Capitolo 144

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"Era Matteo?"

Annuisco.

"Penso che voi due dobbiate darvi una possibilità"

"Dici?"

"Io me la sto dando con Benedetta e per quanto tu voglia aspettarmi non puoi sprecare tutto il tuo tempo"

Io non ho tempo Fede, se solo lo sapessi.

"Continuano a dirmi di provarci anche Nicolò e Manuel"

"Dovresti ascoltarli"

"È più semplice ascoltare te"

"Perché?"

"Perché sei tu e di te mi fido ciecamente anche quando mi spezzi il cuore"

"Allora dovrei proprio smettere di spezzartelo"

"Già"

"Inizio subito. Prometto che se ti vedrò con Matteo non farò scenate di gelosia e se tu deciderai di non aspettarmi io sarò felice per te"

"Ahahah va bene"

"Non ridere, sono serio, anzi serissimo"

"Va bene, ti credo"

"E se non rispetto la promessa puoi prendermi a calci"

"Posso usarti come pallone?"

"Si"

"Yeeee"

Camminiamo per più di un'ora e finalmente arriviamo in farmacia.

"Non potevamo prendere un taxi?"

"Si, ma ho visto la tua espressione e ho pensato fosse meglio distrarti un po' e andare con calma piuttosto che fare tutto di corsa"

"Mi sa che mi ci voleva proprio, grazie"

"Di niente"

Va verso la porta della farmacia.

"Dove credi di andare?"

"A compare il test"

"Fermo lì, ci vado io. Ci manca solo che qualcuno ti veda mentre compri il test di gravidanza e ti riconosca, così finisci in giornale ancora prima di sapere se diventerai padre o no"

"Non ci avevo pensato"

"Ma io si"

Gli sorrido ed entro in farmacia.
Mi faccio dare due test per sicurezza, mentre mi prepara la borsetta con il mio acquisto la farmacista mi guarda perplessa.
Percepisco che voglia farmi una domanda, ma non ha il coraggio, mi ringrazia e mi saluta mentre esco.
Che strane che sono le persone.

"Fatto"

"Grazie mille"

"Vuoi che per tornare chiamiamo un taxi?"

"No, andiamo a piedi. Mi piace molto passare il tempo con la mia migliore amica"

"La tua migliore amica?"

"Si, tu"

"Adesso sono la tua migliore amica?"

"Beh...la mia ragazza non puoi essere, quindi sei la mia migliore amica sempre se ti fa piacere"

"Si, certo. E quindi tu sei il mio migliore amico?"

"Se tu me lo permetti"

"Certo che te lo permetto"

Chi lo avrebbe mai pensato che io e Federico che non riuscivamo nemmeno a stare distanti saremo diventati migliori amici.
Al proprio migliore amico si dice sempre la verità, ma io non voglio dirgli che me ne vado, questo cosa significa?
Assorta nei miei pensieri non vedo nemmeno un sasso sul bordo della strada, ci inciampo e cado.

"Ahia"

Federico si gira e mi guarda preoccupato.

"Stai bene?"

"Credo di sì"

Faccio per alzarmi, ma sento la caviglia fare un rumore strano.

"Credo di essermi slogata la caviglia"

"Chiamo un'ambulanza"

"Ma sei scemo? È una caviglia slogata, mica mi sono amputata un arto. Adesso provo di nuovo alzarmi"

Questa volta ci riesco, ma appena provo a camminare sento un dolore lancinante.

"Ahia"

"Stai ferma ti prego"

Mi si avvicina.

"Sali in groppa"

"Come, scusa?"

"Mettimi le braccia attorno al collo e le gambe attorno alla vita, poi al resto ci penso io"

Lo faccio.

"Così però ti faccio male"

"Ma se sei leggerissima"

"Smettila di dirmelo"

"Non rompere"

Scoppio a ridere.

"Cosa ridi?"

"É divertente avere qualcuno che ti porta in groppa dove vuoi"

"Non prenderla come abitudine, già ci metteremo due ore per tornare a casa"

"Che carino"

"Cosa?"

"Hai chiamato Coverciano casa"

"In questo periodo mi sento tanto a casa qui"

"Come mai?"

"Perché i ragazzi sono come una seconda famiglia e con loro mi sento sempre a mio agio"

"Siete un gruppo di teneroni voi"

"Sai com'è, abbiamo un cuore"

"Pensavo che i calciatori fossero tutti degli stronzi"

Mi mette a terra.

"Ah...quindi sarei uno stronzo?"

"Non hai capito che ti sto prendendo in giro?"

Mi guarda e si mette a ridere.

Un'Azzurra tra gli azzurriWhere stories live. Discover now