedito una cartolina ad una mia amica  mentre ero in vacanza.
Dietro alla banca ci sono dei giardinetti dove mio papà mi portava spesso a passeggiare quando ero piccola e piangevo per tutta la notte, così mamma poteva dormire almeno per un po'.
È un quartiere normale, come tanti altri, l'unica cosa brutta è che è tanto trafficato, infatti da piccola non mi facevano mai uscire da sola perché avevano paura che fossi investita da una macchina o da una moto, invece l'unica cosa che mi ha investito è stato un tumore.
Divertente come a volte la vita ti prenda in giro.
Faccio il giro del quartiere un paio di volte prima che la pasticceria apra.
Mi faccio dare sette brioche, una a testa e una me la mangerò mentre ritorno a casa.
Attraverso l'ultimo incrocio prima di arrivare a casa e noto sull'uscio una figura di spalle, sembra un uomo, ma poi mi avvicino e mi rendo conto che è un ragazzo e io quel ragazzo lo conosco.

Un'Azzurra tra gli azzurriNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ