Capitolo 67

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8 luglio, sveglia alle 7 in punto, ma non ho nessuna intenzione di alzarmi dal letto.

"Io vado a fare colazione, vieni con me?"

"No, vi raggiungo direttamente in campo tra mezz'ora"

"Senza mangiare?"

"Si"

"Dopo non stai male?"

"No, tranquillo"

"Va bene, a dopo"

"A dopo"

Dormo per altri 20 minuti, poi mi alzo e mi vesto.
Noto con molta felicità che il livido sulla pancia è sparito quasi del tutto, scendo e vado verso il campo.
Mi si avvicina Alex.

"Buongiorno"

"Hey"

"Non ti ho visto a colazione"

"Ho dormito 20 minuti in più, ero stanca"

"Federico ti sfinisce? Ahahah"

"No, sono io che sfinisco lui"

"Simpatica"

"Tu come lo sai?"

"Beh, oltre che ogni tanto vedo che entra in camera tua, i ragazzi ne parlano e anche tanto"

"Lo sapevo, qui i segreti hanno una durata parecchio breve"

"Hai ragione"

"Ora corri ad allenarti, ci sono Gigio e Salvatore che ti aspettano"

"Vado"

Mi siedo a bordo campo per terra e li guardo correre attorno, ognuno che passa mi dà il buongiorno e io ricambio.
A metà mattina iniziano a fare una partitella tra di loro, Nicolò e Manuel sono nella stessa squadra e iniziano a bisticciare come al solito.

"Coppietta smettetela di discutere, i vostri problemi amorosi li risolvete dopo"

Manuel mi tira la palla in testa e Nicolò mi corre incontro e mi si butta addosso.

"Sei scemo"

"Così impari a dirmi che io e Loca siamo una coppietta"

"Si ok, ma sai che io sono delicata. Adesso devo correre in bagno per vedere se sto bene"

"Scusami, io..."

"Ne riparliamo dopo"

Corro verso gli spogliatoi ed entro in bagno, alzo la maglietta e mi ritrovo con un altro ematoma.
Stupendo, mi sento fatta di cristallo, chiunque mi tocchi mi fa male, non è possibile.
Sento qualcuno entrare negli spogliatoi, mi giro e mi ritrovo Manuel davanti.

"Il tuo amichetto ti ha mandato a vedere i danni che ha fatto?"

"Cosa?"

"Nicolò buttandosi addosso a me mi ha fatto un ematoma proprio mentre l'altro era quasi sparito"

"Non pensavo ti avesse fatto male"

"E invece si, solo che non se ne è accorto"

"Azzurra non credo lo abbia fatto apposta"

"Lui sa benissimo che sono delicata"

"Lui ti tratta come una persona normale ed è proprio ciò che tu vuoi"

"Hai ragione, ho esagerato. Come sempre del resto"

"Vieni qui"

Mi abbraccia e iniziano a venirmi le lacrime agli occhi.

"Manu...mi sento come quei pacchi dove c'è scritto fragile. Tra un po' sembra che solo sfiorandomi mi faccia male"

"Tesoro mio, intanto tu sei più bella di un pacco"

Sorrido un po'.

"E poi non è colpa tua se sei fragile. Poi detto tra noi sei la tipa più tosta che io conosca, tramuti la tua fragilità in forza"

"Non mi pare proprio"

"Azzurra perché sei qui?"

"Beh per il progetto con i bambini malati"

"E perché hai ideato questo progetto?"

"Perché volevo esaudire il desiderio di quei bambini"

"E perché volevi esaudire il loro desiderio?"

"Perché si meritano un po' di felicità"

"E tu come sai che non sono felici?"

"Perché le persone malate non sono felici"

"Ecco. Tu dalla tua malattia e dalla tua infelicità hai preso il meglio che potevi, lo hai trasformato in qualcosa di bello. Dimmi che questa non è dimostrazione di forza"

"Grazie Manu, come farei senza di te"

Lo abbraccio forte e iniziò a correre verso la porta dello spogliatoio.

"Dove stai andando?"

"A chiedere scusa a Nicolò. Trasformo la mia fragilità in umiltà"

"Va bene, fammi sapere se ti perdona"

"Certo che lo farà"

"Il sarcasmo non lo perdi mai"

"No"

Vado di corsa da Nicolò.

Un'Azzurra tra gli azzurriWhere stories live. Discover now